ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Ser Lapo Mazzei di Prato (PO) - 3A

Musica, come cambia l’ascolto Dai dischi in vinile a Spotify

La storia delle canzonette raccontata attraverso i supporti: prima il grammofono, poi il giradischi l'organo delle chiese e oggi le piattaforme streaming intelligenti che suggeriscono i brani

Vi ricordate quando ascoltare la musica significava avere in casa scaffali pieni di grandi dischi neri e si era costretti ad ascoltare l’intero album per assaporare la propria canzone preferita? Il modo di fruire la musica è cambiato nel tempo, si è evoluto negli anni, è una storia che parte da lontano, almeno da quando la lettura dei racconti epici, nell’antichità, veniva accompagnata da ’musici’ che intrattenevano i presenti. Più tardi, nel Rinascimento, un bivio: da una parte la musica sacra può essere ascoltata gratuitamente dal popolo nelle chiese; dall’altra nasce l’epoca dei grandi mecenati che commissionano opere ai compositori per i loro concerti privati.

Si deve attendere il 1887, anno in cui nasce il grammofono, per imprimere la musica su un supporto e poterla riprodurre infinite volte.

C’è una svolta: la musica entra nelle case delle persone, relativamente a buon mercato. Nel corso del XX secolo l’industria musicale ha tentato continuamente di migliorare la qualità del suono, soprattutto cambiando i supporti: dal disco di vinile si passa alla musicassetta, poi al Cd e successivamente alla digitalizzazione con strumenti quali i lettori mp3. La musica viene riprodotta un po’ ovunque: col jukebox nei bar ad esempio o in auto.

Oggigiorno basta una connessione internet per accedere a un mondo infinito: in rete possiamo trovare qualsiasi brano, qualsiasi genere musicale, ed ascoltarlo quando vogliamo; infatti esistono delle piattaforme dedicate all’ascolto che funzionano in maniera efficiente: Spotify, Apple music o Youtube per citare solo le principali. Il catalogo di scelta è immenso, potenzialmente tutta la discografia esistente. Tutto gratuito con le pubblicità, ma c’è la possibilità di pagare un abbonamento per rimuovere gli annunci che interrompono magari l’emozione di una playlist e per ’sbloccare” il numero di skip, termine che significa «saltare da un brano all’altro». È da mettere in evidenza che piano piano la scelta della musica sta passando dall’uomo alla macchina: l’algoritmo presente in queste piattaforme propone musica appartenente alla categoria di quella che ascoltiamo solitamente.

Insomma l’algoritmo conosce i nostri gusti e sceglie per noi. Abbiamo veramente bisogno che qualcosa scelga per noi? Fruire la musica in maniera disordinata, passando da una canzone all’altra, da un autore all’altro, da un genere ad un altro è rispettoso degli artisti e delle loro opere? Chissà che forse non sia proprio questa la prossima fase della storia musicale.

 

Il negozio Niccoli è una istituzione a Prato dove vende dischi di musica dal 1925.

La sua attività ha una lunga storia. È sempre stata della vostra famiglia? «Il negozio è stato aperto da mio nonno Raffaello che, all’epoca, vendeva strumenti musicali e si occupava anche delle riparazioni. Poi mio padre ha cominciato a vendere i dischi quando l’industria musicale era ben diversa da quella odierna».

Perché ha voluto continuare questa carriera? «Una sola parola: passione. La musica è arte, è cultura. È vero che io sono anche un venditore, ma mio padre mi ha insegnato che l’obiettivo dev’essere la soddisfazione di un cliente».

Cosa la porta nel 2024 a vendere ancora dischi nonostante le piattaforme digitali con musica gratuita? «Quando un autore pubblica un album di canzoni, questo è un po’ come un racconto suddiviso in capitoli. Non leggeresti mai alcuni capitoli per poi saltarne altri».

Ci sono appassionati che preferiscono gli LP? «Sì, si sta ampliando il pubblico di chi vuole ascoltare musica attraverso un impianto stereo, partendo quindi dal vinile. È un’esperienza d’ascolto certamente migliore rispetto ai diffusori di un cellulare.

Cosa ne pensa delle attuali piattaforme? «Personalmente apprezzo su un buon impianto audio, musica jazz, rock e la classica».

Questa pagina è stata realizzata dagli studenti della classe 3A della scuola media Ser Lapo Mazzei del comprensivo Marco Polo di Prato.

Studenti-cronisti: Aziz Anisha, Calandra Mariastella, Carhuaricra Alexandra, Ge Massimo, Giordano Gaspare, Hossain Emrose, Ju Si Yu Elisa, Laraku Gabriel, Li Luigi, Li Antonio, Lin Lisa, Liu Angelo, Liu Lina, Martinez Gisel, Pan Fabio, Villanueva Nicolle, Xu Martin, Yang Shenglin Andrea, Zhang Giovanni, Zheng Gioia, Zhou Chiara, Zhou Lucas Gli studenti hanno realizzato anche le immagini a corredo della pagina e le fotografie durante le interviste.

Insegnante-tutor che ha coordinato il lavoro degli studenti è Roberto Petterlin. Il dirigente scolastico è la professoressa Mariagrazia Ciambellotti.

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