ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Duca D'Aosta di Cascina (PI) - 3D

A Navacchio la “rivolta dei trattori” Agricoltura: un tesoro da custodire

Cascina presidio di protesta: la storia del veterano romano che ricevette un lotto di terra nell'ager pisanus

Chissà cosa direbbe il veterano di Augusto Sextus Anquirinnius che agli inizi del I secolo d. C. ricevette il suo lotto di terra nell’ager Pisanus, come ricompensa per il suo lavoro di soldato della XIX legione, nel vedere le proteste che gli agricoltori portano avanti in questi giorni. Di certo si unirebbe a loro… Il territorio di Cascina è sempre stato un territorio agricolo e il nome stesso della nostra città deriverebbe da “Casina”, cioè “casa di campagna”. Fin dall’epoca romana la pianura pisana era rinomata per la produzione di cereali e ortaggi, ma anche la coltura della vite era importante e il vino era venduto ed esportato in anfore di terracotta prodotte localmente. Al momento dell’Unità d’Italia prevalevano ancora nel nostro territorio le coltivazioni orticole e cerealicole, importante era anche l’allevamento bovino. Agli inizi del ‘900 ebbe una certa diffusione la coltivazione del tabacco. Per secoli le colture sono rimaste quindi invariate e ancora oggi possiamo ammirare i campi coltivati a grano che colorano il paesaggio con le varie sfumature di verde in inverno e primavera e di giallo nei mesi estivi. Importanti sono ancora le coltivazioni di ortaggi venduti nei mercati pisani e livornesi. Ma perchè nelle scorse settimane abbiamo visto gli agricoltori scendere sulle strade con i loro trattori a bloccare l’uscita di Navacchio della FIPILI? Gli automobilisti che passavano erano stupiti, molti di loro però hanno mostrato solidarietà con i dimostranti perché hanno compreso le ragioni profonde del loro disagio. Gli agricoltori protestano a Cascina e in tutta Italia perché vogliono che il loro lavoro sia riconosciuto, essi ci “nutrono” con i prodotti che coltivano e purtroppo non sono abbastanza tutelati, chiedono di poter continuare a coltivare ed essere i tutori del paesaggio perché non bisogna dimenticare che sono loro i principali curatori dei fossi, dei pendii che, se abbandonati all’incuria straripano e franano. Vogliamo davvero nutrirci in futuro di carne coltivata e farina di grillo? Abbiamo svolto un’indagine a scuola chiedendo cosa pensano della farina di grillo che dal 1 gennaio 2024 è entrata ufficialmente a far parte degli alimenti italiani.

La maggior parte degli intervistati è risultata contraria per via del disgusto causato dall’idea di cibarsi di insetti, molti sono invece contrari perché penalizzerebbe l’agricoltura. Ma è interessante notare che alcuni si sono detti favorevoli perché l’introduzione di farine e carni “alternative” potrebbe aiutare a risolvere il problema della malnutrizione nei paesi del Terzo Mondo.

 

Abbiamo incontrato a scuola Elia Fornai, uno dei promotori della protesta dei trattori della zona pisana. Elia è un giovane agricoltore di Santa Luce dove vive e si occupa della sua azienda agricola.

Perché avete scelto proprio Navacchio per protestare? «Ero portavoce e motivatore a Navacchio, eravamo lì perché la questura ci ha dato quell’area».

Anche lei è stato a Roma? «Sì. È stata un’esperienza indimenticabile, forse ci scriverò un libro. Erano 30/35 trattori seguiti dalla scorta».

Ci sono agricoltori che non hanno aderito? «Sì, chi per non andare contro i sindacati, chi per disinteresse, chi perché accetta la situazione e chi perché ha degli allevamenti e non può lasciare il bestiame da solo per troppi giorni».

Le leggi dell’UE stanno penalizzando il vostro lavoro? «Sì. Il problema è che l’UE fa produrre meno in Europa, quindi il cibo viene importato dall’estero e paradossalmente si produce più CO2 e si inquina di più, oltre a farci consumare cibi meno salutari».

Cosa ne pensa della farina di grillo? «La libertà è importante per chi produce e chi consuma. Se la vogliono mettere sul mercato che lo facciano ma che sia chiaro nell’etichetta così da mettere in guardia il consumatore che deve stare attento. Dovremmo privilegiare la filiera corta».

 

Ecco la redazione della IIID scuola secondaria di primo grado Duca D’Aosta, istituto comprensivo De André, Cascina. Gli alunni: Amadori Tommaso, Antichi Susanna, Castiglioni Lisa, Catarsi Tommaso Cei Gabriele, Del Seppia Gionata, Della Croce Carlotta, Di Lupo Nicholas, Faggella Marta, Ferraro Benedetta, Gadiaga Issa, Gini Ginevra, Halilovic Daniele, lando Samuele, Rossi Vittoria, Ruglioni Thomas, Sterpin Pietro, Tarrini Elisa, Tognoni Cassandra Docente tutor Anna Maria Maurizio, Denise Camici, Eugenia Storti Dirigente Paola Ercolano.

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