ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Renato Fucini di Montespertoli (FI) - 2D

Cyberbullismo e le sue conseguenze Chiedere aiuto senza vergogna

Riflessione sui danni che provoca ai giovani e agli adulti tramite i dispositivi e piattaforme online

Il cyberbullismo è una forma di aggressione e molestia che riguarda soprattutto ragazzi e bambini e che si attua attraverso chat o videogiochi. É caratterizzato dalla presenza di un bullo, o un gruppo di bulli che agiscono su una vittima. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nei dati della vittima, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitando con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet.

Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Cyberbullismo deriva da cyber, una parola utilizzata in ambito informatico, e da bullismo, cioè l’insulto di una persona senza un valido motivo. La vittima passa dalla vergogna e l’imbarazzo all’isolamento sociale, il quale causa poi depressione, attacchi di panico e a volte anche il suicidio.

Ma come nasce il comportamento del bullo? Generalmente accade che i comportamenti vissuti in famiglia vengano riproposti nella relazione con i coetanei. Esistono sette tipologie di cyberbullismo, che sono: il flamming (conflitti verbali), harassment (molestie), denigration (fake news), cyberstalking (terrorizzare le vittime), impersonation (furto di identità), tricy o outing (diffusione di informazioni carpite ossia prendere con violenza le informazioni) ed exclusion (escludere da un gruppo). Il cyberbullismo è un reato che può arrivare a due conseguenze: una civile e una penale.

Come si fa a evitare il cyberbullismo? Un aiuto in più sarebbe parlare di questo argomento con degli adulti specialmente con genitori o professori. Il 18 giugno 2017 è entrata in vigore la legge che si occupa del fenomeno del cyberbullismo (legge 71). Questa legge prevede la tutela dei minori e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Negli anni passati, ossia nel periodo di pandemia (covid 19), il fenomeno del cyberbullismo è aumentato. Questo a causa della nostra presenza domestica. Infatti, in quel periodo, date le circostanze non era possibile uscire da qualche parte che non fosse casa propria.

Ma se qualcuno mi bullizza online come devo comportarmi? Come prima cosa, se ci bullizzano su una chat (Instagram o altre) dobbiamo salvarla, perché può tornare utile ai carabinieri. Poi dobbiamo parlarne con i nostri genitori e fare la denuncia: i carabinieri hanno strumenti che servono per rintracciare la persona che ci ha bullizzato, un esempio può essere tramite l’Indirizzo Ip, ovvero un numero che è correlato a delle nostre informazioni per capire per esempio il nostro numero di telefono. Chiedere aiuto tempestivamente, insomma, e non avere vergogna nel raccontare quello di cui si è vittime.

 

Abbiamo intervistato il comandante della stazione dei carabinieri di Montespertoli, maresciallo Simone Soldi.

Maresciallo, se qualcuno mi bullizza online, come devo comportarmi? «Mai fidarsi degli sconosciuti innanzitutto. Se ne parla prima con i genitori e con la persona adulta di cui ci si fida di più. Si può bloccare sul social l’utente da cui si è ricevuta offesa o danno, e se le azioni, le parole espresse, persistono possiamo esporre denuncia per atti persecutori, Si può fare anche una segnalazione al social su cui si è ricevuta l’offesa».

Cosa succede a chi viene segnalato? «Si può sempre rintracciare chi agisce in rete tramite l’Ip, ovvero una serie univoca di numeri che ti identifica online. In rete i dati vengono conservati per molto tempo e quindi identificare e risalire a chi ha scritto e che cosa ha scritto è spesso possibile».

Come possiamo proteggerci dai social online? «Facendone un uso adeguato, interagendo solo con persone che si conoscono fisicamente.

Evitate di mandare i vostri dati personali a sconosciuti».

E’ più pericoloso il bullismo o il cyberbullismo? «Sono entrambi pericolosi. La differenza è che il bullismo viene fatto personalmente e fisicamente mentre il cyberbullismo viene fatto online. Possono intaccare la parte psicologica e possono anche spingere ad azioni pericolose e mettere in pericolo la persona stessa».

 

Classe 2^ D scuola Secondaria di primo grado Renato Fucini di Montespertoli: Karim Abamahdi, Rebecca Barontini, Dario Benedetti, Jacopo Bernardone, Viola Marianna Cantarella, Cristina Elisa Ciurdea, Niccolò Dainelli, Agnese Durazzi, Ester Falai, Lavinia Innocenti, Viola Latini, Nico Lelli, Giulia Leoncini, Leonardo Livi, Leonardo Lupi, Diletta Maionchi, Niccolò Manetti, Elisa Marino, Asia Mazzuoli, Riccardo Passeri, Giulia Pastorelli, Ngone Seck, Jurgen Vata, Ettore Vignozzi. Docente tutor Giovanna Carli.

Dirigente scolastica Sara Missanelli.

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