ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Mascagni di San Vincenzo (LI) - 2C

La dinamica del branco in aumento Sempre piu’ violenza di gruppo

La paura per ciò che sta accadendo con sempre più frequenza serpeggia anche tra i banchi

Negli ultimi mesi negli articoli di cronaca sono comparse nelle prime pagine molti episodi di violenze di gruppi di ragazzi maggiorenni su delle minori, anche della nostra età. Sentendo quindi questi fatti particolarmente vicino a noi abbiamo deciso di provare a scoprire perché i ragazzi si spingono a fare ciò anche incorrendo in serie conseguenze che si porteranno dietro per tutta la loro vita. Una domanda che vaga nelle nostre teste è se facciano questo per semplice divertimento o per noia. Certamente, quando questi fatti si verificano, bisognerebbe che tutti intervenissero di più alla vista di persone in difficoltà o violenza di ogni tipo invece di starsene fermi a registrare. Vorremmo trovare una soluzione affinché non succeda più, invitando magari le ragazze a vestirsi meno scollate ed a non uscire da sole di sera.. ragionandoci meglio però sarebbe come privarle della loro libertà; non è giusto infatti che un maschio possa uscire “come gli pare e piace” e una femmina invece debba preoccuparsi di cosa indossa o se è sola, abbia poi paura a rientrare a casa. La libertà di entrambi deve essere salvaguardata. La ragazza comunque rischia sempre di più ed è ingiusto. Gli esperti si sono chiesti perché questi episodi di violenza siano in aumento; una possibile risposta a questa domanda è perché le ragazze che subiscono la violenza non denunciano per paura, ma è proprio in questo modo che si può annientare il fenomeno. I sociologi ritengono, inoltre, che si debba distinguere fra violenze di gruppo in spazi pubblici (come quella avvenuta a Palermo) e quelle in spazi privati (per esempio durante le feste). Alla base di tutto questo vi è comunque sempre lo scatenarsi di un comportamento primitivo di dominio del maschio sulla femmina, dove sesso e aggressione sono connessi. Basta che uno del gruppo inizi una violenza e gli altri si eccitano e si comportano mimeticamente allo stesso modo, in un crescendo sfrenato di brutalità privo di consapevolezza. Alcuni ragazzi sono maggiormente incapaci di opporsi al contagio emotivo: sono quelli poco autonomi dal gruppo, anzi molto dipendenti da esso, quelli poco abituati alla riflessione personale su di sé (cioè a chiedersi: “Che cosa sto facendo? Perché?”) e a scegliere in modo autonomo. Probabilmente questi ultimi non hanno neppure ricevuto a casa una educazione all’affettività ritenendo la vittima del momento un semplice oggetto su cui magari scaricare le proprie frustrazioni o inadeguatezze.

 

In gruppo noi siamo diversi: lo vediamo per esempio durante lo sport o nelle gite. A volte si ragiona poco e si va dietro a chi ha avuto l’idea più divertente senza pensare che magari stiamo seguendo qualcuno che ci spinge a fare qualcosa di sbagliato. Quando si parla però di quel genere di violenza è tutto molto più grave. Abbiamo deciso di porre domande ai nostri compagni. Quando abbiamo chiesto perché le persone si spingono a fare ciò, molti alunni hanno risposto perché si sentono superiori o perché in passato hanno subito una cosa del genere. La maggior parte degli alunni ha affermato di aver assistito a episodi di violenza. Per fermarla in modo deciso alcuni hanno suggerito di chiamare la nostra premier Meloni, altri la polizia o un adulto in grado di prendere le decisioni più opportune. Per tutti gli alunni la violenza è una via di sfogo verso una persona che odi o che ti ha fatto passare un brutto periodo e non solo contro le donne anche se sono consapevoli del fatto che sono le femmine a subire più violenza. La maggior parte dei ragazzi ha assistito ad una scena di violenza sugli animali ma, purtroppo, viene poco considerata. “Se vedessi una scena di violenza, che faresti?”: chiamare aiuto, andare via, guardare o cercare di fermare. Nessuno ha detto filmare e questo ci ha rassicurato un po’ dato che di solito queste scene vengono filmate e messe sui social provocando alla vittima un’umiliazione così forte da non permetterle più di vivere.

 

Ecco gli studenti che hanno partecipato alla realizzazione di questa pagina sulla violenza.

Violenza sulle donne, il pericolo del branco.

E pericoli sono dietro l’angolo, serve grande attenzione e soprattutto bisogna contrastare il contagio emotivo.

Ecco i nomi degli studenti cronisti lami Jasmine, Coppola Mattia, Fedi Caterina, Ferri Emma, Kohler Cristian, Lucchesi Lara, Miraglia Diego, Tuci Anna Prof.ssa: Sabina Sgorbini Dirigente Scolastica: Claudia Giannetti

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