I ragazzi e le ragazze devono avere le stesse opportunità
Siamo sicuri che la parità di genere esiste davvero? Abbiamo cercato di ricostruirlo
La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, all’articolo 2, prevede che maschi e femmine abbiano le stesse possibilità.
Sulla carta, quindi, non ci dovrebbero essere disuguaglianze tra maschi e femmine in termini di sviluppo delle proprie capacità. In realtà, se ci guardiamo intorno, notiamo ancora grosse differenze tra i generi.
Le notizie dal mondo ci raccontano la grande divergenza tra bambini e bambine nell’accesso all’istruzione; questo fatto comporta che molte donne siano tutta la vita dipendenti economicamente prima dal padre e poi dal marito e non possano realizzarsi nel lavoro. Anche in Italia tante donne non lavorano e non hanno un conto corrente personale, così che non possono essere indipendenti. A parità di occupazione spesso le donne vengono retribuite di meno, soprattutto perché non possono dedicare al lavoro lo stesso tempo degli uomini visto che devono anche occuparsi della famiglia. Infatti, sembra scontato che le donne stiano con i bambini e gli uomini vadano a lavorare; una famiglia in cui è il padre a scegliere di stare in casa ci sembra ancora molto strana.
Ancora oggi, nei percorsi di studio, si notano differenze di genere; nell’opinione comune alcuni indirizzi non sono adatti alle ragazze! Ogni 100 ragazze iscritte all’università solo 18 si dedicano a studi scientifici e tecnici mentre 82 preferiscono frequentare facoltà umanistiche. Questa visione delle cose dipende dagli stereotipi di genere che fin da piccoli, senza che noi ce ne accorgiamo indica-no un percorso adatto a maschi e femmine. Certamente, con gli anni, le cose sono migliorate e le ragazze di oggi rispetto alle loro bisnonne hanno raggiunto tanti obiettivi prima insperati. Malgrado ciò, anche nei paesi occidentali sono poche le donne con posizioni di responsabilità nelle aziende e in politica.
I giochi o lo sport, molto spesso, rispondono a dei modelli rigidi che ci indicano quali praticare. Il calcio, il rugby e la boxe sono sempre sconsigliati alle ragazze per la loro fisicità mentre le uniche cose che dovrebbero essere considerate sono il talento e la passione. La stessa cosa capita per i ragazzi appassionati di ginnastica ritmica o danza classica che sono viste come attività femminili. Qualche anno fa le ragazze della nostra età appassionate di calcio dovevano rinunciare a giocare oppure erano inserite in gruppi maschili e per fortuna oggi, pian piano, le cose stanno cambiando.
Le pari opportunità sono ancora lontane, ma l’Agenda 2030 ci raccomanda di eliminare ogni disparità di genere, quindi noi ci impegneremo affinché il nostro sogno quello di raggiungere l’uguaglianza diventi possibile, perché ognuno di noi è particolare e speciale a modo suo. Ci piacerebbe un mondo dove fossimo considerati solo persone con i loro interessi, gusti e sogni da realizzare.
Billy Elliot era un ragazzo di 11 anni nato nella città di Easington, in Irlanda. Viveva col padre vedovo, la nonna e il fratello maggiore. Egli faceva pugilato obbligato da suo padre che non gli piaceva affatto. Un giorno l’allenatore di pugilato disse a Billy di consegnare le chiavi della palestra dove si allenavano a Mrs. Wilkinson, l’insegnante di danza, così lei lo sfidò a ballare con le ragazze, in questo modo si innamorò della danza. Saltava gli allenamenti di boxe per ballare. Dopo un po’ di tempo il padre venne a conoscenza che Billy saltava gli allenamenti di pugilato, così non gli permise più di praticare danza perché pensava che era solo per le ragazze. La situazione di Billy era misera: suo padre, suo fratello e altri irlandesi, minatori, vivevano in una situazione di sciopero. Billy, innamorato della danza, andava agli allenamenti senza il permesso di suo padre. Mrs. Wilkinson, intuì che Billy era molto portato per il ballo, decise di farlo partecipare all’audizione per l’Accademia della “Royal Ballet School” di Londra. Fu lì che suo padre capì che la danza era il vero sogno di Billy, così smise di fare lo sciopero e ricominciò a lavorare in miniera. Il padre lo accompagnò a fare l’audizione per la prestigiosa Scuola. Finalmente arrivò la lettera dall’Accademia in cui c’era scritto che Billy era stato scelto. Il padre diffuse la notizia in tutta la città, contento per il figlio. Questo film insegna che dobbiamo seguire sempre i nostri sogni, senza abbattersi e credere in se stessi, senza ascoltare i pregiudizi degli altri, ma scegliere la propria strada. Il messaggio di questo film è che dobbiamo credere sempre nei nostri sogni.
Redazione della classe 1 B Istituto Comprensivo 1 Poggibonsi, plesso “F.C.
Marmocchi’: Agnorelli Alessandro, Borrelli Adele, Burgu Noemi, Bianchi Amedeo, Vitalis Zoe, Christopher Justice, Cioffi Alessia, Daria Cristhian, Innocenti Teresa, Fusto Ginevra, Ermini Tommaso , Rubino Federico, D’Amore Gabriele, Di Rocco Domenico, Kante Magued, Ly Mareme, Ndiaye Mame, Rosati Zoe, Spini Chiara, Viti Zoe, Zappulla Tommaso.
Docente tutor: Serena Marzi Dirigente scolastico: Susanna Guarducci