ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Maria Bonaparte Valentini di Ponte Valleceppi (PG) - 1A, 1B, 1C

Idee per la Torre di Pretola Giusta sede per l’ecomuseo

L’antica costruzione potrebbe diventare il contenitore dove conservare la storia del Tevere

Non tutti sanno che con il termine ecomuseo si indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione. Il patrimonio storico, culturale ed ambientale è diventato oggetto d’interesse pubblico attraverso questo la società può conoscere il territorio che la circonda. Un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un’opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, delle associazioni e delle istituzioni culturali.

Lungo il fiume Tevere esiste una parte di questo ecomuseo, nelle vicinanze di Ponte Valleceppi e Pretola, c’è una Torre antica con un vecchio mulino e c’è un bellissimo percorso verde dove oggi si passeggia e si fa sport, mentre un tempo venivano svolti antichi mestieri come quello degli uncinatori, dei renaioli, dei ciaccabreccia, dei carrettieri e delle lavandaie che lavavano i panni nel fiume per i perugini ricchi.

L’antica Torre di Pretola (alta 24,80 metri) fu costruita nel XIV secolo dalla famiglia Boccoli a difesa del mulino e della villa dei proprietari, dal 1974 è stata acquisita dal Comune di Perugia. Questa Torre potrebbe diventare la sede naturale dell’Ecomuseo del Tevere dove potrebbe ospitare in un ambiente ideale gli itinerari e gli oggetti del patrimonio legati ad antichi lavori che venivano svolti lungo il fiume Tevere con foto antiche, immagini, quadri, poesie e scritti legati a questo museo diffuso a cielo aperto. L’ecomuseo è un’esperienza concreta per vedere, conoscere e riscoprire gli oggetti e gli strumenti di uso quotidiano che si usavano tra la metà dell’800 alla fine del ‘900. La raccolta è organizzata in più installazioni, alcune di queste sono visibili in due sale, e riguarda-no la musica, la casa, le attività del luogo e la lavorazione dei tessuti.

L’Istituzione ecomuseale dovrà saper promuovere una reale partecipazione dei cittadini, responsabile e consapevole con corsi di formazione per guide e operatori ecomuseali che prevedano anche il coinvolgimento di volontari e associazioni. Attualmente l’associazione “Ecomuseo Tevere” promuove iniziative socioculturali quali camminate, visite teatralizzate, canti popolari, incontri aperti, ricerche sul patrimonio culturale. Tutte attività tese a far conoscere e valorizzare l’esperienza ecomuseale, quale concreta possibilità di crescita e sviluppo per la comunità.

 

Un testimone del posto il signor Anselmo Diarena racconta che: “Famije ntère émo vissuto col fiume”. Prima di sposarsi disse alla futura moglie: “Prega Dio che quel giorno nce sia la piena che alora dovrè venì a casa mia da sola”. Uomini e donne legati al fiume e che svolgevano antichi lavori come quello dei raccoglitori di legna dal fiume e quello delle lavandaie. Uncinatori (o chiappalegno) prendono il nome dallo strumento in legno, l’uncinèa ricavato dalla ramificazione dell’acerocampestre: questo legato ad una lunga corda, veniva lanciato nel corso delle piene del Tevere sulla superficie dell’acqua per recuperare rami, tronchi, parti di alberi, bestie vive. La legna messa ad asciugare veniva utilizzata per il fuoco sia per le case che per l’attività ad esso connessa quella delle lavandaie che bruciavano i legni nella fornacetta per scaldare l’acqua e fare la “bucata”.

A fine 1800 in questa zona di Pretola era nata una vera “industria” che aveva reso il paese la “lavanderia di Perugia”. Fu creato un sistema di lavaggio con il quale facevano fronte alle richieste delle famiglie benestanti di Perugia. La pratica di lavare panni nel fiume fu portata avanti fino agli anni Cinquanta con 369 lavandaie tra Pretola e Ponte Rio. L’ultima, Elda Giovagnoni, ci ha lasciato questa testimonianza: “Il fiume, per la mia famiglia e per il nostro paese, rappresentava una grande risorsa economica”. Si spera che i giovani tramandino queste tradizioni e non dimentichino il “Sentiero dei raccoglitori di legna”.

 

Gli alunni della scuola hanno la fortuna avere una scuola vicina alle sponde del fiume Tevere e vogliono farvi scoprire le sue bellezze naturalistiche e storiche che li fanno immergere in un’atmosfera di antichi mestieri del passato. La pagina è stata realizzata dalle classi IA, IB e IC coordinati dalle insegnanti: Pamela Fiorucci, Eleonora Grassi, Maria Bistoni, Maria Assunta Sforna della scuola secondaria di primo grado “Maria Bonaparte Valentini“ dell’Istituto Comprensivo Perugia 13, sede di Ponte Valleceppi. La dirigente scolastica è la dottoressa Simona Tanci.

(Nella foto gli uncinatori del Tevere) 

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