Tanto gentile e tanto onesta… pare Piazza della Signoria si racconta
Messaggi più o meno nascosti di una tra le più belle piazze d’Italia e probabilmente del mondo
Inizieremo con una semplice domanda: avete mai osservato Piazza Signoria? Come vi sembra? Sicuramente un turista risponderebbe che la trova: bella, affascinante, carina… Ma ne siamo proprio sicuri? In effetti le statue della Piazza sotto il loro aspetto piacevole nascondono storie minacciose ed imprevedibili. Una di queste riguarda la Fontana di Poseidone. Il dio guarda l’entrata del Palazzo per comunicare chi è che comanda e se chi arriva ha cattive intenzioni potrà venir sommerso dall’acqua dell’Arno. Accanto alla fontana c’è la statua di Giuditta. La storia racconta di una ragazzina che viveva in un villaggio che un re babilonese voleva distruggere. Giuditta era disperata ma una notte Dio le disse: «Domattina andrai a sconfiggere Oloferne, fidati, ce la farai!» La mattina dopo, si recò, sola e indifesa, da Oloferne. Si buttò ai suoi piedi e disse: «Ti prego salva la mia gente e prendi me!» Oloferne pensò che fosse molto bella e accettò.
La ragazza iniziò a ballare e mentre lei ballava Oloferne bevve litri e litri di vino poi si addormentò.
Giuditta prese così la spada e gli tagliò la testa. A sinistra del portone c’è la statua del David. La sua storia narra che un giorno il pastorello David sognò Dio che gli disse di uccidere il gigante Golia. Giovane e indifeso David si armò di fionda e sassolini. Golia invece arrivò con due spade. David non si spaventò, caricò la fionda e tirò il sasso proprio in mezzo agli occhi di Golia. Il gigante svenne e David lo uccise con le spade. Alla destra del portone troviamo altri due personaggi particolari: un eroe e un gigante.
Per compiere la XII fatica Apollo chiese ad Ercole di sacrificargli 20 mucche. Ercole trovò la mandria poi si fermò per un riposino. Il gigante Caco lì vicino pensò di sfamarsi con le mucche di Apollo. Ercole se ne accorse in extremis e gli chiese di restituire le mucche divine. Caco si mise a ridere, così Ercole senza perdere troppo tempo prese la mazza e con un bel colpo piantò Caco nel terreno, proprio come un chiodo. Le statue della piazza continuano nella loggia dei Lanzi. Tra esse vi è quella di Perseo che tiene in mano la testa tagliata di Medusa. Chi non conosce la sua storia? Anch’essa rientra nella logica dei messaggi non verbali: niente è lì per caso. Ricapitolando: chi arriva a Firenze con cattive intenzioni rischia di venir travolto dall’acqua dell’Arno, ucciso con le proprie armi, ricevere una fiondata in testa, venir piantato per terra o pietrificato all’istante. Ora: vi sembra una Piazza da sottovalutare?
Su commissione di Cosimo I de’ Medici, Arnolfo di Cambio progettò il Palazzo e la Piazza della Signoria. Arnolfo visse tra il 1245 e il 1300 circa. La sua carriera si formò presso la bottega di Nicola Pisano e le sue attività furono svolte principalmente in Toscana, Umbria e Lazio . Diventò grande amico di Filippo Brunelleschi. Quando Cosimo pensò di trasferirsi da Palazzo Medici Riccardi a Palazzo Vecchio, volle allargare il palazzo, che gli sembrava troppo piccolo, e commissionò i lavori ad Arnolfo di Cambio. Il problema era che il palazzo esistente non solo era piccolo ma anche circondato da case e strade. Così l’architetto di Colle Val d’Elsa propose di buttar giù tutto e utilizzare i mattoni e le pietre di quelle case per allargare il Palazzo e alzare la Torre (uno sguardo attento nota che la torre è decentrata rispetto alla facciata). Le cantine di quelle case vennero riempite di sabbia dell’Arno in modo da sostenere tutto il peso della piazza e del palazzo. Le statue sono posizionate intorno alla piazza per lasciar vedere bene il palazzo, e sono volutamente alternate di marmo e di bronzo in modo da risaltare sia di giorno sia di notte, sia d’estate sia d’inverno. Inoltre ognuna delle statue in bronzo viene colpita dai raggi del sole in tre momenti diversi della giornata: alle 9 brilla Cosimo a cavallo, alle 12 Giuditta, alle 17 Perseo. Secondo noi siamo di fronte ad uno dei più grandi frutti dell’ingegno umano! E voi, cosa ne pensate?
Ecco i cronisti in classe della V A della scuola primaria Diaz: Lapo Bechi, Giulio Caldarola, Eleonora Cavallaro, Sebastiano Cavallaro, Francesco De Santis, Alessandro Ferraris, Zoe Ferraris, Giacomo Giovannini, Dalia Innocenti, Luca La Badessa, David Loghin, Camilla Lombardi, Alice Mancini, Andrea Mastropasqua, Nina Molitierno, Bernardo Ottanelli, Giulio Pasquini, Agata Sartini Foti, Anita Tavanti, Samuele Torricelli; insegnanti: Francesca Simonatti Beatrice Mattei Tiziana Tripi; dirigente scolastico: Carmelinda Augelli.