ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Istituto Paritario Suore Mantellate di Pistoia (PT) - Redazione Junior

Viviamo nell’epoca del digitale La poesia è pazienza e passione

A tu per tu con lo scrittore Paolo Fabrizio Iacuzzi, artista e da sempre il padre del «Premio Ceppo» L’insegnamento: «Prima di scrivere, bisogna fare molte letture e bisogna conoscere gli altri»

Il teatro e la letteratura sono sempre stati strettamente collegati agli eventi storici e sociali, ma è ancora così? Oggi le tematiche che si affrontano sono sempre più proiettate su un futuro tanto grandioso quanto incerto. Per capire come la letteratura interpreti i processi attuali ci siamo rivolti al poeta, critico letterario e curatore editoriale Paolo Fabrizio Iacuzzi.

Gli abbiamo chiesto in che epoca culturale viviamo e ha risposto che «siamo nell’epoca del digitale, in cui dominano i social e gli influencer contano più dei maestri e degli intellettuali». I media hanno amplificato il concetto di potere e di libertà indiscriminata di pensiero, per cui tutti si sentono autorizzati a esprimere un parere su tutto, anche in assenza di conoscenze specifiche.

Definisce l’epoca contemporanea come un grande Medioevo, poiché ci sono pochi spazi di condivisione reale e occorre creare, o ricreare una comunità che riesca a dialogare, a mettere insieme delle risorse e a educarsi come il progetto educativo del Premio Ceppo.

Prosegue affermando che non dobbiamo sottometterci a questa società, ma portare avanti valori reali, come la condivisione e la compassione. Alla domanda su quante e quali siano le correnti culturali attuali ha evidenziato che non ce ne sono di univoche, e che l’artista deve far riferimento a un imperativo etico per esprimersi nel romanzo, nella poesia e nel racconto.

Si definisce uno «scrittore in versi» appartenente a una corrente «di poeti che sono tornati a porre alla base della poesia l’esperienza profonda dell’io» e aggiunge che «c’è bisogno di coniugare al proprio io un noi». Infine gli abbiamo chiesto quando e perché ha deciso di essere un artista e ci ha risposto che è diventato un artista suo malgrado. Per lui tutto è iniziato sui banchi di scuola, «poiché è grazie alla scuola che si affacciano dentro di noi le vocazioni e molto spesso è grazie agli insegnanti o alle esperienze, come quella del servizio civile alternativo a quello militare». Iacuzzi ha iniziato a sentire questa vocazione tra la quarta e la quinta liceo e ci racconta che è grazie a un professore di Filosofia che ha riconosciuto e coltivato il proprio talento.

Però ci sottolinea che dal dire «Adesso inizio a scrivere» al pubblicare la sua prima opera passano molti anni proprio «perché prima di raggiungere un obiettivo si devono fare molte letture e si deve fare molta esperienza di sé e degli altri».

 

Indiscusso è il valore del teatro e così abbiamo intervistato l’autore, regista e insegnante teatrale, Daniele Giuliani. Nasce sul palcoscenico e ci racconta la nascita e lo sviluppo della sua passione fin dalle prime scenette improvvisate ai pranzi tra amici. Gli abbiamo domandato di come il teatro interagisca ancora oggi con la nostra epoca e quale periodo culturale stiamo attraversando. Daniele Giuliani ritiene che siamo in un periodo molto difficile, poiché c’è un forte cambiamento sia a livello politico sia a livello umano. Questo perché, secondo lui, l’essere umano, come spiegato dalla teoria dell’antropocene, si pone al centro del mondo e trascura le altre forme di vita. Inoltre afferma che è difficile individuare una sola corrente culturale e che in realtà ve ne sono molte e differenti tra loro, anche se poco strutturate rispetto a quelle del passato.

Oggi si fa riferimento principalmente a correnti degli inizi del Novecento e tutt’oggi si attinge da esse per scrivere. Un’altra domanda che abbiamo posto è stata in quale epoca si identifichi e ci ha risposto che il suo mondo è vicino a quello espressionista, cioè quel movimento che parla dell’arte ricollegandosi alle emozioni che l’uomo prova. Infine, abbiamo posto al regista una domanda piuttosto personale che però ci affascinava: «È difficile creare uno spettacolo da zero e trovare idee originali?». Ci spiega che è un lungo processo che viene dal cuore, dove ognuno di noi si crea il proprio spazio di felicità. Ci lasciamo così, con la consapevolezza che il teatro è vita e ponte tra passato e futuro.

 

La pagina è stata realizzata dalla Redazione Junior 2023-2024 dell’Istituto Suore Mantellate. Hanno contribuito alla stesura della pagina e nella ideazione dei disegni, gli alunni: Chiara Calussi, Emanuel Galgano, Alessandro Gallardo Mazzei, Ilias Hoxha, Vittoria Poli, Caterina Ricci, Guglielmo Righi, Ilaria Spiti, Carolina Tutueanu, Edoardo Valerio, Lorenzo Vannacci, Francesco Verdiani.

Dirigente: professoressa Rita Pieri (nella foto) Docenti Tutor: professoresse Manrica Castellani e Giulia Calamai. 

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