«Uso l’intelligenza artificiale» Il prof crea enigmi matematici
Un docente spiega il nuovo modo di fare lezione e avverte: «Sta sostituendo l’uomo, posti a rischio»
L’intelligenza artificiale è una vera e propria rivoluzione che apre porte che ci portano nel futuro. Sono molte le attività che può svolgere al servizio dell’uomo. Alla scuola Malaspina è entrata in classe grazie all’uso nella didattica che ne fa il professore di matematica e scienze Luca Malfatti. Il docente, intervistato dai ragazzi, ha spiegato i lati positivi e negativi di questa novità.
Professore, cos’è l’intelligenza artificiale? «L’intelligenza artificiale è la capacità di un computer di eseguire compiti tradizionalmente eseguiti da esseri intelligenti. Nello specifico, quella di cui si parla tanto adesso è l’intelligenza artificiale generativa, cioè un’intelligenza artificiale in grado di creare testi, audio, immagini o video in risposta a specifiche richieste. È uno strumento ancora in fase di sviluppo, che può essere utilizzato a fin di bene, ma che può anche ingannare le persone».
Lei come la utilizza nella didattica? «Io la utilizzo per creare testi con cui attirare l’attenzione dei miei studenti, come scrivere un problema di matematica in versi. Inoltre mi ha permesso di creare un sito web contenente un’avventura ad enigmi matematici per gli studenti: se le risposte sono corrette si può continuare a leggere la storia.
Dal punto di vista didattico ha un effetto positivo e cattura l’attenzione degli studenti».
Come possiamo usarla noi alunni? «Potete utilizzarla per fare un riassunto di quello che dovete studiare, oppure per suggerirvi soluzioni mentre state svolgendo i compiti.
L’importante è che abbiate sempre a fianco un adulto che vi aiuti a riconoscere gli errori».
A cosa dobbiamo fare attenzione? «L’intelligenza artificiale non si basa tanto sulla logica, quanto sulla statistica: spesso e volentieri sbaglia le risposte alle domande che le vengono poste, ma cerca di convincerti che quello che dice è vero. Quando tratta un argomento non troppo complesso, riesce a gestirlo benissimo, ma quando un argomento è troppo specifico, allora può fallire».
Quali pericoli si nascondono dietro questa novità? «C’è il pericolo che molte persone possano perdere il lavoro venendo sostituite da questa intelligenza. Esistono già degli influencer generati dall’intelligenza artificiale. Oggi a rischiare di più sono le persone che svolgono lavori intellettuali rispetto a quelle che svolgono lavori manuali. Inoltre l’intelligenza artificiale è un rischio perché può aiutare la diffusione di notizie false: per esempio può creare video così realistici da convincere alcune persone che siano accadute cose che in realtà non sono mai successe».
Un importante campo di applicazione dell’intelligenza artificiale ancora tutto da esplorare è la robotica intelligente: l’intelligenza artificiale e la robotica si combinano per creare macchine autonome, capaci di svolgere compiti complessi senza supervisione umana. I robot già adesso lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza pause per riposare, anche in ambienti in cui gli esseri umani non potrebbero farlo. L’intelligenza artificiale consente adesso a queste macchine di percepire l’ambiente, prendere decisioni e adattarsi a situazioni nuove: grazie a tecnologie come la computer visione a sensori avanzati, i robot possono riconoscere oggetti, persone e ostacoli, possono analizzare immagini e video in tempo reale oppure interpretare le espressioni facciali e i gesti per interagire con gli umani. Potrebbe sembrare una tecnologia avveniristica, ma in realtà i robot che usiamo in casa per pulire i pavimenti e le automobili a guida assistita sono già dotate di intelligenza artificiale. Nell’industria e nell’agricoltura robot vengono già utilizzati per sostituire gli esseri umani in lavori pesanti e pericolosi oppure che richiedono tempo, precisione e fatica come la raccolta di frutta o l’assemblaggio di pezzi piccolissimi. Nella sanità i robot eseguono operazioni chirurgiche, prelievi e vaccini. Infine nell’industria aerospaziale si stanno sperimentando robot in grado di assistere, anche dal punto di vista psicologico, gli astronauti costretti a lunghi mesi di permanenza nello spazio.
Questa pagina è stata realizzata dagli alunni e dalle alunne del Laboratorio di Giornalismo della scuola secondaria di I grado “Moroello Malaspina” dell’Istituto Comprensivo “Malaspina”. Si tratta di: Marco Arrighi, Mattia Battistini, Beatrice Ciardullo, Teresa Maria Cortopassi, Micol Ferrarini, Sabrina Gigli, Noemi Ginocchi, Luis Kazazi, Delia Annamaria Moise, Lucia Mariaelena Orsi, Giulia Roxen Pjetri ed Edoardo Tonarelli. Il laboratorio è curato dal professor Federico Guidotti e dal giornalista Alberto Sacchetti. La dirigente scolastica è la professoressa Carmen Menchini.