ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Renato Fucini di Montespertoli (FI) - 1A

La comunicazione non è ostile Un Manifesto con dieci regole

Le parole che servono alla scuola per comunicare in modo corretto e in modo efficace

Il Manifesto della Comunicazione non ostile è un documento che propone dieci princìpi di stile utili a migliorare il comportamento di chi sta in Rete e, secondo noi, anche nella pratica, nel reale. Abbiamo infatti provato ad applicare le dieci indicazioni nella vita di tutti i giorni a scuola. Il Manifesto della comunicazione non ostile è, infatti, un impegno di responsabilità condivisa. E noi che facciamo parte della Rete di scuole «Senza Zaino» cerchiamo di mettere la responsabilità al primo posto nella vita di tutti i giorni.

Ma che cosa vuole ottenere il Manifesto? Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili in Rete. Cosa difficile perché internet è uno strumento potente che, alla nostra età, diventa non sempre facile da gestire. Il Manifesto è un impegno di responsabilità condivisa che favorisce comportamenti rispettosi e civili. Nel Manifesto possiamo trovare in tutto dieci principi di stile a cui ispirarsi per superare le differenze, oltrepassare i pregiudizi, abbattere i muri dell’incomprensione e migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete, ma anche comportamenti giusti da tenere nelle relazioni con gli altri a scuola, nella vita reale.

Grazie a un lavoro di partecipazione collettiva, il Manifesto è stato declinato per diversi ambiti. Per la politica, per la pubblica amministrazione, per le aziende, per l’infanzia, per lo sport, per la scienza e per l’inclusione e per la scuola, appunto. La struttura della comunicazione è costituita da un insieme di elementi. Questi definiscono ed espongono i principi e gli obiettivi di un movimento o di una corrente politica, religiosa o artistica. Il progetto del Manifesto della comunicazione non ostile è nato in particolare per arginare il sempre più dilagante fenomeno dell’hatespeech, ossia l’incitamento all’odio tramite la Rete.

Un odio che è possibile sia divulgato anche nelle parole con cui ci esprimiamo verso gli altri quando li incontriamo nella vita reale. Il Manifesto è stato distribuito a tutte le scuole d’Italia con circolare ministeriale nella primavera del 2017 e presentato al mondo della scuola attraverso le iniziative dedicate alla formazione didattica, frutto di un protocollo d’intesa con il Miur (Ministero dell’istruzione dell’università e del merito).

Nella nostra scuola è stato subito accolto con grande interesse e affisso in ogni aula e spazio dedicato alla didattica. Nelle lezioni di educazione civica lo leggiamo e lo commentiamo spesso. Il primo principio lo teniamo sempre ben presente: virtuale è reale, dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona e quindi, anche nella vita reale, mi astengo da comportanti privi di stile.

 

Abbiamo intervistato la dottoressa Francesca Casini, che si occupa di mediazione familiare.

E’ consigliera onoraria della sezione minorile della Corte d’appello del Tribunale di Firenze.

Abbiamo imparato a usare il consiglio di cooperazione, un momento dove ognuno può fare una disapprovazione, una congratulazione o un vorrei parlare di… e poi discuterlo in circle time con la classe. Grazie al consiglio di cooperazione e alla dottoressa Casini sappiamo comunicare meglio senza essere aggressivi.

È semplice gestire il consiglio di cooperazione? «Sì, perché utilizzo strumenti e tecniche apposite, anche se è una cosa molto complessa».

Quali tecniche usa per spiegare ai bambini il linguaggio delle parole non ostili? «Utilizzo il ’messaggio giraffa’, una forma di comunicazione che ci consente di esprimere le nostre difficoltà in modo efficace, spiegando il nostro punto di vista, senza colpire l’altro o la classe. È una forma di comunicazione che ci consente di essere ascoltati».

Quali emozioni le suscita questo lavoro? «Quando il conflitto si trasforma in senso positivo provo felicità. Lavorare con gli esseri umani è sicuramente ’intrigante’».

Quando era piccola pensava già di fare questo lavoro? «Da piccola non immaginavo di fare questo lavoro perché non esisteva, ma nonostante tutto non mi sono mai pentita di questa scelta».

Classe 1^ A scuola Secondaria di primo grado Renato Fucini di Montespertoli: Norah Bruno, Giulio Bucalossi, Emilia Cambi, Vittoria Chiarugi, Samuele D’Aleo, Elisa Dainelli, Viola Degli Innocenti, Lorenzo Fossi, Matteo Gaglianone, Alice Ianne, Lorenzo Meliani, Massimo Mereu, Sandro Montomoli, Gabriele Montuori, Youssef Neffaty, Alessandro Palmieri, Vittoria Zaira Pucci, Alessandra Romano, Zoltan Fibbi Sborgi, Lapo Simoncini, Vittoria Spini, Sofia Tempesti, Costantin Walti.

Professoressa tutor Giovanna Carli. Dirigente scolastica Sara Missanelli.

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