Gli incidenti nei luoghi di lavoro E l’impegno per non rischiare
Il racconto di chi coordina un cantiere: «Garantire sempre la sicurezza è fondamentale»
Siamo a scuola e, tra i vari articoli che condividiamo nella lettura del giovedì mattina, emergono spesso fatti e accadimenti di persone che muoiono sul lavoro per incidenti casuali, di errore umano, di fatalità. La strage a Firenze al cantiere del supermercato Esselunga ha addirittura interrotto una delle nostre lezioni perché sullo schermo della Lim abbiamo letto «notizia dell’ultima ora». Una tragedia che ci ha portati a considerare quanto la responsabilità e la vita di cantiere sia difficile e sottoposta a mille insidie non sempre prevedibili.
E’ così che abbiamo coinvolto il papà di una nostra compagna di classe, il signor D. D., che ha dato la sua testimonianza come responsabile di cantiere raccontando come inizia la vita di una impresa. Ci dice che la vita in cantiere è impegnativa fisicamente e mentalmente (come ogni altro lavoro, precisa rispettosamente); è necessario essere precisi e corretti perché un minimo errore può causare un rischio anche fatale. La prima azione utile per far nascere un cantiere è metterlo in sicurezza con recinzioni, baracche, quadri elettrici e tutto ciò che lo rende funzionante e, per quanto prevedibile, senza rischi.
Successivamente iniziano i lavori in base al progetto stabilito dalla direzione dei lavori: architetti, geometri, ingegneri. Le figure che ruotano attorno al cantiere sono moltissime e il buon coordinamento è la strategia migliore per il sicuro funzionamento.
Ma quando vi può essere l’errore umano? «L’errore umano non è prevedibile, come non lo è in nessun mestiere. Ci sono mansioni diverse anche nel settore edile. Chi lavora sui tetti o sui ponteggi corre, ovviamente, un rischio maggiore dove tra questi il più comune è la caduta dall’alto oppure a seguire l’utilizzo degli attrezzi da lavoro come escavatori, piattaforme aeree ed altro». D. D. afferma con sentito amore per il suo lavoro che è suo «dovere controllare gli operai e fornire ogni materiale e attrezzatura per garantire la sicurezza dei suoi operai». Ogni incidente o peggio morte sul lavoro sono drammi e sconfitte per un operatore di cantiere che ama il suo lavoro e non certo vorrebbe mettere a repentaglio la vita dei suoi lavoratori. La sicurezza è raggiungibile con la responsabilità di chi opera nelle competenze dei singoli ruoli. Lavorare insieme e condividere le azioni e i passaggi è fondamentale.
Non è facile la vita di cantiere…
«Il buon lavoro non fa un buon uomo, ma un buon uomo fa un buon lavoro. Il cattivo lavoro non fa un cattivo uomo, ma un cattivo uomo fa un cattivo lavoro». Ci impegneremo come studenti a… imparare la sicurezza e averne rispetto.
Da anni Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro), opera nella nostra scuola con un progetto ben organizzato. L’associazione nasce nel lontano 1943 come patronato a servizio dei lavoratori infortunati sul lavoro e poi invalidi. A seguire si sono create sempre più iniziative a sostegno dei temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. A Fucecchio, ci racconta il presidente Anmil Evaretto Niccolai, «si è fatta strada l’iniziativa di divulgare nelle scuole la sensibilizzazione agli aspetti della sicurezza sui luoghi di lavoro, creando negli alunni la consapevolezza che lo studio, l’attenzione alle regole, la conoscenza e la sensibilità possono costruire un mondo del lavoro con meno morti, meno incidenti e più dignità della persona». E’ così che, nel 2009, nasce la progettazione degli interventi nella scuola e il nostro istituto, oggi Comprensivo Fucecchio, ma allora Montanelli-Petrarca, ha cominciato a interessarsi di sicurezza e ogni anno partecipa al concorso con proposte diversificate. Il prossimo anno saremo noi studenti attualmente della classe seconda a coinvolgerci in questo concorso. Fino a oggi molte opere sono state realizzate per ricordare coloro che sul lavoro hanno perso la vita: il monumento a Luana d’Orazio e la panchina bianca di piazza XX Settembre. Sono piccoli gesti in confronto al dramma di chi ha perso una persona cara, ma sono anche incentivi a non perdere mai la speranza di un mondo migliore, dove il lavoro accolga e non disperda.
Classe 2^ F scuola Secondaria di primo grado di Fucecchio: Sofia Bachi, Zeno Baldacci, Francesco Barbensi, Gemma Bartolotti, Giorgia Bianchi, Sofia Bonsignori, Klerisa Cela, Matteo Cutolo, Sara Daddi, Megan Dama, Malik Diouf, Gabriele Donnarumma, Regina Fanfani, Brando Frediani, Martino Gasparri, Cristina Guo, Iacopo Pagni, Elena Qiu, Virginia Sedanetti, Bigue Mama Seye, Eugenio Sgherri, Luis Stafuka, Filippo Wu, Yixiang Yang, Vittoria Zheng. Professoressa tutor Barbara Billeri.
Dirigente scolastica Angela Surace.