Scoprire la Viareggio ebraica Viaggio nei luoghi della comunità
Una storia di cultura e di resistenza nascosta tra le vie della città
Nel cuore di Viareggio, tra gli oleandri e le strade assolate, si cela una storia poco nota: quella della sua Comunità Ebraica. Mentre la città è famosa per le spiagge e il Carnevale, pochi conoscono i luoghi che testimoniano la presenza ebraica nel corso dei secoli.
Il nostro itinerario alla loro scoperta comincia in Piazza Viani, dove lo scorso 27 gennaio è stata posta una pietra d’inciampo dedicata a Jeannette Levi (1), ebrea di Rodi che si trasferì a Viareggio nel 1943. Con le leggi razziali la sua vita divenne sempre più precaria, finché, il 30 gennaio 1944, non fu arrestata e deportata ad Auschwitz sullo stesso convoglio di Liliana Segre. Non fece ritorno. La seconda tappa ci porta sul molo, dove la celebre passerella è intitolata a Luciana Pacifici (2), bambina ebrea di famiglia viareggina ma nata a Napoli.
Rifugiatasi insieme alla famiglia a Cerasomma, fu catturata e condotta al campo di concentramento di Bagni di Lucca, per poi morire a soli 8 mesi nel viaggio verso Auschwitz, il 30 gennaio 1944.
Proseguendo verso il centro cittadino, la Biblioteca Comunale “G. Marconi” (3) ospita dal 2017 una stanza dedicata ai ragazzi ebrei che non poterono frequentare la scuola nell’ epoca delle leggi razziali. Più avanti, in via Fratti 170, una targa ricorda che quell’edificio (4), già dal 1932 adibito a sinagoga, ospitò tra il 1940 e il 1943 la “speciale sezione di scuola elementare ebraica”, dove insegnò Gabriella de Cori, arrestata il 31gennaio 1944 e deportata, con lo stesso convoglio di Primo Levi, ad Auschwitz, dove rimase vittima della barbarie nazifascista. Spostandosi poi nel quartiere Marco Polo, nel nascosto Vicolo degli Oleandri, troviamo la nuova sinagoga (5). Inaugurata nel 1954 grazie a donazioni private, questo luogo di culto ha accolto momenti di preghiera e celebrazioni e conserva ancora oggi i rotoli della Sefer Torah, risalenti al XIX secolo.
La memoria del passato è conservata infine nel vicino cimitero di via Marco Polo (6), dove una sezione ebraica testimonia l’importanza della comunità per la storia della città.
Tra le lapidi, è possibile scorgere quella di Icilio Sadun, compositore de Il carnevale a Viareggio (1924), ancora oggi inno ufficiale del Carnevale.
Questi luoghi, con le loro storie e tradizioni, ci parlano di un passato condiviso e di una comunità che ha contribuito alla diversità culturale di questa città. Nel riconoscere queste radici, possiamo abbracciare una visione più ampia del mondo, dove la diversità è un valore da preservare.
Com’è nata la comunità di ebraica di Viareggio? «Verso la fine dell’800, quando alcuni ebrei livornesi si trasferirono a Viareggio per commerciare in abbigliamento e tessuti».
Com’è cambiata la vita della comunità durante il fascismo? «Pensate solo che per catturare gli ebrei c’era una tariffa: 5000 lire per gli uomini, 3500 per le donne, 1500 per i bambini. Questo favoriva spiate e delazioni da parte della popolazione. I bambini ebrei, poi, furono mandati via da tutte le scuole d’Italia». Com’è stato per la sua famiglia? «Sfollò in un paesino sopra Pescaglia, ma non ebbe grossi problemi: gli abitanti e il parroco del paese portavano loro da mangiare. Altri non furono così fortunati…» Esistono ancora discriminazioni nei confronti degli ebrei? «Purtroppo c’è un bel ritorno di antisemitismo. Vediamo l’esempio anche delle mani alzate fasciste. Non è un bel segno».
È preoccupato per il nuovo conflitto tra Israele e Palestina? «Siamo tutti preoccupati quando c’è una guerra. La situazione è molto delicata. Noi preghiamo per la pace».
Quali iniziative per il futuro? «Ogni anno, col Comune e Anpi, organizziamo iniziative per ricordare. Quest’anno abbiamo deposto le due pietre d’inciampo dedicate a Jeannette Levi e a Umberto Boni “Cravache».
Qual è il futuro della comunità ebraica di Viareggio? «Stiamo cercando di andare avanti il più possibile il nostro gruppo diminuisce sempre di più. Siamo pochi, ma ci facciamo sentire».
La pagina è stata realizzata dagli studenti delle classi 2A, 2C e 3C: Antonaci Vannucci Mya; Bernacchi Leonardo; Bongiorno Martina Valentina; Cacchioni Sofia; Capraru Anna Lea; Dal Pino Annagioia; Del Pistoia Virginia Maria; Della Giovampaola Giona; Emanuele Anna; Gado Anna; Guidetti Lorenzo; Guidi Matilde; Guidotti Anna Caterina; Mancone Riccardo; Martinelli Ginevra; Morani Fabio; Orlandi Lorenzo; Pardini Giacomo; Pellegrini Mario; Pezzini Viola; Pratelli Virginia; Prati Nicole; Romani Elettra; Rossi Aida; Sagliocco Gabriel; Speca Lorenzo, Tamagnini Sofia; Tintori Gabriele; Triglia Leonardo; Triglia Valentina.
Docenti coordinatori: Leonardo Canova, Susanna Paoletti.
Dirigente scolastico: Barbara Caterini.