ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Don Bortolotti di Sesto Fiorentino (FI) - 5A

L’importanza della memoria viaggio tra le fonti storiche

Sesto Fiorentino durante la Seconda guerra mondiale e la figura di Padre Eligio Bortolotti

La nostra scuola è intitolata ad una figura molto importante del passato di Sesto Fiorentino, Don Eligio Bortolotti e, in occasione del 60esimo anniversario dall’intitolazione della nostra scuola e dall’80esimo della scomparsa del sacerdote, abbiamo deciso di intraprendere un percorso alla scoperta di questo personaggio e del contesto storico in cui è vissuto.

Studiare il passato è fondamentale per evitare di dimenticare le nostre origini e i fatti accaduti, per non ripetere gli stessi errori. Purtroppo, ancora oggi, nonostante la consapevolezza dell’importanza della memoria storica, si verificano fatti simili a quelli del passato.

Fingendoci degli «storici» abbiamo provato a ricostruire il passato attraverso le fonti che ci hanno aiutato a capire e rivivere atmosfere a noi sconosciute. Le nostre fonti orali sono state i racconti de «La banca dell’esperienza», un’organizzazione di volontariato presente sul nostro territorio, costituita da testimoni diretti che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale.

Tra le tante cose, ci hanno raccontato che i bambini, a quel tempo, vivevano la guerra come un gioco, chiamando gli aerei «picchiatelli» e le falene «angeli» e si inventavano canti e filastrocche per distrarsi dal rumore e dalla paura delle bombe. Molto spesso i bambini, tornando a casa da scuola, s’imbattevano in gruppi di fascisti che gli puntavano il fucile contro per sapere dove erano nascosti i partigiani. La fame dilagava e le famiglie dovevano inventarsi modi per sopravvivere, come è successo alla famiglia di Graziella: lei e suo fratello andavano a recuperare le bottiglie di birra vuote dei soldati americani e il loro babbo, grazie ad uno strumento di sua invenzione, riusciva a ricavare da questo materiale dei bicchieri di cui ormai la maggior parte delle famiglie era priva. In questo contesto storicopolitico si inserisce Don Eligio, un prete che fu d’aiuto a molte famiglie che in quel periodo cercavano riparo dalla guerra e dalla fame, mettendo a rischio la propria vita fino alla morte. La nostra fonte materiale è stato il cippo dedicato al parroco di Querceto, che si trova sulle colline di Sesto ed è la tappa finale del percorso CAI a lui dedicato. Abbiamo percorso a piedi questo itinerario, osservando i luoghi della vita di Don Bortolotti, importanti per la storia del nostro quartiere. La scuola rappresenta un luogo fondamentale per mantenere viva l’importanza della memoria tra i più giovani, in modo da affrontare con più consapevolezza il presente. Questa esperienza ci ha permesso di comprendere che i cittadini e le cittadine di Sesto hanno lottato per gli ideali di pace e libertà ed è nostro compito non dimenticare.

 

Abbiamo immaginato di poter intervistare Padre Eligio Bortolotti e di capire quali potrebbero essere state le sue risposte dopo avere riflettuto sulla sua vita e il suo sacrificio. Ecco l’intervista impossibile.

In che rapporto era con i parrocchiani di San Jacopo a Querceto? «Ottimi. Il campanello della canonica squillava notte e giorno e io cercavo di dare aiuto a chi ne avesse bisogno. Qualche volta, durante i rastrellamenti, ho nascosto qualcuno in chiesa».

Cosa successe quella mattina del 4 settembre del 1944? «Un partigiano mi venne a cercare per chiedermi se ero disposto a mediare con i tedeschi, io conoscevo bene il tedesco essendo nato a Pieve di Bono, in provincia di Trento. Se i tedeschi si fossero arresi sarebbero stati consegnati agli alleati senza spargimento di sangue».

E, invece, come andarono le cose? «Fui portato al ’Poggio’, sede del comitato tedesco dove fui interrogato e poi torturato. Il mattino seguente fui portato a Baroncoli, dove fui barbaramente fucilato e il mio corpo fu gettato in una fossa scavata vicino al torrente.

Padre Eligio ha mai avuto dubbi sulla scelta giusta da fare? «Non si può mai dire con certezza se una decisione è stata giusta o sbagliata, ma di sicuro avevo davanti agli occhi dei giovani impauriti e bisognosi di aiuto, anche se indossavano ’divise di un altro colore’».

Cosa direbbe oggi ai giovani cittadini di Sesto? «Di lottare sempre per gli ideali di pace, giustizia e libertà».

Ecco i cronisti in classe della scuola Don E.

Bortolotti, Istituto Comprensivo 3 di Sesto Fiorentino: Michele Amico, Eleonora Antolini, Tommaso Bartali, Alessandro Biondo, Alessandro Borbui, Cristian Bruno, Dario Caldini, Eva Cerbai, Matilde Cicciotti, Neri Citernesi, Michele Del Medico, Rachele Rita Dieni, Giada Giovannardi, Gemma Gragnianello, Giorgio Lucarini, Matilde Manetti, Gabriele Mugnaini, Sofia Ottanelli, Diego Stillitano, Elisa Ponzalli, Dimitri Sandrucci, Marta Lelli Scala, Giorgia Taranto.

Docenti tutor: Marianna Chiocca e Monica Fanelli.

Dirigente Scolastica: Rita Carraresi

Votazioni CHIUSE
Voti: 231

Pagina in concorso