ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Alighieri-Pascoli di CittĂ  di Castello (PG) - 3L

La lezione arriva dal passato Costruire un futuro migliore

Abbiamo immaginato di fare un viaggio nel tempo e siamo tornati nell’era del ventennio fascista

Con l’aiuto del prof. Tacchini, e dei documenti del suo blog “Storie Tifernati”, abbiamo immaginato di essere nella scuola del ventennio fascista e avere a disposizione un unico libro per imparare, invece che i tanti volumi che abbiamo ora e ci è sembrato triste e monotono. Sentire ogni giorno gli slogan della propaganda e dover ripetere “libro e moschetto, fascista perfetto” oggi sarebbe impensabile. La vita era tutta organizzata secondo un sistema di controllo, e le attività ginniche, da noi tanto amate, non sarebbero state libere, ma utili a preparare le parate e il servizio militare, al motto di “E’ l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende”. Al momento dell’entrata in guerra, al fianco dei nazisti di Hitler, i giovani italiani sono stati obbligati a prendere le armi con l’incitazione a “Credere, obbedire, combattere”, ma di fronte alle tante morti, alla distruzione e alla impreparazione militare, molti si sono resi conto dell’assurdità della guerra e si sono ribellati, formando squadre clandestine. A Città di Castello il 45% dei partigiani aveva 20 anni o meno, con poche armi e poca esperienza, potendo contare solo sull’aiuto dei contadini e dei parroci, nonché delle donne che facevano la staffetta per portare loro viveri e comunicazioni. Un sostegno venne anche da Venanzio Gabriotti, ufficiale dell’esercito regolare, che, pur mantenendo buoni rapporti di facciata con le autorità, di fatto teneva i contatti con il Comitato di liberazione provinciale: questo gli valse l’accusa di tradimento e la fucilazione, il 9 maggio 1944. Circa un mese dopo, Perugia venne liberata dalle truppe alleate, che però tardavano ad avanzare. Truppe che, a differenza di quanto pensavamo, avevano una provenienza inaspettata. Militari originari dell’immensa regione tra India e Pakistan, a quel tempo colonia inglese: i gurkha dal Nepal, i garhwali dallo Uttarakhand, i beluci dal Beluchistan, i maratha dal Maharastra, i punjabi e i sikh dal Punjab.

Nelle parole del loro generale Goodwin troviamo molti apprezzamenti “Eccellenti soldati, molto generosi, che non pensavano a se stessi, mentre noi britannici avevamo molta paura di morire”. Il 22 luglio 1944 finalmente gli alleati arrivarono a Città di Castello, dopo aver percorso un territorio sfavorevole per le colline circostanti dalle quali i tedeschi sparavano su di loro.

Non solo, le mine interrate erano una preoccupazione costante, ma la superiorità aerea degli alleati e la loro esperta gestione dei cannoni, insieme alla guerriglia partigiana, ebbe la meglio. I primi ad entrare alle h 9,30 dalla Porta di S. Maria Maggiore furono gli ufficiali britannici Lindsell e J.W. Brooke che raggiunsero il palazzo del Municipio e affissero sul portone l’avviso di occupazione della città da parte degli alleati. Dopo 600 angloindiani morti, 820 vittime civili e 288 caduti militari, Città di Castello poteva gridare “Libertà”.

 

Perché l’Istituto Gabriotti ha chiesto la costituzione del Comitato per le celebrazioni? «L’80° anniversario della Liberazione dell’Alta Valle del Tevere dal nazi-fascismo è un’occasione importante per ricordare tanti eventi del periodo della Resistenza e della guerra nel nostro territorio. Abbiamo proposto la costituzione di un Comitato cittadino affinché le varie iniziative vengano ben coordinate e si raccolgano idee su cosa fare dalle associazioni che hanno a cuore la Memoria storica. Crediamo che a capo dell’iniziativa debba esserci la presidenza del Consiglio comunale, dove sono rappresentate tutte le forze politiche tifernati».

Con chi collaborerete? «Oltre al Comune e all’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”, devono assumere un ruolo di rilievo la sezione tifernate dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l’Associazione Trestina per la Pace – che opera nel vasto territorio meridionale del Comune – e le Associazioni dei Caduti, dei Mutilati e dei Deportati di Guerra e delle Vittime Civili».

Quali iniziative state preparando? «I principali eventi tifernati di 80 anni fa da ricordare sono la fucilazione di 9 partigiani a Villa Santinelli di San Pietro a Monte (27 marzo), la fucilazione di Venanzio Gabriotti (9 maggio), le vittime civili del bombardamento di San Secondo (14 maggio), le stragi di Pian dei Brusci (8 luglio) e Meltini (12 luglio) e la liberazione di Città di Castello da parte degli Alleati (22 luglio)».

 

Classe III L della scuola “Alighieri Pascoli“, Città di Castello. Dirigente Filippo Pettinari, insegnante Emanuela Arcaleni. Alunni: Bianchini Pietro, Borriello Matteo, Bruschi Francesco, Cafiero Alessandra, Cantalamessa Carboni Giulio, Cecchini Isabel, Cerolini Anna, Chen Daniele, Djimane Maram, Fiorucci Emma, Frappi Lavinia, Fratini Alice, Galvani Giulia, Giannelli Lucia, Giombini Livia, Haj Mabrouk M. Amin, Lerda Livia, Mancini Livia, Mariucci Benedetta, Martinelli Matilde, Perioli Lorenzo, Politano Mirko, Polverini Carlotta, Saltarocchi Edoardo, Serafini Aurora, Tafini Alice, Tiroli Sofia, Vanni Bianca Maria. 

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