Troppa violenza tra i giovanissimi Gravi episodi anche vicino a noi
In aumento di oltre il 14% il numero dei minori denunciati o arrestati nel 2022 rispetto al 2019
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una forte crescita degli episodi di violenza tra adolescenti e giovanissimi. Un fenomeno preoccupante che sta attirando sempre più l’attenzione delle istituzioni che cercano di studiare la situazione alla ricerca delle cause e soprattutto delle strategie di prevenzione. I casi di abusi e aggressioni si sono moltiplicati anche a causa dell’uso di alcool e sostanze stupefacenti. I dati della Polizia riportano un aumento di oltre il 14% dei minori denunciati o arrestati nel 2022 rispetto al 2019, periodo precedente alla pandemia.
Gli esperti pensano, infatti, che la pandemia abbia avuto un impatto significativo sulla vita delle persone e soprattutto su quella degli adolescenti, causando un aumento delle tensioni in famiglia e dell’aggressività nei ragazzi che, avendo limitato le attività sociali come la scuola, hanno perso importanti occasioni per la loro crescita personale.
Un altro aspetto su cui si concentra l’attenzione degli esperti è l’eccessivo uso di dispositivi digitali e dei social che, proponendo modelli di bellezza e di comportamento a cui adeguarsi, aumentano la competizione e la pressione sociale e possono provocare ansia, depressione e aggressività .
Nell’80% dei casi le violenze tra adolescenti avvengono da un gruppo nei confronti di una singola persona, per questo le cronache dei giornali riportano molti casi di baby gang composte da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che provocano risse, commettono furti, scippi, aggressioni nei confronti di coetanei, persone adulte e anziani. Si tratta di bande che si formano tra ragazzi accomunati da situazioni familiari ed economiche simili, che ruotano intorno a un leader e che si rendono protagoniste di aggressioni, violenze sessuali, atti di bullismo e cyberbullismo, pestaggi, atti vandalici e molto spesso non si rendono nemmeno conto di compiere un reato.
Il fatto di agire in gruppo, spesso sotto l’effetto di alcool e droga, annulla la capacità di provare empatia, per questo molti giovani compiono in gruppo violenze che da soli non avrebbero il coraggio di commettere e spesso sono considerati da chi li conosce dei «bravi ragazzi».
Il fenomeno è più evidente nei grandi centri come Roma e Milano; tuttavia, recentemente i giornali hanno riportato episodi che si sono verificati anche nella nostra città : anziani aggrediti e derubati, risse tra bande rivali, furti di smartphone e di altri accessori costosi.
Fatti che accadono anche vicino a noi. Ecco perché abbiamo deciso di affrontare e approfondire questo tema.
Perché tanti giovanissimi manifestano comportamenti aggressivi e violenti? Abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa Valentina Sanseverino, psicologa della nostra scuola.
Quando parliamo di baby gang e di microcriminalità ci riferiamo a comportamenti che escono dai confini della legalità e della convivenza civile. I motivi che spingono i ragazzi a comportarsi in modo violento possono essere individuali, familiari o sociali. Spesso si tratta di ragazzi soli, con una personalità anti-sociale, trasgrediscono le regole perché dotati di una bassa autostima, vogliono essere accettati e si uniscono al «branco» per acquistare forza e rispetto, non rendendosi conto che il vero rispetto si ha per chi trasmette valori positivi. Spesso i comportamenti violenti sono una conseguenza di situazioni familiari difficili: tossicodipendenza e alcolismo, degrado ed emarginazione o genitori completamente assenti, altre volte nascono in famiglie in cui i figli, che hanno tutto, trasgrediscono so-lo per divertimento o per noia.
Più in generale il disagio giovanile e la violenza hanno origine in società dove regnano stereotipi, pregiudizi e discriminazioni, l’ignoranza e la mancanza di confronto, l’assenza di socializzazione e aggregazione. Occorre dunque promuovere attività educative per ragazzi e famiglie, lavorare anche a scuola sull’intelligenza emotiva, sull’educazione ai sentimenti e all’affettività , non lasciare soli i ragazzi, ma creare spazi per l’accoglienza e l’ascolto.
Classe 2^ H della scuola Secondaria di primo grado Giuliano Vanghetti, Istituto comprensivo Empoli Est: Elisa Aliaj, Joshua Artates, Brando Benvenuti, Eryle Billedo, Alessandro Bisesto, Noemi Cappella, Fiona Castillo, Enea Cocchiara, Cecilia Debenedettis, Carmen Dell’Ostia, Diego Di Prima, Niccolò Falaschi, Emma Gaggelli, Matteo Gibiino, Emma Giunti, Anita Gonfiantini, Giulio Grossi, Zeno Marmugi, Iacopo Mordini, Mattia Papalini, Gaia Paperini, Hao Sun Jia, Astrid Tangala, Giorgia Toni, Vittorio Valori, Lisa Zecchin. Professoressa tutor Serena Marrocchesi.
Dirigente scolastico Marco Venturini.Â