Identikit di uno spezzino doc Alla scoperta di Ubaldo Mazzini
Una mostra moderna che ha sapore di antico realizzata dalla nostra scuola a lui intitolata
Sappiamo chi fosse veramente Ubaldo Mazzini, un personaggio così importante per la nostra città? Scopriamolo insieme! Spesso confuso con Giuseppe Mazzini, figura di spicco del Risorgimento, spesso ignorato dai più giovani, eppure è grazie a lui se oggi conosciamo così tanti dettagli e particolari del nostro territorio. In occasione del centesimo anniversario dalla sua morte, gli studenti della nostra scuola, intitolata proprio a lui, hanno avuto l’onore e il piacere di allestire una mostra per ricordare quest’uomo così camaleontico, così particolare, così ricco di contraddizioni. Mazzini nacque alla Spezia nel 1868, un anno prima dell’inaugurazione ufficiale dell’Arsenale. Per la città questo avvenimento fu l’origine del cambiamento: si trasformò, crebbe e si riempì di forestieri, vennero costruiti nuovi e grandi palazzi, antichi edifici vennero abbattuti, colline sbancate e la stessa linea di costa veniva spostata per dare spazio ai nuovi cittadini. Il giovane Mazzini, poeta, giornalista, storico e archeologo, in tutte le sue attività cercò di riscoprire e di rivalutare il piccolo borgo che alla sua nascita stava già scomparendo.
Secondo l’abitudine tutta spezzina di dare un soprannome, spesso irridente, a tutti, veniva chiamato «Gamin», un termine francese che significa «dispettoso e sfacciato monello». La sua penna irriverente ed acuta produsse moltissime poesie firmate proprio con questo pseudonimo. La lingua scelta era il dialetto spezzino, che rendeva le situazioni e i personaggi descritti vividi e ironici. Il tono era quello sarcastico e tagliente con cui amava «prendere per il bavero il prossimo». Nei suoi versi era sempre presente la nostalgia per l’antico borgo: «Se ghe stava mai na volta, quando l’ea più piccinina». Mazzini esordì giovanissimo come giornalista, aveva appena 17 anni quando pubblicò il suo primo articolo e scrisse su molte importanti testate come «Il Pepe», «Il Tirreno», «La Giovane Democrazia», «La Spezia periodico settimanale», con propositi sempre pungenti. Il suo interesse per la storia e per l’archeologia emerse già nei suoi primi anni di liceo. Era giovanissimo quando pubblicò uno studio sull’antico porto di Luni e un opuscolo sulle mura di La Spezia. Nel 1900 fondò il «Giornale storico della Lunigiana» e fu lui, studiando le Statue Stele, a scoprire la presenza dei Celti in Liguria. Divenne direttore della Biblioteca Civica che ancora oggi porta il suo nome e del Museo Civico, che arricchì con numerose Statue Stele e sculture ritrovate in Lunigiana. Il re Vittorio Emanuele III si riferì a lui definendolo «illustre archeologo». Mazzini morì a Pontremoli nel 1923, lasciandoci privi della sua persona ma ricchi di conoscenza. Tutto chiaro adesso? E se avete ancora dubbi o curiosità venite a visitare la mostra nell’altro della nostra scuola!
Ci siamo mai accorti dell’importanza di questo edificio? Ne conoscete la storia? Il 24 maggio 1923 fu inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il Palazzo degli Studi «Principe Umberto».
Una costruzione imponente, larga 53 metri e alta 24. Ai lati ci sono due alti portoni con scalinate in marmo: sono gli ingressi della nostra scuola e del liceo classico «Lorenzo Costa», intitolato ad un celebre poeta spezzino del XIX secolo. Il maestoso palazzo presenta grandi finestre, che danno luce alle nostre spaziose aule. La facciata è decorata con lesene, timpani, cornici, maschere e alcuni medaglioni che raffigurano libri aperti. Più che una scuola dà l’idea di un museo! Si affaccia e guarda piazza Verdi come un capitano osserva dalla sua nave l’infinito mare. Attraversare il grande portone è come fare un balzo indietro ed entrare nella storia.
Targhe e insegne spiegano la storia della nostra città, le dolorose guerre e i tanti cambiamenti. Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, una scuola così grande fu motivata dalla smisurata crescita della popolazione spezzina a seguito della costruzione dell’Arsenale Militare, che richiamò migliaia di operai da tutta Italia. La costruzione del Palazzo si inseriva nel piano di risanamento del quartiere del Torretto, buio e malsano, con la realizzazione di Piazza Verdi e dei bei palazzi che la circondano. L’edificio fu realizzato dal Comune e decorato dall’architetto Armando Titta di Carrara, che abbellì anche la Sala Dante.
Maria Giulia Andrei, Ilaria Cataldo, Fabio Del Medico, Francesca Del Medico, Lorenzo Delli, Walter Fini, Mubin Hakim, Jia Er Hu, Tommaso La Face, Matilde Lanzone, Silvia Loris, Alessandro Maci, Alessandro Marano, Vittoria Natalino, Francesco Pontali, Gloria Sofia Santoiemma, Beatrice Scapazzoni, Alice Vittori, Bohao Zhou, Izabella Zollo. John Alegria Montoya; Edoardo Annibale; Margherita Balestrero; Sofia Bertolotto; Laura Biosa; Alessandro Calamita; Filippo Cipriano; Leonardo Cristodaro; Eleonora De Gregori; Giacomo Dzhankov; Danna Espinoza Zambrano; Alessandro Ferrari; Alberto Fusi; Angelique Galarza; Alessia Gentili; Ginevra Giudetti; Stella Giuliano; Carlo Mergotti; Giorgio Mergotti; Matilde Muscia; Alessandro Prosposito; Roberto Rossi; Sienna Varese.
Tutor Virginia Martinengo e Brunella Medugno.
dirigente scolastico Michele Buongiovanni