ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Sanarelli di Pratovecchio Stia (AR) - 2A

La moda che unisce e divide Inchiesta su stile e inclusione

Favorisce la coesione ma può diventare strumento di divisione sociale creando differenze tra gruppi

La moda è uno degli aspetti più complessi e importanti della nostra società; canone estetico da seguire anche in modo ossessivo, strumento di libera espressione, di oppressione, di unione all’interno della società, ma anche di separazione e discriminazione. Come strumento di unione, la moda ha spesso favorito la coesione e un’identità di gruppo, perché quando molte persone vestono più o meno allo stesso modo, si sentono parte di una comunità.

Le sfilate, i movimenti punk, hiphop o alternativi, sono situazioni in cui la moda diventa strumento di solidarietà poiché chi adotta certi stili si riconosce in un movimento che va oltre l’abbigliamento e abbraccia valori come la libertà di espressione e l’anticonformismo.

Spesso la tendenza che unisce è definita dallo stile adottato da influencer famosi o da altre personalità del web, che originano un’omogeneità nell’abbigliamento.

Ad esempio, se lo youtuber «X» porta sempre una tuta da ginnastica ed è famoso, allora sette persone su dieci, i suoi «seguaci», indosseranno lo stesso tipo di abbigliamento. Questo fenomeno si chiama trickle up, quando una persona famosa o ricca viene imitata da individui comuni, ma esiste anche il fenomeno contrario trickle down, quando le mode iniziano in ambienti alternativi e vengono adottate dalle persone più influenti.

Al contrario, la moda spesso si presenta come strumento di divisione sociale quando crea disuguaglianze e differenze tra diversi gruppi contribuendo a separare le persone in base alla classe economica o culturale o quando gli individui, che non riescono a conformarsi ai canoni estetici da seguire, si possono sentire inadeguati e vittime di discriminazione.

Ciò è evidente nel film «Il Ragazzo dai pantaloni rosa», che subisce atti di bullismo omofobo a causa della sua scelta di indossare quel capo di abbigliamento che lo rende vittima di derisione e violenza psicologica da parte dei suoi compagni in un contesto in cui il genere e l’abbigliamento sono ancora fortemente connessi a stereotipi.

Il protagonista ci invita, anche, a riflettere su quanto la libertà di espressione e la diversità siano ancora una battaglia da combattere.

Visto che la moda spesso serve per distinguersi o dichiarare la propria appartenenza ad un gruppo sociale o culturale particolare, ma anche come pretesto per odiare, e discriminare; sta a noi riflettere su questi aspetti cercando di promuoverne una che favorisca la diversità e l’accettazione piuttosto che la separazione e la discriminazione.

 

La moda sta vivendo una trasformazione con l’ascesa dell’abbigliamento gender-neutral, riflettendo un movimento sociale più ampio verso l’inclusività e l’uguaglianza. Questa rivoluzione sta cambiando il modo di vedere e indossare i vestiti; blazer e completi un tempo considerati elementi essenziali di guardaroba specifici per genere, vengono ora reinventati come pezzi versatili e unisex che superano le norme tradizionali. Questo approccio innovativo va al di là delle categorie di genere tradizionali, permettendo agli individui di esprimere liberamente la propria identità, senza essere vincolati da norme di genere superate. Molte celebrità e influencer tra le più amate dalla Generazione Z rappresentano l’ideale di una moda che non conosce barriere di genere portando avanti un messaggio di inclusività e libertà nell’espressione personale in cui credono. Molti Generazione Z fanno acquisti al di fuori del proprio genere ufficiale, gli «acquisti incrociati», ignorando tanto le etichette quanto il display dei prodotti tradizionalmente organizzato in aree dedicate a donna o uomo.

Per questo i maschi della Generazione Z usano trucchi e indossano gonne. Comunque.. l’importante è sembrare abbastanza sicuri di se stessi da far credere che la t-shirt e la giacca blazer oversize siano una scelta audace e non frutto di un’orribile giornata di «niente da mettere» e invece di scegliere tra pantaloni e leggings, possiamo semplicemente chiederci: «Che cosa mi va di indossare oggi?»

 

Marco Bartolini Morgana Canaccini Elena Cappelletti Linda Checcacci Denise Cipriani Jessica D’Avenia Geremia Dei Alessandro Fani Melissa Fani Lorenzo Fu Chiara Gabelli Jago Giovannelli Olmo Celeste Lascialfari Adis Murati Gabriele Ozzola Mattia Patrascu Valentina Renaiolini Tommaso Santolini Caterina Simonetti Giorgia Tortelli Nicola Vecchio, Vanessa Vischetti, Ruben Darius Zotoiu, Adelia Zoubabel Gabriella Bergamaschi Maurizio Librizzi

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