ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

IC Bartolena di Livorno (LI) - 3B

L’evoluzione dello slang giovanile Imprevedibile gap generazionale

’Giovanilese’ è il linguaggio incomprensibile dei ragazzi. Parole in continuo cambiamento

Il linguaggio dei giovani, spesso chiamato “giovanilese”, è un mondo affascinante e in continua evoluzione. Parlato informale, creativo e spesso irriverente, il linguaggio giovanile si nutre di influenze da diverse fonti: musica, social media, film e persino videogiochi. Prima o poi ogni genitore rimane interdetto di fronte al linguaggio dei figli: “Mamma! Avevo un crush, era una partita ship ma poi lei mi ha ghostato”. Tra cringe, boomer, trigger e shippare, il vocabolario della generazione Z è ormai una nuova lingua con le sue regole.

Probabilmente questi termini a molti adulti diranno ben poco, oppure, se hanno contatti con adolescenti o giovanissimi, li avranno sentiti dire di sfuggita, senza comprenderne il significato. Eppure si tratta di parole, insieme a molti altri neologismi, da tenere bene a mente se si vuole tradurre una generazione intera. All’interno delle varietà dell’italiano, dove ha sicuramente una posizione di rilievo il gergo giovanile per apertura, flessibilità e dinamismo, i termini e le espressioni prendono vita ed acquistano una vera e propria funzione. All’interno della ” tribù” di una generazione, il linguaggio funge proprio da oggetto attraverso cui sentirsi parte integrante di un gruppo e, dall’altra parte, attraverso cui distaccarsi dagli adulti. Non è casuale dunque rintracciare neologismi legati al mondo digitale derivati dal web, manga, serie TV, videogiochi ma soprattutto da piattaforme come TIKTOK, INSTAGRAM, TWITCH. Il linguaggio dei giovani è spesso informale, creativo e pieno di espressioni uniche. Ecco alcune caratteristiche comuni. Slang: i giovani spesso utilizzano termini e abbreviazioni che potrebbero non essere familiari agli adulti, ad esempio “bro” per “fratello”, “top” per “ottimo”, o “fam” per “famiglia”. Emoticon e emoji: le faccine e le emoji sono parte integrante del linguaggio ed esprimono stati d’animo.

Hashtag: i giovani amano utilizzare hashtag su piattaforme di social media come Instagram e Twitter.

Ad esempio, #YOLO (You Only Live Once) o #FOMO (Fear of Missing Out). Acronimi come “LOL” (Laugh Out Loud), “BRB” (Be Right Back) e “OMG” (Oh My God) sono molto comuni. Espressioni esagerate: giovani spesso esagerano per enfatizzare qualcosa. Ad esempio, “Questo gelato è mega buono!”.

Parole inventate: a volte i giovani creano nuove parole o modificano quelle esistenti ad esempio “nabbo” che significa “ essere scarso”.

In breve, il linguaggio dei giovani è dinamico e riflette la cultura e le tendenze del momento. Noi giovani vorremmo dare un messaggio agli adulti: non criticateci solo perché noi non risultiamo comprensibili, anche voi non lo siete ai nostri occhi… LOL…

 

Unisex è un termine con il quale si fa riferimento a qualunque cosa sia adattabile sia ad un uomo che a una donna, ma anche uno “scambio”: vestiti maschili su donne e vestiti femminili su uomini senza distinzioni di genere, status e classi sociali. Tipi di capi della moda unisex: designer e stilisti come Jean Paul Gaultier, John Galliano e Walter Van Beirendonck si sono ribellati alle norme di genere per offrirci una moda trasgressiva e sessualizzata. I capi di abbigliamenti tipici della moda unisex sono giacche larghe, pantaloni a sigaretta, jeans, giacche in denim, salopette, camicie over e scarpe stringate. Ma chi ha dato l’idea? A creare la moda unisex è stato Ted Lapidus, uno stilista francese, (primo ideatore anche delle spalline, ha introdotto il jeans ed elementi militari nell’alta moda) che negli anni ‘50 ha fondato un’azienda a cui ha dato il proprio nome. Il brand vende non solo capi di abbigliamento, ma anche profumi, borse e molto altro. Al momento l’azienda è portata avanti dal figlio Oliver. Recentemente abbiamo visto esempi di moda unisex. Basta pensare a Sanremo 2024. Mamhood si è presentato sul palco dell’Ariston con un look total black: top nero asimmetrico trasparente accostato a pantaloni dalla gamba lunghissima che paiono quasi nascondere sotto l’orlo flare degli zoccoli da fauno. Marco Mengoni all’Ariston vestito con un completo di pelle nera giacca e gonna poco sotto il ginocchio.

Ahmetovic Melissa, Armadori Giulia, Baccei Tommaso, Bartolozzi Sofia, Belfiore Giorgia, Bernini Andrea, Bosco Mattia, Ciandri Lorenzo, Colombini Sara, Della Valle Alessio, Ghezzani Melissa, Giardina Andrea Mattia, Luchetti Ambra, Melis Diego, Palandri Maya, Palumbo Giorgio, Paolini Christian, Porciani Francesco, Sakka Zebidi Raia, Turinelli Samuel Zaccagna Matilde Prof.ssa Cristina Bianucci Dirigente dott.ssa Maria S. Oriti.

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