La memoria del nostro passato Un ponte tra le generazioni
Il valore degli strumenti di un tempo come macchine fotografiche, diari e lettere
Oggi tra noi ragazzi difficilmente si inviano lettere cartacee, si scrivono pagine di diario o si stampano foto: non condividiamo più ricordi, pensieri, emozioni, spesso affidandole ai social per chi verrà dopo di noi. La nostra generazione non ricorda di aver scattato una foto con la macchina fotografica o di aver imbucato una lettera, affrancandola. Rispetto al passato la vita si muove molto più velocemente e spesso tendiamo a organizzare il futuro senza ricordare ciò che è stato ieri. È davvero affascinante pensare invece a come i nostri avi hanno involontariamente conservato e tramandato la propria storia attraverso oggetti che hanno un significato speciale. Lettere, fotografie, diari e video non sono solo semplici oggetti: sono veri e propri custodi di ricordi e emozioni. Le lettere, ad esempio, possono raccontare storie d’amore, amicizie o momenti di vita quotidiana. Ogni parola scritta porta con sé il tono e l’intento dell’autore, permettendoci di rivivere emozioni passate; attraverso le fotografie si possono catturare frammenti di tempo che raccontano storie di gioia, tristezza, celebrazioni e sfide e le pagine dei diari invece possono fungere da ponte tra generazioni, permettendo a noi di comprendere le esperienze e le emozioni che i nostri avi hanno vissuto. Insieme, questi cimeli ci aiutano a costruire la nostra identità familiare e collettiva. Ci ricordano da dove veniamo, le sfide che abbiamo affrontato e i legami che ci uniscono. Ogni oggetto racconta una storia che contribuisce a formare il nostro senso di appartenenza e a mantenere viva la memoria delle generazioni passate. È un modo meraviglioso per onorare il nostro passato e trasmettere la nostra storia alle future generazioni. La memoria del passato gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della nostra identità: le esperienze positive o negative ci insegnano lezioni importanti. Riflessioni su eventi significativi della nostra vita ci aiutano a sviluppare valori, principi e una maggiore consapevolezza di noi stessi; le storie, le tradizioni e le esperienze condivise ci aiutano a sentirci parte di qualcosa di più grande, contribuendo a formare la nostra identità culturale. Condividere ricordi e storie con gli altri crea legami più profondi.
Le esperienze condivise possono rafforzare le relazioni e contribuire a una comprensione reciproca, arricchendo la nostra identità sociale. La memoria del passato non è solo un archivio di esperienze, ma un elemento attivo e dinamico che plasma chi siamo e come ci relazioniamo con il mondo. Essa ci offre una base su cui costruire la nostra identità, influenzando le nostre scelte, le nostre relazioni e il nostro modo di vedere il futuro.
Il 31 gennaio nella biblioteca comunale di Incisa, noi ragazzi delle classi terze abbiamo incontrato l’assessore alla cultura di Milano Tommaso Sacchi. Con lui abbiamo discusso della storia della sua famiglia partendo dalla lettura del suo libro «Il bosco dove tutto cominciò. Storia di una famiglia partigiana».
Quanto è importante per lei la memoria del nostro passato? «Primo Levi diceva ’Non c’è futuro senza memoria’. Ai vostri occhi questa frase può sembrare un ossimoro, una dicotomia paradossale: ’futuro e memoria’, due parole apparentemente opposte ma in quella frase ci sta tutto il senso dell’importanza di ritornare sui fatti della storia, della memoria, anche personale, che arricchisce i racconti di ciò che non può e non deve più accadere».
Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro? «Con mia madre ho iniziato a scartabellare ricordi, lettere e documenti che lei aveva raccolto da quando era ragazza, di fatto tracciando, mappando e costruendo una linea del tempo importante per la memoria della nostra famiglia, sulle vite di Dado e Gianpaolo. Mia madre ha sostenuto la scrittura di questo libro dicendomi che era giusto che io mettessi nero su bianco la mia appartenenza a una famiglia antifascista».
Ecco tutti i nomi dei membri della redazione dalla 3A della scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri di Incisa Valdarno: Rebecca Bigi, Lucrezia Borbui, Viola De Nisi, Greta Gagnarli, Lucrezia Giarratana, Christian Licciardi, Cristian Nardi, Viola Nardi, Gioele Nocentini, Yuri Perone, Federico Sandroni, Aurora Squilloni, Giulio Torricelli, Sofia Varvarito.
La docente tutor che segue il progetto del campionato di giornalismo è la professoressa Paola Masciullo.
Il dirigente dell’istituto comprensivo di Rignano Incisa è il professor Antonio Restaino.