ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 2F

Intelligenza artificiale Un pericolo o una risorsa?

Che cosa è, come funziona, come può aiutare la didattica e lo studio. La nostra ricerca

Da qualche anno sentiamo parlare di una nuova tecnologia che sta rivoluzionando il modo di approcciarsi alla cultura e allo studio. Ma sappiamo davvero cos’è l’intelligenza artificiale, come funziona, quali sono le sue potenzialità e le conseguenze sull’apprendimento? Ci siamo posti alcune domande e, attraverso una ricerca approfondita su internet, abbiamo cercato di dare risposte a questi interrogativi. Inoltre, grazie a un piccolo sondaggio condotto nella nostra scuola, abbiamo cercato di capire quanti ragazzi della nostra età utilizzano questa tecnologia.

Come l’intelligenza artificiale può aiutare la didattica a scuola? Un esempio di applicazione didattica riguarda i sistemi di valutazione degli studenti. Questi strumenti permettono di superare la cosiddetta «valutazione sommativa» (quella tradizionale, basata su test e interrogazioni), che avviene solitamente alla fine di un periodo di studio, per passare a una «valutazione formativa» continua e in itinere. Quest’ultima fornisce ai docenti feedback ricorrenti, permettendo di identificare tempestivamente le lacune degli studenti e di attivare attività di supporto mirate. Esistono, ad esempio, strumenti di automatic exit scoring in grado di analizzare la struttura delle frasi scritte dagli studenti, gli errori ricorrenti e il tempo di consegna dei compiti, fornendo al docente un punteggio continuo e semplificando la correzione. Infine, ma non meno importante, ci sono strumenti che aiutano gli studenti a studiare e a fare i compiti, oltre al già citato ChatGpt. Tra questi, i cosiddetti «mediatori visivi» compensano la parte trasmissiva delle lezioni. Ad esempio, esistono algoritmi che, partendo da un testo (come la trascrizione di una lezione), producono mappe concettuali, facilitando la comprensione e l’apprendimento.

Che cos’è l’intelligenza artificiale? E’ l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Si riferisce a un’ampia gamma di sistemi e strumenti. I modelli di intelligenza artificiale si basano su algoritmi che elaborano e rielaborano i dati, producendo un risultato finale, chiamato output. In informatica, l’output è la fase in cui il computer, dopo l’elaborazione, fornisce informazioni o dati che costituiscono il risultato finale. Se il dato alimenta l’intelligenza artificiale, cosa la fa funzionare? La risposta è l’algoritmo. Un algoritmo è una serie di istruzioni che devono essere seguite per risolvere un problema o compiere un’attività. Per esempio, se volessi fare una torta, l’algoritmo sarebbe la ricetta che spiega tutti i passaggi necessari.

Quali sono i programmi che utilizzano l’intelligenza artificiale? Sono ChatGpt, GoogleDeepMind e il più recente DeepSeek. ChatGpt è stato creato negli Stati Uniti nel 2015, a San Francisco, viene utilizzato per la scrittura automatica, la traduzione linguistica, il supporto educativo e la creazione di contenuti. GoogleDeepMind è nato a Londra nel 2012 ed è noto per aver battuto i campioni mondiali nel gioco del Go, un gioco molto più complesso degli scacchi. Infine DeepSeek è un’intelligenza artificiale che sviluppa modelli linguistici di grandi dimensioni. Creato nel luglio 2023 da una compagnia cinese, si propone come un modello AI open source all’avanguardia, con un’ottima comprensione del linguaggio.

 

Può l’intelligenza artificiale rimpiazzare l’uomo? No, perché ci sono cose che le macchine, per quanto avanzate, non potranno mai fare. Tra questi provare sentimenti e acquisire consapevolezza di sé. Queste qualità resteranno sempre proprie dell’essere umano. I computer possono ricordare e gestire una quantità di informazioni con velocità e precisione impossibili per l’uomo, e iniziano persino ad «apprendere». Tuttavia, sebbene gli algoritmi possano prendere decisioni migliori in alcuni contesti e i robot possano essere più abili in determinate attività, il lavoro umano è destinato a cambiare, non a scomparire. Sarà sempre la coscienza umana a introdurre nelle macchine i riferimenti etici necessari per guidare le loro decisioni.

Insomma, l’intelligenza artificiale è come una super calcolatrice: può fare cose incredibili, ma ha bisogno della nostra testa (e del nostro cuore) per funzionare bene! Abbiamo condotto un’indagine statistica per capire quanti studenti nella nostra scuola utilizzano l’intelligenza artificiale. Abbiamo visitato diverse classi con indirizzi e abitudini scolastiche differenti, facendo la domanda sull’uso dell’intelligenza artificiale agli studenti. Dalle loro risposte, abbiamo ricavato i dati che sono riportati nel grafico a fianco.

 

Articoli, foto e grafico sono realizzati dalla 2^ F della Secondaria di primo grado Vanghetti Istituto comprensivo Empoli Est: Fabrizzio Asanza Quispillo, Giorgia Bani, Bernardo Barbaria, Lorenzo Cerratelli, Gregorio Checcucci, Riccardo Cioffi, Emma D’auria, Diego Demrozi, Eleonora Diricatti, Matteo Fontanelli, Valentino Gaetano, Ji Ya Shi (Monica), Andrea Lucii, Viola Margiotta, Lorenzo Niccolai, Aurora Rebecca Pepe, Lorenzo Primo, Eleonora Salvini, Pietro Scali, Oscar Tinti, Gabriele Tozzi, Tommaso Trapani, Leonardo Volpi, Giovinco Ye Bo En, Pietro Zichella.

Docente tutor Mirco Di Giorgio.

Dirigente scolastico Marco Venturini. 

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