ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Carducci G. di Santa Maria a Monte (PI) - 1D

Teniamo d’occhio l’acqua Non “calpestiamo” l’oro blu!

Ridurre l’impronta idrica, cioè il complesso dei consumi di ognuno, sfida per il futuro del pianeta

Oggi, si fanno guerre per terre rare, petrolio e minerali, ma non dimentichiamo che la vera ricchezza è l’acqua, l’oro blu indispensabile per la vita. I popoli da sempre si spostano verso le fonti idriche e si contendono i terreni più fertili.

Nell’idrosfera, infatti, l’acqua dolce potabile è meno del 3% e non uniformemente distribuita sul pianeta: è scarsa nei deserti e nelle zone più aride, mentre in altre aree, fra cui l’Italia, abbonda.

Il ciclo dell’acqua rende questa risorsa rinnovabile, ma il riscaldamento globale, l’inquinamento e lo spreco contribuiscono a diminuirla.

Per misurare il consumo d’acqua abbiamo a disposizione un indicatore molto importante, l’impronta idrica, che serve a valutare i nostri consumi quotidiani di acqua dolce (diretti) e la quantità utilizzata nella produzione di beni e servizi (indiretti). Tre sono le sue componenti: quella verde considera l’acqua piovana assorbita dal suolo e l’evapotraspirazione delle piante, quella blu si riferisce ai consumi di acqua prelevata da fiumi e falde e quella grigia è la quantità necessaria per diluire gli inquinanti emessi dai processi produttivi industriali e dalla popolazione mondiale.

In media, lavarci, bere, cucinare, pulire rappresentano solo il 3,8%della nostra impronta idrica personale. La maggior parte è invece legata alla produzione di cibo, abbigliamento e altri oggetti di consumo. Un italiano ha un’impronta idrica di circa 2.350 metri cubi annui! L’acqua è importante per le aziende agricole e le industrie, ma saranno necessarie strategie efficaci per recuperarla in modo circolare nel processo produttivo, attraverso sistemi di filtraggio e distillatori/depuratori.

L’agricoltura e l’allevamento richiedono molta acqua, per questo dovremmo mangiare frutta e verdura di stagione e ridurre il consumo di carne. Si stanno diffondendo tuttavia colture idroponiche e orti verticali che promettono la riduzione del consumo idrico e una produzione di qualità. Il comparto industriale deve però ancora attrezzarsi.

Nel nostro piccolo, cosa possiamo fare per evitare lo spreco? Sicuramente utilizzare meno acqua sotto la doccia, chiudere i rubinetti mentre si lavano i denti, applicare aeratori e rompigetto in bagno e cucina, controllare le perdite, installare sciacquoni con doppio pulsante, fare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico, riutilizzare l’acqua di cottura della pasta per lavare i piatti o quella di pulitura delle verdure per annaffiare piante e orti.

 

Autorità idriche e Consorzi di bonifica svolgono un ruolo fondamentale per la tutela e gestione dell’acqua e del territorio. Le prime garantiscono depurazione e distribuzione dell’acqua potabile. I Consorzi di bonifica si adoperano per la regimazione e canalizzazione delle acque superficiali, per opere di irrigazione, interventi di manutenzione e prevenzione delle piene, adeguamento degli argini, sorveglianza e messa in sicurezza dei territori. Promuovono inoltre progetti di fitodepurazione, riduzione di microplastiche e specie aliene, prevenzione della diffusione di zanzare pericolose, salvaguardia di aree umide.

Con l’aumento della temperatura, la scarsa manutenzione di terreni, il disboscamento e la cementificazione, l’acqua può rivelarsi, tuttavia, un pericolo e una minaccia. A marzo, in Toscana straripamenti e risalita di acqua dalle falde hanno provocato danni e disagi, ma anche paura come nel 1966. I Consorzi hanno offerto un contributo fondamentale di presidio dei territori, in un momento in cui il cambiamento climatico colpisce terreni fragili, incapaci di resistere a grandi quantità di pioggia in tempi brevi. Tutti hanno visto la celerità nel posizionare paratie, gazzine e portelle sui canali, o i «panconcelli» sulle spallette dell’Arno, grazie a un coordinamento eccezionale di uomini e mezzi. I consorzi si impegnano a rafforzare argini e progettare interventi quali casse di espansione e briglie, ma servono risorse economiche e una pianificazione in stretta con altri enti.

 

Articoli e disegni sono realizzati dalla classe 1^ D della Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Carducci di Santa Maria a Monte: Alaa Aribi Eddine, Giulia Balatresi, Leonardo Barachini, Camilla Billeri, Aurora Diana Cagnazzo, Giulio Carbonetti, Max Civitelli, Sophia D’Anna, Samuele Enea, Giulia Forte, Vittorio Formicola, Chloe Lin, Daphne Lodi, Mattia Martini, Giulio Montanelli, Francesco Nesti, Alberto Paletta, Matilde Parziale, Francesco Ricotta, Cesare Rinaldi, Sara Savoia, Aurora Seferi, Jasmine Storti, Ainhoa Vannelli Caparros.

Docenti tutor Chiara Comastri, Barbara Marchese, Stefano Corapi.

Dirigente scolastico Alessandro Imperatrice.

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