ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Lorenzo il Magnifico di Poggio a Caiano (PO) - 5B

«La guerra si sentiva nell’aria» I pellegrini raccontano il viaggio

Don Cristiano D'Angelo e i suoi parrocchiani l'8 ottobre atterrarono all'aeroporto di Tel Aviv La testimonianza di quei giorni trascorsi "sereni ma restando vigili" e l'analisi delle tensioni

Nella scuola elementare si riflette sul conflitto israelo-palestinese e l’attacco del 7 ottobre scorso. I bombardamenti, i morti, gli ostaggi: gli studenti sentono ogni giorno queste parole, soprattutto dai notiziari e hanno voluto approfondire il tema, ascoltando la viva voce di chi era in Terra Santa. Tutto è cominciato il 7 ottobre scorso, con l’attacco terroristico di Hamas in Israele. Proprio in quei giorni, don Cristiano D’Angelo, parroco di Bonistallo si trovava in Israele con un gruppo di pellegrini. Abbiamo voluto ascoltare la sua testimonianza.

Come vi siete sentiti quando avete capito che la situazione era critica e c’era la guerra? «Abbiamo cercato di restare calmi, solo una signora ha avuto un attacco di panico quando abbiamo sentito un allarme. Non abbiamo visto azioni di guerra, eravamo lontani dalle zone colpite, mentre gli scenari di guerra erano più a sud, nella zona vicina alla striscia di Gaza, un piccolo territorio dove sono concentrati molti Palestinesi. La guerra c’era. Noi non l’abbiamo vista, non nei suoi aspetti più crudi e violenti. Ma c’era. Si sentiva nell’aria, al passaggio degli aerei caccia nel cielo, si vedeva nelle strade deserte di Gerusalemme, nelle visite ai santuari dove non c’erano le consuete interminabili file prima di entrare. Abbiamo soggiornato a Nazareth, ci siamo recati nei vari luoghi, mete del nostro pellegrinaggio, sereni ma vigili».

È stato molte volte in Israele? «Sì, varie volte. Conosco quella terra e Gerusalemme, città sacra per cristiani, ebrei e musulmani».

Perché Palestinesi ed Ebrei hanno litigato per tanto tempo? «È complesso spiegarlo: voi cosa conoscete della storia degli Ebrei?» Conosciamo la storia fino alla diaspora, sotto l’Impero Romano, quando nel 70 d. C. gli Ebrei si dispersero per il mondo. «Le vicissitudini nel corso dei secoli furono tante – ha aggiunto il sacerdote ma dobbiamo andare indietro nel tempo, fino alla conclusione della II Guerra Mondiale. La nascita di Israele, nel 1948, è stata una risposta al genocidio ed alle persecuzioni subite dagli Ebrei e fu offerto loro il territorio in cui avevano anti-che radici storiche, ma che era abitato anche dalla popolazione palestinese, di lingua araba e di religione musulmana. Questo è stato il motivo principale per cui Israeliani e Palestinesi competono per il controllo di queste terre. Le guerre non sono mai di religione».

Come potremo far tornare la pace? «Cosa fate quando vedete due vostri compagni che si azzuffano? Cercate di dividerli, li fermate, aspettate che si calmino e poi cercate una soluzione. Ecco, si potrebbe iniziare facendo così, facendo smettere i combattimenti … Le persone comuni, sia fra gli Ebrei che fra i Palestinesi vorrebbero vivere in pace».

 

È possibile vivere in pace? Noi crediamo proprio di sì. Parole di speranza sono venute anche da suor Annalisa Colli, madre generale delle Minime Suore del Sacro Cuore di Poggio a Caiano che ci ha raccontato il «lavoro» che stanno svolgendo a Betlemme: aiutano le persone che ne hanno bisogno, senza distinzione di fede o altro, o come nella loro scuola di Esna, in Egitto, che ospita 300 alunni o in quella dei frati a Betlemme, frequentata da 1200 bambini, che imparano e giocano insieme, pur essendo di religioni diverse, in prevalenza musulmani. «La pace – ha detto suor Annalisa – viene da noi con l’impegno: quando aiutiamo i compagni, dividiamo chi litiga, rispettiamo gli altri anche se non la pensiamo nello stesso modo, quando siamo contenti per un successo di un amico o quando torniamo a parlare, a giocare ed a stare insieme anche dopo un litigio».

Chiudiamo con la poesia di Talil Sorek «Avevo una scatola di colori»: Avevo una scatola di colori, brillanti, decisi e vivaci.

Avevo una scatola di colori alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani.

Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti. Non avevo il giallo per le sabbie ardenti. Ma avevo l’arancio per la gioia della vita. E il verde per i germogli e i nidi. E il celeste dei chiari cieli splendenti. E il rosa per i sogni e il riposo. Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

 

Questa pagina è stata realizzata dagli studenti della classe 5 B della scuola elementare «Lorenzo Il Magnifico» di Poggio a Caiano.

LA REDAZIONE

Studenti-cronisti: Shahd Tamer Reda Nasr Ahmed, Sebastian Caralli, Riccado Emanuele Coppini, Davide Dai, Nicole Gherardeschi, Isabella Lan, Valentino Lin, Luisa Lo Gioco, Viola Mannini, Diletta Mongelluzzo, Leonardo Paoli, Marco Parigi, Sofia Poggi, Giulio Rosati, Diego Rossi, Francesco Spighi, Rui Wang, Fiona Yuqing Wu, Lisa Yu, Justin Zheng, Shaojie Zhou. Gli studenti hanno realizzato anche la vignetta a corredo della pagina e le fotografie durante le interviste.

Insegnante-tutor che ha coordinato il lavoro degli studenti è Elena Cecchi.

Il dirigente scolastico è il professor Alessandro Lattanzi.

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