Spopolamento in Garfagnana «Necessarie azioni strategiche»
La riflessione dei ragazzi riguardo a una problematica che riguarda tutto il nostro Paese
La Garfagnana, rappresenta un esempio emblematico di un fenomeno che, purtroppo, riguarda molte aree interne del nostro paese: lo spopolamento. Da anni, i paesi che punteggiano questa affascinante terra di montagna, stanno vedendo una costante emorragia di residenti, con un drammatico calo della popolazione.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici, ma possono essere ricondotte a un quadro generale che vede l’Italia alle prese con un progressivo invecchiamento della popolazione e una natalità in costante declino. Lo spopolamento della Garfagnana è il risultato di una combinazione di fattori economici, sociali e demografici: la difficoltà di accesso ai servizi, la carenza di opportunità di lavoro e la forte dipendenza da settori economici tradizionali come l’agricoltura e il turismo di nicchia, che non riescono a garantire salari competitivi e spingono le giovani generazioni ad abbandonare queste terre per cercare fortuna nelle città.
Il fenomeno è visibile anche nei piccoli comuni, dove si registrano tassi di invecchiamento elevati e il numero di bambini iscritti alle scuole è in continuo calo. La presenza di una rete infrastrutturale carente e la difficoltà nel garantire servizi essenziali come la sanità e i trasporti sono un ulteriore freno allo sviluppo delle aree montane. Per contrastare lo spopolamento delle aree interne e fermare il declino demografico, è necessaria un’azione strategica che coinvolga più livelli di governo e che ponga al centro la sostenibilità sociale ed economica delle aree rurali: è fondamentale investire in infrastrutture e servizi e promuovere il digitale nelle aree più isolate.
Sarebbe importante incentivare politiche fiscali rivolte alle famiglie e ai giovani per creare un ambiente favorevole all’imprenditoria, trasformando le vecchie tradizioni in nuove opportunità di lavoro. In parallelo, è importante pensare a politiche di inclusione sociale per attirare nuovi abitanti, anche da altri paesi, valorizzando l’aspetto culturale e naturalistico di territori come la Garfagnana.
In questo contesto la nostra scuola rappresenta una scommessa vinta: l’edificio, inaugurato pochi anni fa, è un esempio di sicurezza ed ecosostenibilità, le aule sono spaziose ed accoglienti e dotate dei più moderni supporti tecnologici.
Possiamo beneficiare di corsi all’avanguardia (podcast, robotica e cinema solo per citarne alcuni) che ci permettono di sperimentare le più moderne forme di didattica e farci veramente diventare futuri cittadini attivi.
Per conoscere meglio gli aspetti di questo fenomeno abbiamo deciso di intervistare il nostro sindaco Andrea Carrari.
Quali sono i numeri dello spopolamento? «Lo spopolamento è un problema con cui dobbiamo fare i conti: il comune di Piazza al Serchio è il più popoloso dei comuni dell’Alta Garfagnana e conta circa 2100 abitanti, pochi giorni fa è nata una bambina e oggi si accolgono queste notizie con molta gioia».
Quali politiche si potrebbero adottare per fermare questo fenomeno? «L’obiettivo è quello di cercare di mantenere il più a lungo possibile i servizi: a Piazza abbiamo la stazione, il presidio sanitario, una nuova scuola, banche, forno, macelleria. Adesso stiamo provvedendo a stendere la fibra in tutto il territorio per rendere agevole anche lo smart working. La Regione stessa ha investito circa 100 milioni di euro sulla linea ferroviaria e questo dimostra che c’è la volontà di investire in questo territorio».
Quali investimenti sono stati fatti sulla scuola? «La scuola è sempre stata al centro della mia amministrazione, ed è costata complessivamente 7 milioni di euro. E’ una struttura che ha il più alto livello di protezione civile: in caso di emergenza può accogliere tutta la popolazione. Potete beneficiare di un’offerta formativa che non ha niente da invidiare alle scuole cittadine».