ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Santa Dorotea di Lucca (LU) - 4°, 5°

Scienze in inglese? Yes, please Successo per il metodo CLIL

Il nuovo sistema di apprendimento spiegato dai ragazzi: «Imparare ora è una festa»

Siamo le classi quarta e quinta della scuola primaria Santa Dorotea e vogliamo raccontarvi come da quest’anno è cambiato il nostro modo di imparare una materia molto difficile: le scienze. Da novembre infatti, abbiamo aderito al progetto CLIL, un metodo innovativo per l’apprendimento Integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera. CLIL è l’acronimo di “Content and language integrated learning”.

La nascita del progetto CLIL e della sua definizione sono dovute allo studioso David Marsh, figura strategica e innovativa del progetto scientifico attuale. Marsh ha pubblicato diversi libri sul tema fino a quando nel 1994 si è occupato di trovare possibili strategie utili alla crescita di futuri cittadini europei.

Così da quel momento l’Europa Sceglie di avvicinarsi all’ idea di CLIL. Il suo nucleo centrale è un’attenzione particolare sia all’argomento, sia alla scelta della lingua.

In questa prospettiva abbiamo lavorato in classe esaminando e tenendo presente le quattro “colonne” che sorreggono l’intero concetto di CLIL: Content, Communication, Cognition, Culture.

Ecco perché il progetto CLIL è così importante: approfondire una disciplina in un’altra lingua sviluppa il nostro il cervello e ci permette di consolidare saperi già acquisiti in una forma diversa e più trasversale. Stimola il nostro interesse perché ci permette di imparare giocando anche in gruppo ed interagire con altre attività curriculari, artistiche, ma soprattutto ludico-creative.

In breve, abbiamo riscontrato che il CLIL ci ha fornito: una migliore esposizione orale della lingua straniera; una maggiore motivazione individuale; fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità e possibilità; interculturalità e inclusione con l’ausilio di supporti audiovisivi e fisici. Vorremmo anche sottolineare una maggiore capacità di sviluppo del pensiero critico e della contestualizzazione delle emozioni.

Nello specifico abbiamo approfondito lo studio delle cellule e del corpo umano focalizzando la nostra attenzione su come si apprende utilizzando un linguaggio settoriale, quello scientifico in un’altra lingua, quella inglese, universalmente riconosciuta.

Quindi “è importante non concentrarsi sul voto finale ma capire la metodologia di studio e l’approccio innovativo a questa tecnica” come ci ricordano Celeste, Giorgia, Leonardo S., Livia, Francesco.

Concludendo non possiamo non consigliare a tutti i bambini della scuola primaria di intraprendere questo percorso e di sviluppare in itinere questo progetto.

 

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’insegnante Karin Kueng, direttrice della scuola Karin’s Language Lab.

Cosa ti ha portato ad insegnare nella nostra scuola? «Abito a Lucca da tanti anni e ho sempre sentito parlare bene di questa scuola. Quando la dirigente mi ha contattato, sono stata molto felice di accettare il suo invito. Mi sento lusingata». Qual è il metodo migliore per insegnare le scienze in inglese? «Il metodo migliore è quello pratico: attraverso attività laboratoriali e di gruppo voi bambini siete in grado di imparare velocemente. È importante che siate vicini a quello che fate e che ciò che imparate non rimanga pura teoria. Il mio metodo è anche intuitivo: non vi fornisco i saperi “confezionati” ma preferisco che ci arriviate da soli con il ragionamento».

Quali risultati hai riscontrato con questo metodo? «Ho potuto osservare una più sicura padronanza della lingua inglese soprattutto nel linguaggio scientifico specifico e una maggiore riflessione sul metodo utilizzato durante lo studio. Molte sono state anche le domande riguardanti l’evoluzione della scienza in generale con i problemi connessi alla contemporaneità».

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