ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Leonardo Da Vinci di Lastra a Signa (FI) - 2C

1945: l’eccidio del Pontaccio La verità sepolta nel silenzio

Una triste pagina di storia senza giustizia: quando la Resa dei conti colpì anche Lastra a Signa

Nel 1945, con la guerra vinta dagli Alleati, l’odio si rafforzò sempre più e molti partigiani cominciarono a selezionare chi secondo loro aveva avuto a che fare col fascismo per colpire in modo spesso indiscriminato. Le azioni commesse nei confronti dei vinti, protratte fino al 1948 circa, presero il nome di «Resa dei conti». Alcune bande partigiane, nonostante gli ordini, per mettere in atto la propria vendetta non consegnarono le armi finché non si fosse realizzata la loro idea di giustizia. Le vittime furono circa 30.000. Questi fatti sono stati a lungo tenuti segreti da chi li aveva commessi, vissuti o conosciuti, nessuno per timore osava farne parola, ma anche grazie al libro «Il sangue dei vinti», pubblicato da Giampaolo Pansa nel 2003, che creò enorme scalpore, non fu più possibile tacere.

Lo stesso si verificò nell’informazione, come provano il documentario sull’eccidio di Schio «Un paese diviso», trasmesso in modo da avere meno ascolti possibili e il film «Il segreto di Italia», molto ostacolato nella sua realizzazione e diffusione. Tutto ciò fa capire che alla conclusione di una guerra gli unici a raccontarla sono i vincitori con il loro punto di vista, facendo sì che la memoria dei vinti sparisca e si dissolva. Anche nel nostro territorio è avvenuto un fatto quasi certamente di mano partigiana riconducibile a questo contesto.

La sera del 5 gennaio 1945, col fronte passato da qualche mese e a guerra finita almeno in Toscana, un gruppo di aggressori armati di mitra colpì tre uomini che stavano tornando a Malmantile.

Il bersaglio principale era Amadeo Relli, macellaio del paese ed ex segretario del Fascio locale.

L’omicidio avvenne sulla strada del Pontaccio. Insieme al Relli c’erano due amici che non avevano mai assunto ruoli politici, uccisi perché possibili testimoni, Carlo Panconesi e Lionello Mazzuoli. Probabilmente Amadeo temeva di essere vittima di un agguato partigiano, così si era fatto accompagnare dai due. Siamo risaliti a questa triste vicenda grazie agli archivi dei caduti della RSI per poi raccogliere testimonianze da alcuni parenti delle vittime.

La principale fonte con cui abbiamo parlato è Lido Mariotti, ex insegnante lastrigiano e nipote di Carlo Panconesi, che ha raccontato come ha vissuto il fatto. Più tardi fu istruito un processo che ebbe come unico imputato un membro del locale Cln ma terminato, come spesso accadeva in questi casi, con un nulla di fatto. Questo atroce delitto è rimasto senza colpevoli né giustizia e ciò non ha aiutato ad averne una memoria serena e condivisa. 

 

Per completare l’articolo abbiamo avuto opportunità di intervistare a Roma il grande giornalista Giovanni Minoli, disponibile a scambiare riflessioni con noi.

Cosa pensa della Toscana subito dopo il passaggio del fronte? «In un quadro generale normalizzato, il clima restava di ostilità con conti in sospeso politici e personali e accanimento soprattutto da parte partigiana con la vittoria in pugno».

Quali le sensazioni dei vinti prima di subire quella fine? «Consiglio ’Il sangue dei vinti’, bellissimo libro di Giampaolo Pansa, svela situazioni reali dando voce ai dimenticati».

Gli Alleati avrebbero potuto fermare i partigiani? «Liberando l’Italia si resero colpevoli di atroci delitti, bombardando città e perfino accordandosi con la mafia. Come avrebbero potuto?».

Perché c’è stato un gran silenzio e nessuno ha mai aperto l’argomento? «La storia la scrive chi vince, per motivazioni politiche non si è approfondito».

Che luce ha portato il libro di Pansa? Uscito prima avrebbe cambiato qualcosa? «Non credo, è stato subito osteggiato perché per primo ha messo il dito nella piaga raccontando la verità».

Nelle scuole il discorso è stato affrontato? «No, quasi per niente, a motivo del clima che si era creato».

Durante «La storia siamo noi» è stato ostacolato per evitare la diffusione di informazioni scomode? «Sì, ma non ho tenuto conto degli ostacoli, soprattutto non ho mai ceduto alla paura. La redazione è sempre stata libera col gusto della verità». Da sempre è un intervistatore, come si sta sulla sponda opposta? «È più difficile intervistare: si deve studiare ed essere preparati, evitando domande banali».

 

Ecco tutti i membri della classe IIC della Scuola Secondaria di primo grado Leonardo Da Vinci di Lastra a Signa che hanno realizzato la pagina di ’Cronisti in classe’: Matilde Barone, Said Bayoumi, Lina Noella Bazikamwe, Alice Calandra, Alen Cekaj, Niccolò Comito,Alessio Conticelli, Matteo Ferrari, Martina Galli, Leonardo Jin, Noemi Kurti, Matteo Lala, Adele Lombardi, Viola Maltoni, Giulia Marzocchini, Filippo Peruzzi, Leonardo Tombelli, ì Ginevra Tortorici, Lia Wu, Francesco Zingoni.

Docente tutor: professor Ruggero Righetti Dirigente scolastico: Eleonora Marchionni

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