ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Marsiliana di Manciano (GR) - Classi 1° - 2° - 3°

Conoscere è necessario per capire Migranti, storie e speranze

Grazie alla partecipazione al progetto «I percorsi dell’altro» abbiamo imparato molte cose

Nello scorso mese di febbraio, noi studenti della secondaria di primo grado di Marsiliana abbiamo partecipato a un progetto chiamato «I percorsi dell’altro», organizzato dalla professoressa Elena Vellati dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Isgrec).

Il percorso, articolato in due incontri, ha affrontato la tematica dell’immigrazione, a partire dallo studio di un caso locale: l’esperienza del Centro di pronto intervento socio-sanitario della Rugginosa, a Grosseto.

Il passaggio dei migranti dal centro è testimoniato da una serie di scritti e disegni, che l’Isgrec ha conservato in un archivio.

Nel primo incontro con la professoressa Vellati abbiamo avuto la possibilità di vedere questi documenti, che restituiscono drammi e speranze di chi, arrivato in Italia, attendeva di fare domanda d’asilo o, in alcuni casi, aspettava di rimettersi in viaggio verso altre destinazioni. Ci hanno colpito i disegni, da cui traspariva tutta la nostalgia verso la propria terra. C’erano anche frasi di ringraziamento per il Paese che li aveva accolti, come la benedizione «Bless Italy».

Inoltre, durante la lezione, abbiamo guardato video-interviste in cui gli ospiti del Centro spiegavano la loro vita prima della partenza e le difficoltà del viaggio, in particolar modo durante la permanenza in Libia. Nel secondo incontro abbiamo analizzato alcuni dati.

Navigando sul sito del ministero dell’Interno, abbiamo notato la grande variabilità nel numero degli arrivi via mare in Italia: dal picco del 2016 (181.436 migranti sbarcati) il valore è sceso, per poi risalire nuovamente nel 2023 (157.651 arrivi).

Queste oscillazioni dipendono dalla pluralità di fattori che spingono le persone a migrare: oltre ai conflitti, anche motivi ambientali, demografici ed economici. Riteniamo che questo progetto sia stato utile e interessante. Ci siamo resi conto di quanto la nostra percezione del fenomeno migratorio fosse incompleta e in parte errata. Per esempio molti di noi, durante il primo incontro, avevano stimato un numero di immigrati in Italia di gran lunga superiore a quello reale. Inoltre, pensavamo che gli stranieri residenti provenissero soprattutto dall’Africa subsahariana, mentre abbiamo scoperto che più del 20% di loro sono rumeni, quindi europei! Siamo soddisfatti delle conoscenze acquisite, ma riteniamo che questo argomento vada approfondito per due ragioni. Innanzitutto, le migrazioni rappresentano una delle sfide maggiori per la nostra società; in secondo luogo, non bisogna mai dimenticare una semplice, ma importante verità: sono in gioco delle vite!

 

Nella scuola media di Marsiliana abbiamo compagni che provengono da altri Paesi, principalmente dall’Europa orientale. Per raccogliere ulteriori informazioni riguardo al progetto «I percorsi dell’altro», organizzato dall’Isgrec, a cui la nostra scuola ha aderito, abbiamo rivolto alcune domande ai nostri compagni, i quali hanno raccolto informazioni riguardo al viaggio affrontato per raggiungere il nostro Paese, intervistando le loro rispettive famiglie. Una di loro ci ha raccontato che sua madre, Eva, è venuta in Italia dalla Polonia. Queste le sue parole: «Ho raggiunto Roma su un pulmino con altre otto persone a me sconosciute. Due giorni e una notte per arrivare a destinazione. Ad aspettarmi c’era mia madre che mi ha ospitato per qualche giorno, prima di cominciare a lavorare come baby sitter in una casa sulla Tiburtina. Con i soldi ricavati, così, sono potuta tornare a Lublin per continuare i miei studi». Negli anni Duemila Eva ha scelto definitivamente di vivere in Maremma, perché la lingua italiana e il luogo le erano piaciuti. A convincerla è stato anche l’incontro con Patrizio, con il quale ha costruito una famiglia.

Ha poi aggiunto: «Finché ci sono stati i miei genitori non ho sentito la mancanza della mia terra natale; ora, invece, ho nostalgia dell’ambiente in cui sono cresciuta». Queste parole ci hanno colpito, perché ci hanno fatto capire quanto fosse importante per lei sapere che la sua famiglia potesse respirare la magia del luogo dove aveva lasciato il cuore.

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