L’importanza di essere fragili E di riconoscere le debolezze
Accettare la propria vulnerabilità è atto di coraggio: porta a crescita personale e apprezzamento per la vita

Nella società moderna, l’idea di essere fragili o vulnerabili spesso viene associata a debolezza o fallimento. Tuttavia, abbracciare la fragilità è un atto di coraggio e un passo verso la crescita personale e il benessere emotivo. Essere fragili non significa essere deboli; piuttosto, implica il riconoscimento della nostra umanità e la volontà di aprirci agli altri e alle esperienze con sincerità e autenticità.
La fragilità è un aspetto inevitabile della condizione umana. Nessuno è immune alle sfide, alle delusioni o alle difficoltà che la vita presenta. Ignorare la propria fragilità può portare a una vita emotivamente sterile e superficiale. Al contrario, accettare la propria vulnerabilità può portare a una maggiore compassione verso se stessi e gli altri, nonché a una connessione più profonda con le proprie emozioni e esperienze.
Uno dei miti più diffusi riguardo alla fragilità è che esporre le proprie debolezze ci renda vulnerabili di fronte agli altri. Tuttavia, è proprio attraverso la condivisione delle nostre vulnerabilità che possiamo stabilire connessioni autentiche e significative con chi ci sta vicino.
Quando ci mostriamo vulnerabili, permettiamo agli altri di farlo anche loro, creando uno spazio di comprensione reciproca e supporto emotivo.
Essere fragili richiede anche un certo grado di fiducia in se stessi. Accettare la propria vulnerabilità significa essere disposti a riconoscere e affrontare le proprie paure e insicurezze. Questo processo può essere spaventoso, ma può rivelarsi anche incredibilmente liberatorio. Quando ci permettiamo di essere autenticamente vulnerabili, rompiamo le barriere che ci separano dagli altri e ci permettiamo di essere veramente visti e accettati per chi siamo.
Inoltre, la fragilità è il fondamento della crescita personale. È attraverso le sfide e le difficoltà che impariamo e cresciamo. Accettare la nostra vulnerabilità ci permette di affrontare le sfide con maggiore resilienza e determinazione. Quando ci permettiamo di essere fragili, ci concediamo la possibilità di imparare dalle nostre esperienze e di diventare versioni più autentiche e autorealizzate di noi stessi.
In conclusione, l’importanza di essere fragili non può essere sottovalutata. Accettare la propria vulnerabilità è un atto di coraggio che porta a una maggiore connessione, crescita personale e apprezzamento per la vita. Piuttosto che temere la fragilità, dovremmo abbracciarla come parte essenziale della nostra esperienza umana e permetterci di vivere in modo più autentico e pieno.
La vita è imprevedibile, la vita è una continua ricerca di equilibrio tra la luce e il buio. Giovanni Allevi è un rinomato compositore, pianista di fama internazionale, scrittore, filosofo, una di quelle persone che sa meravigliare e che sa meravigliarsi, con la sua musica ha incantato milioni di fan in tutto il mondo, questa è la luce.. e poi c’è il buio: una terribile malattia improvvisa, feroce lo ha costretto ad abbandonare le scene, a mettere la musica in pausa per curare se stesso: un percorso lungo con ancora qualche salita da affrontare ma che lo ha riportato fino a Sanremo per esibirsi di nuovo per la prima volta davanti al suo pubblico.
«All’improvviso mi è crollato tutto, è liberatorio essere se stessi, per dare forza e speranza alle tante persone che stanno ancora lottando contro la sofferenza suonerò di nuovo il pianoforte davanti al pubblico». Lui è affetto dalla neuropatia, cioè un tremore alle dita, che anche se gli impedirà di contare sul suo corpo, non fermerà la sua anima. Per lui è un’emozione grandissima ma anche per noi che abbiamo scoperto adesso la storia: è una storia molto toccante anche se non abbiamo vissuto quei dolori e quelle sensazioni.
Anche il titolo del suo brano «Tomorrow» ha un significato importante e ci ha commosso moltissimo.
Questi due anni di malattia sono stati la sua esperienza della sua fragilità che si è rivelata una grande forza, sapere di non poter suonare il pianoforte come faceva prima diventa normalità perché l’essere umano non è perfetto. Anche se ha passato dei brutti anni questi che verranno li vuole vivere al massimo. Jacopo Laurano Klivio Caca
I redattori: Jacopo Laurano IID Klivio Caca IIID Pietro Regoli IIID Alessandro Marino IIID Greta Bulli ID Stella Baldi ID Gabriele Matassini ID Fionn Giovanni Chieregati Docenti tutor: Angela Gencarelli Francesca Guerrini Serena Valli Dirigente scolastica :Maria Antonia Manetta