Le nostre migliori eccellenze I geni della Maremma
Dall’architettura medievale fino ai grandi protagonisti del passato e del presente

La Maremma è una vasta e affascinante area situata nella Toscana meridionale. Anticamente terra di paludi e di malaria e per questo ritenuta malsana e pericolosa per la vita, grazie a lunghe opere di bonifica oggi è una zona di grande interesse culturale non solo per i suoi paesaggi mozzafiato, ma anche per il vasto bagaglio letterario e artistico. A partire dalle architetture medievali fino ai grandi talenti dell’ultimo secolo.
Tra i più grandi esponenti letterari della Maremma ricordiamo nello scorso secolo Giosuè Carducci, per il suo ritorno al Classicismo e il premio Nobel per la Letteratura; scrittori grossetani come Luciano Bianciardi o di adozione come Carlo Cassola che contribuirono significativamente al fermento culturale italiano e a far conoscere le problematiche della loro terra come nell’opera «I minatori della Maremma».
Ad ispirare la creatività dei personaggi saranno state sicuramente le bellezze naturali del monte Amiata, gli scorci del Parco della Maremma, le terme naturali di Saturnia, le coste dall’acqua cristallina. Tante sono anche le bellezze artistiche da visitare e ammirare: le mura di Grosseto ancora intatte, gli scavi di Vetulonia e di Roselle legati alla civiltà etrusca o le creazioni presenti nel giardino dei Tarocchi presso Capalbio. Esiste poi una ricca tradizione del territorio che si manifesta attraverso racconti e numerose leggende, capaci di sviluppare nelle persone un forte senso di appartenenza. Diversi sono i tipi di narrazione con varietà di temi legati alle unicità della Maremma come la leggenda della bella Marsilia, quella dell’olivo della Strega, del brigante Tiburzi ricordato come un autoctono Robin Hood o sulle origini di un gustoso piatto tipico quale l’acquacotta.
Il nostro territorio ha raggiunto grandi traguardi anche in campo sportivo: Ambrogio Fogar con grande coraggio riuscì a circumnavigare in solitaria il globo e, pur non essendo toscano, scelse per la sua impresa durata un anno la Maremma partendo da Castiglione della Pescaia. In tempi più recenti ricordiamo Alessandra Sensini, campionessa olimpica di windsurf e Ambra Sabatini, campionessa paralimpica nei 100 metri piani.
Ambra ebbe un incidente in motorino e perse una gamba, ma ciò non la fermò dal raggiungere il suo obiettivo arrivando a vincere la medaglia d’oro a Tokyo 2020.
La città di Grosseto ha riconosciuto a questi personaggi il Grifone d’oro, considerata la maggiore onorificenza assegnata a coloro che hanno contribuito a far conoscere questi luoghi e a portare in alto il nome della Maremma.
In Maremma esiste un piccolo paese che conta 967 abitanti che si chiama Semproniano, alle pendici del monte Amiata. E’ un borgo ricco di storia e tradizioni con bei monumenti e stradine che lo caratterizzano. Il suo territorio si estende su una superficie di 80 chilometri quadrati, nella parte più interna delle colline dell’Albegna e del Fiora. A Semproniano, nel 1902, nacque l’artista Vico Consorti che progettò la Porta Santa, portando in alto la Maremma con questa meravigliosa opera, conosciuta in tutto il mondo. L’artista fu soprannominato «Vico dell’uscio», per aver lavorato a ben 5 portali bronzei. La Porta Santa fu realizzata con l’antica tecnica detta fusione a cera persa, ultimata in circa 9 mesi ed è costituita da 16 formelle e 12 riquadri. Le immagini possono essere lette sia in senso orizzontale che verticale e rappresentano la storia dell’umanità, mentre i riquadri riportano gli avvenimenti dei Papi che hanno aperto e chiuso la porta negli anni giubilari passati. L’ultima formella in basso a destra ricorda il precedente rito simbolico in cui il Papa colpiva per tre volte la parete intonacata con un martello prima d’oro e poi d’argento.
Successivamente i Sanpietrini si occupavano di rimuoverla. La Porta Santa veniva lasciata aperta per 1 anno e ciò si ripeteva ogni 25 anni nell’anno giubilare.
Papa Pio XII preferì una porta fissa a due battenti, fu così che commissionò il progetto a Consorti, che concluse l’opera nel dicembre del 1949.