ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado L. Russo di Navacchio (Cascina) (PI) - 3D

Disparità di genere in ogni campo Toponomastica stradale maschilista

Il reportage degli studenti: no al divario tra uomini e donne, stanno cadendo i vari stereotipi

Spesso si discute sul problema della disparità di genere, ma forse, non se ne comprende fino in fondo il vero significato. La principale domanda è: «Chissà che cosa provano le donne quando si sentono ignorate ed inferiori quasi sempre in un contesto patriarcale? Ci accorgiamo spesso che ogni cosa intorno a noi è pensata al maschile.

Non occorre solo pensare a grandi eclatanti avvenimenti, basta guardare la toponomastica delle vie del nostro Comune per notare quanto la disparità di genere sia presente anche nei nomi delle strade. Nel raggio di circa 5 km da Cascina a Titignano, percorso relativo alle varie traverse della Tosco Romagnola abbiamo rilevato che su 50 nomi di vie, solamente 2 sono intestate a donne, il resto , 48, sono personaggi maschili.

Un altro aspetto riguardante la differenza di genere è quello che riguarda il mondo del lavoro, spesso si pensa che l’esclusione delle donne sia dovuta alla scelta di prediligere la cura della casa, dei figli rispetto a un’occupazione professionale; tutto ciò è una conseguenza obbligata derivante anche dalla carenza di servizi, adeguata alla situazione in cui si trovano molte madri. La prima e principale disparità di genere è la retribuzione che in Italia varia a seconda dell’ambito a cui si fa riferimento. Secondo un’analisi di Eurostat, nel settore pubblico il divario salariale ha una percentuale di circa il 4% inferiore rispetto ai lavoratori maschi, percentuale che sale al 17% nel privato. C’è anche da aggiungere che, a parità di titoli di studio, le donne tendono ad ottenere meno posizioni di rilievo degli uomini e, in generale, minori riconoscimenti. Perché? Come è possibile che nel ventunesimo secolo non si riesca a capire che siamo tutti uguali? Un’altra riflessione è sorta assistendo ad una rappresentazione teatrale riguardante il mondo scientifico: scienziate come Vera Rubin, Henrietta Leavitt, Bell Jocelyn ed Amalia Ercoli Finzi hanno lottato perché venisse valorizzato il loro costante lavoro. Durante le proprie scoperte sono state derise e sottovalutate poiché a causa dei vari stereotipi, si pensava che una donna non potesse minimamente avvicinarsi ad un’università o agli studi in genere. Seguendo i propri sogni, sono riuscite ad emergere sottolineando il loro valore, venendo poi ricompensate con premi e titoli di alto livello, diventando così grandi esempi da seguire sia come scienziate che come donne.

Oggi questa disparità di genere, grazie all’opera incessante di movimenti femministi e non solo, si sta man mano colmando rivoluzionando tutti i vari stereotipi.

Tutti noi conosciamo molti artisti come Leonardo da Vinci, Caravaggio… E le donne? Artemisia Gentileschi, ad esempio, fu una pittrice che subì abusi dal suo maestro d’arte. La vicenda, taciuta per molto tempo, venne fuori quando il padre decise di sporgere denuncia, solo dopo aver subito un torto dallo stesso molestatore.

Successivamente la figlia fu strumento di diffamazione, ma nonostante tutto fu il primo caso ad essere vinto da una donna contro una violenza.

Artemisia riuscì a far prevalere i suoi diritti e anche a farsi conoscere nel mondo artistico come grande ritrattista. Pure il mondo della musica non fa eccezione, i testi delle canzoni degli anni passati e spesso quelli recenti hanno temi sessisti, come per esempio “Voglio una donna” o “Bella st****a”, il possesso è l’aspetto portante. Ma anche nel campo musicale ci sono donne che sono riuscite a distinguersi e farsi spazio, ne prendiamo una: Anna Pepe, un esempio.

Cresciuta a La Spezia, condizionata dal bullismo perché considerata “maschiaccio” e in sovrappeso, debutta a soli 16 anni, raggiungendo in poco tempo le vette di tutte le classifiche italiane. Ha dovuto superare molti stereotipi e pregiudizi dei coetanei perché il rap è sempre stato considerato un genere maschile. Anna ha fatto di queste critiche il suo punto di forza senza mai farsi scoraggiare dimostrando che l’essere donna non è un ostacolo ma una caratteristica che l’ha molto aiutata.

Scuola L. Russo – IC Borsellino – Casciavola, classe III D (nella foto).

Alunni: Gioele Agonigi, Gaia Barsali, Davide Battaglia, Matteo Bertini, Davide Brogni, Pasquale Cappuccio, Eva Ciardelli, Beatrice Cosentini, Sara D’Antonio, Lorenzo Forti, Francesco Gasparroni, Alice Ghionzoli, Mustaf Lala, Francesco Montana, Gabriele Narducci, Binetou Ndiaye, Luca Pavan, Gabriele Pingitore, Luca Scardala, Khadidiatou Souare, Ludovica Strafella, Leonardo Teressi, Chiara Tiralongo, Samuele Turturiello, Martina Valtriani. Dirigente scolastico: Cristina Amato; docenti tutor: Annalisa Di Feo, Daniela Betti.

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