ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Zerboglio di Pisa (PI) - 5A

Essere inclusi e includere Vi raccontiamo le nostre storie

Stare insieme da piccoli è più facile, ma da grandi? Una classe, tante nazionalità diverse

La nostra è una classe quinta di una scuola primaria nel centro storico di Pisa. Fatima (i nomi sono tutti di fantasia) è di famiglia nigerina. Suo padre è venuto in Italia 15 anni fa per raggiungere il fratello che gli aveva procurato un lavoro, poi ha fatto venire anche la mamma. Qui si sono sposati, hanno allargato la loro famiglia e si sentono al sicuro. Sharmin e Abdul sono di origine bengalese. A scuola hanno amici e vanno d’accordo con tutti; insieme ai loro familiari condividono la cultura e le tradizioni degli altri compagni e ci raccontano di luoghi e abitudini che hanno conosciuto attraverso i racconti dei genitori. Aidan è arrivato lo scorso anno dalla Germania, ma è nato e ha trascorso i primi anni della sua vita in Albania. Ci parla spesso di Tirana e dei bei posti che ci sono nel suo paese. Qui si sente accolto e Pisa a lui piace tantissimo. I suoi genitori hanno raggiunto altri familiari nella nostra città; adesso hanno una casa e lavorano entrambi, finalmente. E poi ci sono Janet e Andrei, di famiglia filippina. Ci dicono che qui si trovano bene e che anche i loro genitori desiderano restare in Italia. Abbiamo tutti un carattere diverso e perciò non sempre riusciamo ad andare d’accordo: Zoe si definisce ‘una piccola guerriera’, Lara ‘una leonessa’, Lisa ‘un osso duro’. A volte si litiga, ma poi, con un po’ di pazienza, impariamo ad accettare che la divergenza fa parte della relazione tra le persone e che è ascoltandoci, aspettandoci ed aiutandoci che riusciamo a superare le difficoltá.

Da piccoli è più facile stare insieme, mentre crescendo molte persone disimparano a rispettare gli altri. Abbiamo studiato che le donne sono state per lungo tempo considerate non degne né di studiare né libere di esprimere le loro idee. In Italia hanno potuto accedere al voto politico solo nel 1946.

Tanti problemi li hanno anche i disabili e molti di coloro che non stanno tanto bene di salute. Se poi sono anche poveri è ancora peggio. La povertá è il principale ostacolo quando si parla di inclusione.

I tg ci raccontano ogni giorno di persone che vivono da sole per strada. Molte di loro soffrono la fame e dormono sui cartoni e non sono trattate come esseri umani. La persona povera è spesso guardata con sospetto da chi sta meglio economicamente. Ma povero o straniero non sono sinonimi di ‘cattivo’. Il pregiudizio spesso ci porta a giustificare l’indifferenza verso queste persone. La nostra poesia: Diverso da chi? Se sei diverso va bene, mi racconti di terre lontane.

Tu conosci, io conosco alla fine scopriremo che la vita è un fitto bosco dove è bello passeggiare e ogni radura esplorare.

Se tu scivoli io ti aiuto se io soffro tu mi consoli.

Tu fratello sei per me io sorella son per te, non c’è niente da temere fame, guerra e povertá sono i veri nemici dell’umanitá.

 

Il diritto al voto per le donne in Italia fu concesso nel 1946, consentendo loro di partecipare alle elezioni a partire dai 25 anni, successivamente ridotti a 18. A livello europeo diverse nazioni avevano ottenuto questo diritto all’inizio del secolo; Finlandia, Portogallo e Danimarca furono i primi rispettivamente nel 1906, 1911 e 1915. Tra il 1918 e il 1920 in numerosi altri paesi europei, inclusi Austria, Germania, Polonia, era stato concesso il diritto di voto alle donne. L’Italia fu presto seguita da Malta nel 1947. Al-tri paesi si allinearono più tardi.

La Grecia, ad esempio, nel 1952. In Italia le donne hanno poi ottenuto altri diritti fondamentali. Nel 1963 fu vietato il licenziamento per matrimonio o gravidanza. Nel 1970 è stata approvata la legge sul divorzio, mentre nel 1978 è stato legalizzato l’aborto. Nel 1981 sono state abolite pratiche come il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Nel 2010 sono state rafforzate le pari opportunità lavorative, mentre nel 2011 sono state introdotte quote rosa nei con-sigli di amministrazione e nel 2013 norme per contrastare la violenza di genere. Le donne si sono sempre battute per essere riconosciute nel loro molteplice ruolo di mamme, di donne lavoratrici e di contribuenti nella società, affrontando e in alcuni casi vincendo una serie di sfide. Il loro impegno continua ad apportare cambiamenti sociali significativi, tuttavia ancora oggi devono affrontare problemi riguardanti la violenza di genere e la discriminazione economica sul luogo di lavoro.

 

Questa pagina del Campionato di giornalismo è stata realizzata dalla VA Zerboglio. Ecco i piccoli cronisti: Immam Ahammed Hassan , Ahmed Mudasser, Tea Bertini Marcheschi, Vince Paolo Capiral, Melissa Carlini, Bruno Cavalca , Andrea Cursio, Elia Di Blasi, Angelo Raffaele Gentile, Niccolò Giuseppe Giudetti, Azahra Hamadede, Stefano Mancuso, Eltjon Muca, Margherita Pelli, Paola Tamburiello Kadi Docenti: Laura Di Grazia, M.Teresa Venneri e Roberta Grenci, Silvia Di Donfrancesco e Agnieszka Bursztyka Dirigente scolastico: prof. Alessandro Bonsignori.

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