ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Renato Brogi di Sesto Fiorentino (FI) - 3A

Le professioni del futuro L’influencer, possibile lavoro

Quali sono le competenze richieste per poter concretizzare questa aspettativa?

Tutti noi abbiamo dei sogni che vorremmo realizzare: c’è chi vorrebbe diventare un chirurgo, chi un ingegnere, chi un insegnante… Adesso molti hanno come sogno quello di diventare un influencer.

Ma questo è veramente un lavoro? Cerchiamo di capire meglio chi sono. L’influencer è una figura nata in concomitanza con lo sviluppo dei social network; è un personaggio di successo, popolare e in generale molto seguito dai giovani, in grado di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato pubblico. In genere la fascia d’età nella quale rientrano queste figure si aggira tra i 16 e 35 anni, salvo rare eccezioni.

L’inizio di questo fenomeno avvenne fra il 1995 e il 1997, quando vennero pubblicati da John Maynard Keynes i primi blog, pagine Internet personali aperte ai commenti dei lettori. Il vero «boom» degli influencer è avvenuto  grazie allo sviluppo della tecnologia, in particolare dal 2015, quando molti iniziarono a possedere un dispositivo elettronico con cui registrare o guardare video. Ma è sufficiente avere uno smartphone per definirsi influencer? Basta questo per diventare Cicciogamer89, Michele Molteni, Jaki Dale, St3pny (cioè gli influencer più famosi nel campo dei videogames) e spopolare nella rete, principalmente su YouTube, Twitch, Instagram e TikTok, le applicazioni più utilizzate da noi giovani? Questo spesso pensano i cosiddetti «boomer», perché probabilmente essi non comprendono il vero senso di questo lavoro, ritenendolo inutile, banale e diseducativo. In conseguenza di questo pensiero, infastidisce che una persona, essenzialmente giovane, guadagni senza apparente sforzo.

Ma per essere considerati bravi influencer bisogna essere capaci di immaginare contenuti nuovi e fantasiosi, a tal punto da riuscire a intrattenere e divertire il pubblico. Il mestiere dell’influencer è rivolto a un’utenza teoricamente infinita, quindi più di altri essi devono essere abili ad attirare l’attenzione: a parità di argomento interessante, la scelta si potrebbe verificare in base alla ‘copertina’. È fondamentale avere, quindi, una strategia «acchiappaclick», che si basi principalmente su immagini che attirino e non siano palesemente «fake» o moralmente disturbanti, dovendo vincere la concorrenza di migliaia di altri «colleghi» che utilizzano lo stesso strumento. Ma in fin dei conti conviene davvero rischiare per tentare la scalata al successo mettendo da parte la scuola? Abbiamo fatto un sondaggio per vedere cosa ne pensano i nostri coetanei.

 

Abbiamo intervistato sul tema diverse classi del nostro Comprensivo, sia della secondaria che della primaria: il sondaggio ha rilevato che il 64% degli alunni della scuola secondaria di primo grado Brogi e il 46% degli alunni delle quarte e delle quinte della scuola primaria Balducci considera quello degli influencer un lavoro. C’è una notevole differenza fra le risposte della quarta primaria (solo il 25% considera l’influencer come mestiere) e quelle dell’anno successivo (qui invece la percentuale sale al 64%, praticamente identica a quella della secondaria di primo grado). Si può dedurre che i giovani iniziano a interessarsi al mondo di Internet intorno ai 9-10 anni. Spesso i ragazzi, terminato l’obbligo di frequenza, abbandonano la scuola per iniziare un percorso sui social. Abbiamo chiesto il motivo per il quale, secondo loro, lo fanno; le risposte più gettonate sono state: – lo fanno per soldi – lo fanno per popolarità – lo fanno perché non hanno voglia di studiare – lo fanno per seguire le loro passioni – lo fanno per intrattenere il loro pubblico Rispetto a qualche anno fa si nota un minor numero di ragazzi che desiderano svolgere questo mestiere: forse, i recenti avvenimenti hanno fatto riflettere sulle responsabilità che questo lavoro comporta.

 

Ecco i cronisti della III A della scuola secondaria di primo grado Renato Brogi di Sesto Fiorentino: Mahi Bin Ahmed, Elisa Arrighetti, Diego Azzarri, Bianca Boschi, Antonio Bottai, Christian Burrini, Angela Gabriella Capizzi, Martina Cassisi, Lorenzo Collina, Tiziano Consagra, Diana Davitti, Imane Ennaime, Dario Fabiani, Camilla Fois, Gabriel Valentino Iliuta, Valentina Lule, Lapo Molina, Leonardo Mugnaini, Matilde Pieralli, Emanuele Quattrini, Bianca Francesca Salvatore, Giacomo Tommaso Sodini, Irene Vicario, Gaia Vietri Menzione particolare per gli studenti: Mahi Bin Ahmed, Antonio Bottai, Martina Cassisi, Camilla Fois, Valentina Lule, Lapo Molina, Leonardo Mugnaini e soprattutto Dario Fabiani. Dirigente scolastico: Prof. Rita Carraresi Tutor: Prof. Giacomo Mattolini

Un ringraziamento alle Prof. Francesca Monaco e Valentina Barbetti.  

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