ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Fermi di Casalguidi (PT) - 3AM

Migrazioni: è vera emergenza? Una realtà che viene da lontano

Gli uomini si sono sempre spostati, anche da un continente all'altro, in cerca di condizioni migliori dal dopoguerra, l'Europa è diventata la meta di approdo di molti popoli. Serve impegno condiviso

Le migrazioni hanno caratterizzato l’umanità sin dalla sua origine: tutta la nostra storia è segnata da spostamenti di piccoli gruppi o di intere popolazioni da un luogo all’altro. A ben vedere, inoltre, quello delle migrazioni è un fenomeno ciclico. Infatti, nel Cinquecento e ancor più nell’Ottocento, dall’Europa ci si spostava verso altri continenti per sfuggire alle persecuzioni, alla miseria e alla disoccupazione. Dopo la seconda Guerra Mondiale, invece, il movimento migratorio interessò l’Europa al suo interno, a causa delle diverse condizioni economiche dei singoli paesi. Tra il 1950 e il 1980, il vecchio continente raggiunse un grado di benessere tale da attirare un gran numero di persone provenienti da realtà meno sviluppate.

E oggi? Ebbene, i popoli continuano a migrare in cerca di condizioni di vita migliori, spinti da carestie, conflitti, instabilità politica ed economica. Dall’Africa all’Afghanistan, passando per l’Ucraina, le guerre continuano a rappresentare uno dei motivi principali dell’aumento continuo degli sfollati. Ma, ultimamente, anche l’intensificarsi di fenomeni ambientali estremi, come le alluvioni, gli uragani ed i terremoti, ha spinto le persone ad abbandonare la propria terra di origine dando vita al fenomeno dei migranti climatici.

Il nostro paese, per la sua posizione geografica, è ad oggi, uno dei principali luoghi di approdo e si è trovato spesso a dover affrontare , con scarse risorse e poco sostegno da parte della comunità internazionale, vere e proprie tragedie sul piano umanitario alle quali si è riusciti a far fronte soprattutto grazie alla buona volontà di chi, con spirito di solidarietà e mente aperta, ha saputo tendere una mano e mantenere viva la speranza.

Noi ragazzi, studiando le migrazioni, ci siamo resi conto che esse rappresentano un qualcosa di insito nella natura umana e ci siamo chiesti che senso possa avere continuare a trattare questo tema come una perenne emergenza, senza avere il coraggio di fare quelle scelte politiche che potrebbero davvero far cambiare in meglio la situazione.

L’istinto di provare a migliorare le proprie condizioni, il desiderio di offrire un futuro migliore ai propri figli sarà sempre più forte della paura di andare incontro ad un destino sconosciuto e incerto e noi consideriamo assurdo far finta che tutto questo non faccia parte della nostra realtà: non si può fermare il vento con le mani.

 

L’emigrazione è un fenomeno centrale nella storia del nostro paese ed ha coinvolto milioni di persone, di diversa provenienza e destinazione geografica e sociale. Fin dall’inizio del Novecento cominciarono a migrare, per lo più dalle regioni meridionali, uomini lavorativamente non qualificati, in cerca di fortuna, alla volta dell’America latina o di altri paesi europei, come Francia, Svizzera e Germania.

Queste, ironia della sorte, risultano essere, ancora oggi, le mete prescelte da quei giovani italiani, ben istruiti e qualificati, che sono costretti a fare le valigie desiderosi di trovare un lavoro stabile: il nuovo volto dell’emigrazione.

Siamo sempre stati visti negativamente dalle nazioni ospitanti: un documento emanato dal Congresso degli Stati Uniti ci definiva nemici dell’igiene, dediti al furto e alla violenza, stupidi, svogliati.

Parole che dovrebbero suonarci familiari. Abbiamo avuto modo di approfondire storie come quella della famiglia Russo che, dalla Campania, intendeva raggiungere New York, ma che è rimasta quasi interamente vittima della tragedia del Titanic, o quella di Sacco e Vanzetti, ingiustamente condannati a morte per il solo fatto di essere emigranti. Tutto questo deve farci riflettere: prima di emettere un giudizio, dovremmo ricordarci di quel periodo, in cui razzismo e pregiudizio ci impedivano di realizzare una vita migliore.

La pagina è stata realizzata dagli alunni dell’istituto comprensivo Fermi di Casalguidi.

La redazione Classe 3AM: Carlotta Biagini, Giulia Bitossi, Giorgia Calugi, Giulia danesi, Dario Demartis, Matteo Ejlli, Manuel Ferrazza, Niccolò Ferro, Andrea Frescucci, Leonardo Gai, Camilla Ginanni, Elettra Giuntini, Leonardo Grigoletto, Caterina Grossi, Bryan Ioanna, Andrea Ladu, Filippo Muroni, elisa Perillo, Gemma Pieri, Lhea Rafanan, Maverick Remular, Sara Santaniello, Matilde tabarin, Gabriele Trallori Le insegnanti: Elda De Santis, Valentina Giagnoni.

Votazioni CHIUSE
Voti: 78

Pagina in concorso