ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Don Milani di Orbetello (GR) - 3A, 3B, 3C

I paradossi dell’iperconnessione La solitudine dilagante

Sempre sui social per avere tanti «amici» e poi fuori dallo schermo c’è solo un grande vuoto

Nell’era digitale, dove tutto sembra a portata di mano e la comunicazione istantanea è diventata la norma, si parla sempre più di solitudine. Ma che ruolo hanno i social nelle generazioni dei ragazzi d’oggi? Nati per avvicinare le persone e creare connessioni, essi sembrano spesso tendere verso il risultato opposto: un senso crescente di isolamento. Instagram, Tik Tok e altre piattaforme permettono interazioni continue, aggiornamenti sulla vita degli amici e condivisioni infinite. Tuttavia recenti studi mostrano che l’uso di essi è correlato ad un aumento dei sentimenti di solitudine ed alienazione. La psicologa Clara Rossi spiega: «Le relazioni costruite online spesso mancano di profondità e intimità».

La possibilità di scrollare all’infinito tra post e storie può dare l’impressione di essere costantemente in compagnia, ma l’apparente relazione sociale nasconde spesso un vuoto emotivo, esattamente l’opposto di quanto promesso.

I nostri «amici» schermi ci promettono divertimento, relazioni ma in realtà ci spingono sempre più verso un abisso di isolamento ed estraneità.

Questo confronto infinito porta molte persone, soprattutto giovani, a sentirsi inadeguati e isolati. In primo luogo perché ci viene restituita una realtà perfetta, incantata, molto diversa dalla realtà odierna. Inoltre queste piattaforme avvicinano le persone solo apparentemente, perché non sono in grado di costruire rapporti saldi e duraturi.

Diversi studi hanno evidenziato che limitare il tempo sui social media può ridurre sintomi di depressione, ansia e solitudine. Ma è davvero possibile invertire questa tendenza? Gli esperti suggeriscono alcune strategie chiare.

Limitare il tempo online è il primo passo, impostando regole chiare sull’uso dei social. Favorire le relazioni reali è fondamentale, perché una semplice chiacchierata faccia a faccia ha un impatto emotivo ben diverso rispetto ad un messaggio o a delle emoticons.

La solitudine legata ai social network è la sfida dei nostri tempi, che si può vincere. Da un lato serve lo sforzo degli adolescenti nel prendere consapevolezza dei rischi connessi ai social, nell’usare le piattaforme in modo consapevole e salutare, senza abusarne.

Dall’altra i colossi della tecnologia devono impegnarsi a promuovere una cultura digitale che metta al centro il benessere dell’essere umano. In un mondo iperconnesso, la sfida è ritrovare il valore della connessione autentica ed il modo per riuscirci è semplice: mettere sempre al primo posto le relazioni umane.

 

Hikikomori è un termine giapponese che significa stare in disparte e viene usato per indicare persone che decidono di non avere più alcun contato con il mondo esterno. Gli Hikikomori, infatti, si rinchiudono nella propria stanza dalla quale non escono neanche per andare a scuola, a lavoro o per mangiare. Il contatto con il mondo esterno avviene solo tramite pc e internet, in particolar modo. Questo strumento, infatti, permette loro di accedere al mondo esterno senza doverne far parte. Litigano spesso con i familiari che non riescono a comprendere questo atteggiamento e diventano impotenti davanti al loro comportamento. Le cause di questo loro modo di vivere sono varie: quelle familiari derivano da un cattivo rapporto con i genitori; quelle caratteriali dipendono dal loro temperamento, spesso introverso, e dalla loro sensibilità; le cause scolastiche riguardano il loro modo di considerare l’ambiente scolastico, ritenuto ostile perché legato a esperienze di bullismo e di ansia. Le cause sociali sembrano quelle più rilevanti: gli Hikikomori ritengono la società una prigione dalla quale scappare.

Possibili soluzioni: risolvere questo problema, che nasce nel mondo orientale ma è sempre più diffuso anche nella nostra società, non è semplice. E’ importante parlarne e sensibilizzare il maggior numero di persone, soprattutto nel mondo della scuola e delle attività che riguardano i ragazzi, poiché il maggior numero di Hikikomori si evidenzia tra i 14 e i 25 anni.

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