ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Murlo di Murlo (SI) - 1°, 2°, 3°

Home is wherever I’m with you «Casa è dovunque sono con te»

Casa: concreta o astratta? Struttura fisica o luogo del cuore? Per tutti o solo per alcuni?

Da un confronto a scuola sono emerse tante idee sul significato della parola casa. Noi pensiamo che casa sia un luogo dove ci sentiamo sicuri, dove siamo felici, a cui siamo affezionati. Può essere il posto dove siamo cresciuti, dove abitiamo, dove abbiamo tutte le nostre comodità, non necessariamente un edificio.

In Inglese ci sono due modi per dire casa, ‘’house’’ e ‘’home’’: house si usa quando si indica proprio la struttura materiale della casa con le sue pareti, il tetto, le stanze; home invece si utilizza per indicare il proprio luogo del cuore, dove abitano i ricordi, i sentimenti, gli affetti.

Secondo la Costituzione Italiana e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la casa è un diritto per tutti. Ma davvero tutti ne hanno una? Per alcuni la casa è il mondo e l’abitazione è restrizione, dunque scelgono di vivere la loro vita in viaggio. Noi riteniamo che le persone che un tetto non ce l’hanno possano avere molte motivazioni che giustificano la loro situazione, qualcuno è impossibilitato a migliorare la propria condizione, qualcun altro probabilmente non si impegna a farlo.

Per aiutare queste persone esiste l’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), l’ente associato a CISPEL Toscana, che mette a disposizione le “case popolari”, permettendo a chi non ha una buona condizione socio-economica di pagare affitti più bassi. Per ottenere un alloggio bisogna rispettare certi requisiti e le abitazioni sono affidate secondo una graduatoria.

Questo servizio è presente anche nei paesi più piccoli come il nostro e secondo noi potrebbe essere ampliato destinando a chi ne ha bisogno anche le case abbandonate.

In base alle diverse necessità esistono diverse soluzioni di aiuto: le case di riposo o le RSA per gli anziani, gli orfanotrofi per i bambini che necessitano di essere accuditi o ancora le comunità che accolgono persone che hanno delle dipendenze da alcol o droga. Vicino a noi ad esempio esiste una realtà virtuosa che riavvicina i tossicodipendenti ad una vita normale: la «Comunità di Vita Mondo Nuovo» di Montepertuso; qui le persone ritrovano il concetto di casa.

Dopo aver riflettuto sulle varie tipologie di casa ci siamo chiesti cosa proveremmo se non ne avessimo una e abbiamo capito che ci sentiremmo confusi senza nessun punto di riferimento, siamo troppo abituati ad avere sempre tutto, tanto che l’idea di non averlo più ci disorienta.

L’unico pensiero che potrebbe aiutarci sarebbe quello di una persona, un oggetto o un luogo a noi caro che noi sentiamo casa.

 

La riflessione sul concetto di casa ci ha fatto pensare alla canzone «Casa mia» di Ghali presentata all’ultimo Festival di Sanremo.

Il testo ha un significato profondo, parla di guerre molto vicine a noi, talvolta sottovalutate o ignorate dalla maggior parte delle persone.

Affronta il tema della povertà, causata dalla mancanza di cibo e di ospitalità, ponendo l’attenzione sulla casa come luogo in cui ogni persona si riconosce, dove sta bene, si sente al sicuro ed è amata.

Il cantante inscena una chiacchierata con un alieno atterrato sul pianeta Terra a cui chiede spiegazioni: «Ma che ci fai da queste parti?/Quanto resti e quando parti?». Il pezzo trasmette un messaggio di uguaglianza: «Casa mia/Casa tua/Che differenza c’è? Nonc’è /Ma qual è casa mia?/Ma qual è casa tua?/Dal cielo è uguale, giuro». L’autore vuole sottolineare che non esistono differenze tra esseri umani. Ghali mette anche in luce le contraddizioni della società moderna quando canta «Siamo tutti zombie col telefono in mano», facendo intendere quanto siamo distratti da cose futili mentre in luoghi non troppo lontani si combattono guerre. E ancora «Sogni che si perdono in mare/figli di un deserto lontano». I sogni che si perdono in mare sono quelli dei migranti costretti ad andar via dalla propria casa, dal proprio paese, intraprendendo un viaggio senza una meta certa in cui molti perdono la vita.

Con un linguaggio in alcuni punti più colloquiale e in altri più ricercato, Ghali riesce a comunicare un messaggio profondo anche a noi giovani. Siamo convinti che la sua canzone potrebbe essere studiata a scuola.

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