Sport: prospettiva di pace tra i conflitti La “tregua di Natale” sarebbe possibile oggi?
Un documento della Prima guerra mondiale in cui i soldati nemici giocarono a pallone insieme
Lo sport nasce nell’antichità. Il termine, che deriva dal francese antico “desport” che significava “divertimento”, porta con sé diversi significati nel mondo: in India quando si parla di sport si pensa al cricket, in Cina invece si pensa alle arti marziali e al Kung Fu; in Europa il concetto di sport nasce con la civiltà greca e con le Olimpiadi, evento più importante delle stesse guerre, tanto che si stipulavano tregue momentanee per i giochi.
Nel corso del tempo nascono nuovi sport: nel Medioevo, con l’ascesa della cavalleria, si diffondono giostre e tornei, al Rinascimento si riconducono la scherma e l’equitazione.
Nell’Ottocento si origina la concezione moderna dello sport con la nascita di tre grandi scuole sportive, quella svedese, tedesca e inglese, che non si limitavano solo a insegnare una determinata disciplina ma anche a rafforzare il senso di uguaglianza e di amicizia. Un piccolo “miracolo sportivo” si ebbe con la “Tregua di Natale” all’inizio della Prima Guerra mondiale.
Nel dicembre del 1914, in prossimità del Natale, soldati britannici e tedeschi smisero di uccidersi lungo il “Fronte occidentale” e si incontrarono in mezzo alla “terra di nessuno”, scambiandosi piccoli doni e iniziando a giocare a pallone. Il soldato inglese Bruce Bairnsfather scrisse: «Non dimenticherò quello strano e unico giorno di Natale per niente al mondo”, e riferì dello scambio dei bottoni della propria divisa con un tenente tedesco. Nel testo di una canzone folk inglese di Mike Harding (“Christmas1914”), che fa riferimento alla “tregua di Natale”, si narra: “I fucili rimasero in silenzio senza disturbare la notte. Parlammo, cantammo, ridemmo e a Natale giocammo a calcio insieme, nel fango della terra di nessuno”.
La partita di calcio “Inghilterra Germania” si svolse realmente il 25 dicembre 1914 presso le trincee vicine alla città di Ypres, sul campo di gioco della “no man’sland”. Questo fatto ci dimostra come lo sport può essere fattore di amicizia e di pace fra le comunità umane, capace persino di fermare, seppur momentaneamente, le guerre.
Oggi possiamo vedere che non sempre lo sport è capace di promuovere pace e amicizia, basti pensare agli scontri tra ultrà presso gli stadi.
Ma ripensando alla “Tregua di Natale”, possiamo sperare che nel nostro futuro le attività sportive potranno ancora essere in grado di fermare le brutalità della violenza e delle guerre che oggi affliggono il nostro pianeta?
Nel nostro territorio non è molto facile trovare attività sportive da frequentare: le due principali sono la pallavolo e il calcio. La società sportiva di pallavolo più vicina a noi è la fivizzanese, che organizza tre allenamenti a settimana. Abbiamo preso le informazioni da alcune ragazze della squadra nostre amiche e abbiamo capito da loro che questa attività è importantissima anche per la socializzazione perché Fivizzano è diventato un centro di ritrovo per le giovani del territorio; il loro stemma è un delfino con una palla. Molti ragazzi ma, sempre più spesso, anche ragazze si dedicano al gioco del calcio. Tra le squadre di calcio c’è la Lunigianese ma quella più vicina a noi, solo per i più grandi, è la Gragnolese: il loro stemma è un’aquila con un trifoglio in bocca. Il calcio è un’attività che apporta sia molti benefici per il corpo (migliora la coordinazione, rafforza il nostro apparato cardiocircolatorio e fa molto bene ai nostri muscoli) che benefici per la psiche. Nel gioco gioco di squadra, ad esempio, si aiuta chi, per carattere, ha difficoltà a introdursi in un gruppo di coetanei perché in un’attività di gruppo come il calcio tutti hanno gli stessi obiettivi e tutti si trovano allo stesso livello davanti al proprio allenatore, secondo le proprie caratteristiche, senza discriminazioni.
Anche la pallavolo ha quasi gli stessi benefici del calcio: insegna disciplina e regole, aumenta l’autostima, favorisce la concentrazione e migliora la forma fisica e mentale.
La redazione giovanile delle due classi che ha individuato nello sport la chiave di volta per avvicinarsi alla pace e allontanare i venti di guerra e di conflitti è composta dai seguenti giovani redattori: Marouane El Moloua, Chiara Fantelli, Gabriele Ferdinandi, Alessandro Gabelloni, Sofia Martinelli, Mauro Martini, Tommaso Mornelli, Adriano Vicini per la 3E. Per la 2E Amira Farouki, I giovani cronisti sono stati seguiti dalla docente tutor professoressa Roberta Baroni.
La dirigente scolastica dell’istituto è Addolorata Langella