ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Cuore Immacolato di Maria di Prato (PO) - 5A

Il body shaming in adolescenza «Bisogna amare il nostro corpo»

Il racconto di un ragazzo ferito dalle parole dei compagni, tanto da crederci davvero Analisi del fenomeno e delle ripercussioni a scuola e con gli amici: come reagire e difendersi

Il body shaming avviene quando qualcuno dice cose brutte o offende il corpo di un’altra persona.

Queste cose possono essere dette a voce oppure scritte sui social.

Quando qualcuno ci dice che il nostro corpo non va bene ci sentiamo tristi, diversi e insicuri.

Un nostro compagno ha raccontato di come le accuse di qualcuno che gli dice di essere troppo basso lo feriscono immensamente, tanto da crederci davvero e di temere di non essere “abbastanza”.

Tutti i corpi sono unici e speciali, non esiste perfezione dalla testa ai piedi, semplicemente perché non c’è un modo “giusto” di essere.

Le parole possono ferire più o meno asseconda del contesto, su internet, per esempio, non hai modo di difenderti subito infatti un post può essere segnalato ma richiede tempo e comunque l’offesa resta per un po’ virale, questo può diventare frustrante per chi riceve l’offesa. Secondo noi le persone che usano questa tecnica per sminuire l’altro, non sono persone cattive ma semplicemente insicure, forse anche già bullizzate a loro volta, piene di dubbi su sé stessi e quindi si sfogano sugli altri; anche la solitudine può causare questi atteggiamenti: la voglia di ottenere consensi per creare nuove relazioni di amicizia.

Noi crediamo però che un’amicizia basata su questi presupposti abbia vita breve e anche poco senso. Ma quindi cosa possiamo fare? Qual è la strada giusta? Usare parole gentili e pacifiche, usare toni dolci, chiedere di smettere a chi lo fa, rivolgersi a un adulto ma soprattutto “amare il nostro corpo“. Ricordiamoci sempre che il nostro corpo è speciale, unico al mondo e quello che alcuni definiscono un difetto può per altri essere un pregio. Sul fenomeno del “body shaming“ gli esperti, a livello nazionale e internazionale, si interrogano da tempo. La spiegazione del termine indica la pratica di offendere qualcuno o qualcuna per il suo aspetto fisico, ad esempio attraverso insulti, derisioni, giochi di parole, allusioni, in genere diffusi tramite l’utilizzo del social media, spesso sistematici e persistenti.

Non esiste una definizione univoca del “body shaming” poiché si tratta di un termine che si è diffuso nella cultura popolare e nell’attivismo, soprattutto online. È una forma di violenza che sfrutta l’insicurezza corporea (la sensazione di disagio o insoddisfazione riguardo al proprio aspetto fisico) e assume spesso le forme del bullismo/cyberbullismo o dell’hatespeech legati all’aspetto fisico. Il “body shaming” può diventare anche una manifestazione della violenza di genere, circostanza che rende bambine e ragazze ampliamente esposte ad offese e aggressioni basate su commenti negativi relativi al loro corpo. Il sito https://www.savethechildren.it/ ha promosso una campagna di informazione e prevenzione.

 

In classe abbiamo pensato di fare un’autointervista per approfondire l’argomento del “body shaming“.

Ci sono stati bambini che a volte si sono sentiti sotto accusa o addirittura ridicolizzati per una loro caratteristica fisica: denti troppo piccoli o troppo grandi, troppo bassi o troppo alti, troppo magri o troppo in carne; qualcuno ha addirittura riferito di essere stato chiamato coniglio e altri epiteti non molto belli. Ognuno di noi, nel raccontarlo, ha provato un senso di vergogna come se in quelle affermazioni ci fosse qualcosa di vero, però dobbiamo ammettere che parlarne ci ha aiutato a metabolizzare e sentirci confortati dagli amici ci ha consolati.

Ma poi soffermandoci a parlare ci siamo accorti che le nostre caratteristiche noi le amiamo! Anzi a volte se riusciamo a liberarcene ci mancano, come chi ha nostalgia della R moscia che ha tanto amato da piccola ma che adesso se ne sta andando.

Chi non ha mai sperimentato questa brutta situazione ha ammesso che è proprio brutto disprezzare un corpo che è stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza… Ricordiamoci sempre di non accettare passivamente le parole di body shaming, ma rivolgersi ad un adulto per un consiglio e per rafforzare l’autostima.

 

Questa pagina è stata realizzata dagli studenti della scuola paritaria “Cuore Immacolato di Maria“ di Prato.

Gli studenti-cronisti della classe 5° A sono: Aurora Amadori, Rachele Arcenni, Greta Bartolozzi, Emma Becherini, Aurora Casale, Tin Wan Chen, Ginevra Cocciardi, Duccio Colligiani, Nadia Cubeddu, Virginia Franchi, Aurora Frigerio, Rachele Giarrusso, Davide Guan, Pietro Innocenti, Kevin Kong, Leone Liguori, Shiui Lin, Filippo Menna, Chiara Roberto, Riccardo Vitiello, Yichen Wang, Lorenzo Yang, Laughing Zhao, Emy Zhou.

Le maestre che hanno seguito i bambini in questo percorso sono Maila Zoppi e Michela Baldini, la dirigente scolastica della scuola è Suor Stefania.

Le vignette a corredo della pagina sono state realizzate dagli studenti.

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