ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Galileo Galilei di Grosseto (GR) - 3A, 3C

La libertà tramite l’arte Murales per Shamsia Hassani

Abbiamo realizzato l’opera in omaggio alla street writer afghana che lotta per i diritti delle donne

L’8 marzo celebreremo la Giornata internazionale dei Diritti della Donna, quella che tutti definiamo «Festa della donna», ma in modo non corretto.

Infatti, ufficialmente istituita dalle Nazione Unite nel 1977, anche se già veniva riconosciuta, questa giornata serve non a festeggiare ma a ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute nel tempo dalle donne, con lotte e proteste (pensiamo alle suffragette, per esempio).

Ma l’8 marzo è anche l’occasione per riflettere sulle violenze e le discriminazioni che ancora oggi le donne subiscono in molti Paesi nei quali la donna non gode degli stessi diritti dell’uomo: un esempio è l’Afghanistan, dove con il ritorno dei talebani al potere, molte donne senza più diritti sono dovute scappare in cerca di libertà.

Nella nostra scuola abbiamo realizzato un murales che si ispira allo stile di una street writer afghana, Shamsia Hassani, e rappresenta la libertà della donna tramite l’arte.

Shamsia è nata nel 1988 a Teheran, è un’insegnante di scultura.

Shamsia è fuggita e ancora oggi è ricercata, ma la sua voglia di diffondere quello che vivono molte sue simili non è mai finita. Nelle sue opere realizza donne senza bocca e con gli occhi che piangono, perché per loro non esiste libertà di parola; inserisce quasi sempre un pianoforte, strumento che lei ama; spesso sono presenti i denti di leone, per indicare la ricerca di libertà delle donne. Oggi Shamsia vive nascosta per non farsi trovare dalle autorità e, ogni tanto, per far sapere come sta utilizza il suo profilo Facebook.

Il murales, progettato e poi realizzato durante l’anno scolastico scorso dalle classi 3 B-C-D, guidate dalla professoressa Silvana Del Santo, rappresenta in primo piano una ragazza senza bocca e con gli occhi piangenti trattenuta dal fumo, come simbolo di oscurantismo e di pochissima libertà. Poi sono presenti le catene, che hanno due significati: ricordano la piazza delle Catene di Grosseto (oggi piazza Dante) e rappresentano quanto le donne siano imprigionate. Sullo sfondo, un campo di girasoli e il nostro Duomo, per identificare la nostra terra, la Maremma.

Infine, troviamo le parole di una canzone di Roberto Vecchioni, «La vita vuole vivere».

Quest’anno ultimeremo l’opera inserendo le note dello spartito originale di «Per Alda Merini», canzone da cui è stata presa la famosa frase. Le opere di Shamsia Hassani hanno ispirato le donne di tutto il mondo e hanno dato una speranza alla popolazione femminile in Afghanistan. Hanno ispirato anche noi: parlare di lei e ricordarla, ogni giorno che attraversiamo il nostro cortile, ci fa capire che è la scuola il posto dove si sviluppa la mente e si impara la vita.

 

La donna è sempre stata associata ad una serie di stereotipi: una donna non è completa senza figli, la donna o è bella o è intelligente, chi dice donna dice danno… esempi che possono rappresentare limiti e compromettere l’autostima, ma soprattutto pericolosi in quanto hanno assunto un ruolo negativo nei recenti avvenimenti di cronache. Troppe violenze negli ultimi anni: fisica, psicologica, sociale, per non parlare di molestie e stalking spesso esercitati da ex partner che non accettano la fine della relazione. Atti estremi che in alcuni casi portano l’uomo a compiere un omicidio come nel caso di Giulia Cecchettin, azioni che hanno come causa la gelosia, il sospetto, la paranoia, la tendenza al controllo, una poca autostima e una bassa educazione. Molte sono le associazioni che offrono assistenza a donne in difficoltà nel nostro territorio: il centro Olympia de Gouges, Centro Donna, Non una di meno e il Codice Rosa. Centri antiviolenza dove è possibile ottenere informazioni, partecipare a gruppi di sostegno e auto-aiuto, fruire di servizi di orientamento al lavoro e assistenza legale nell’obbligo di far rispettare le norme in vigore come l’articolo 3 della Costituzione, il primo diritto della Dichiarazione diritti umani del 1948; con il fine di inasprire la repressione penale della violenza domestica e di genere e ad introdurre ulteriori disposizioni di tutela delle vittime è stata emanata la legge 19 luglio 2019, numero 69.

 

La pagina è stata realizzata dagli studenti Baccetti Filippo, Baleani Manuele, Bauso Edoardo, Bruni Gabriel, Catani Giulia, Cavazza Santiago, Ceselli Andrea, Culicchi Rocco, Esposito Sofia, Gallina Elisa, Giacobetti Sebastian, Giallini Lorenzo, Guidoni Sofia, Hammouda Khalil, Iovene Melissa, Kaja Arturo, Leotta Gaia, Moscatelli Lorenzo, Nicolosi Stefano, Pieraccini Marina, Russo Maria Francesca, Soldati Thomas, Tenerini Emma, Vasconi Giovanni, Viti David (3C, docente tutor Claudia Biagioli); Andreucci Diego, Ciantellini Mattia, Di Pietro Costanza Edda, Dominici Delia, Dumitrica Davide Costantino, Esposito Gorgia, Gandolfi Sofia, Giardini Asia, Kosiqi Paloma, Kryeziu Klivio, Lucioli Mariam, Marku Caterina, Pellegrini Lorenzo, Perugini Iris, Puzic Matvei, Riccardo Christian, Romano Marta, Ruini Costanza, Scalabrino, Aurora, Simoncelli Virginia, Sorace Irene, Toduta Lorenzo Denis, Velardo Ginevra (3A, docenti tutor Valeria De Rosa e Francesca Costanzo) Dirigente scolastica Verena Tassinari.

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