ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado S. Martini di Rapolano Terme (SI) - 3B

Scelte di studio: da soli o a scuola L’impatto delle decisioni educative

Cosa conviene e cosa no: analisi delle alternative alla scuola e loro ricaduta sulla vita

Quasi in ogni classe prima o poi qualcuno pone la fatidica domanda: «Ma questo a che mi serve nella vita?», con l’immancabile seguito secondo cui «per ottenere grandi risultati nella vita, non occorre seguire studi regolari e completi».

Gli esempi più citati: Gates, Zuckerberg, Musk e Jobs, persone indubbiamente affermate.

Si rischia però di cadere nel ’survivorship bias’: l’errore di considerare solo gli esempi di successo, trascurando quelli che hanno avuto un destino meno o per niente favorevole. Ma volendo dare più spessore, e razionalità, alla domanda iniziale, forse la si potrebbe porre in altri termini: come decidere se perseguire interessi e obiettivi attraverso corsi d’istruzione precostituiti oppure scegliendo da sé tempi, modi e contenuti? Si potrebbe elaborare una lista di pro e contro, per esempio, e poi procedere alla ricerca di dati. Abbandonare i percorsi scolastici tradizionali può certamente dare vantaggi nel concentrare utilizzo del tempo e del denaro solo su obiettivi, pochi o molti che siano, veramente desiderati, in modo flessibile, anche tramite modalità di apprendimento alternative, come corsi online e tutorial, senza limiti geografici.

Non è da sottovalutare la possibilità di più esperienze pratiche, trovare in anticipo lavoro e autonomia economica. Per alcuni significherebbe evitare il conformismo e l’omologazione che si rimprovera alla scuola, mentre per altri sarebbe il modo per evitare lo stress tipicamente associato all’ambiente scolastico (voti, verifiche, compiti, discriminazione e bullismo). Passando ora ai contro, non si può trascurare da un lato il rischio di non aver accesso a risorse educative strutturate e qualificate, dall’altro di sviluppare carenze in competenze di base e perdersi per la mancanza di chiari punti di riferimento. Si soffrirebbe un certo isolamento e mancanza di supporto.

Ma probabilmente, sul lungo periodo, l’aspetto più problematico riguarda la collocazione professionale. Non solo infatti si rischia di essere sottovalutati o, peggio, discriminati; ma bisogna ricordare che l’ingresso in alcuni campi è condizionato al possesso di un titolo specifico: non averlo, intrappolerebbe in lavori poco qualificati e pagati, cui corrisponderebbero scarse opportunità di avanzamento di carriera e guadagno. Questi aspetti negativi peserebbero sia sul lavoro dipendente, sia sul lavoro autonomo. Forse la soluzione sarebbero percorsi quanto più possibile flessibili ma comunque garantiti dall’istruzione formale.

 

Il livello di istruzione è determinante per le prospettive lavorative e il reddito individuale. Innanzitutto, i dati nazionali evidenziano una correlazione diretta tra livello di istruzione e stipendio. In Italia, nel 2021, il tasso di occupazione dei laureati 25-64enni è all’82,1%; secondo l’indagine sui redditi degli italiani della Banca d’Italia, i laureati percepiscono un reddito annuale netto che è all’incirca il 20 per cento più alto dei diplomati. La probabilità di trovare un’occupazione è anche molto più alta per i laureati: circa 10  unti percentuali in più dei diplomati, mentre il tasso di occupazione dei diplomati è 18,9 punti più alto rispetto a quello di chi ha completato solo le medie (70,3% contro 51,4%). La disparità di genere comunque è ancora presente: infatti nonostante i livelli di istruzione tra le donne siano più elevati, i tassi di occupazione femminile sono decisamente più bassi (55,7% contro 75,8% degli uomini). Confrontando i dati esteri con quelli italiani si rileva che nel 2022, secondo dati Eurostat, il nostro è il quinto Paese europeo con più studenti che hanno abbandonato la scuola (11,5%), dopo Romania (15,6%), Spagna (13,9%), Ungheria (12,4%) e Germania (12,2%). Certo: non ogni scelta della vita deve essere presa considerando esclusivamente il reddito atteso, ma d’altra parte ogni scelta consapevole e di lunga durata non può trascurare questo genere di conseguenze. Sembrerebbe, dunque, preferibile un sistema in cui l’alternativa non fosse tra scuola e studio individuale, ma in cui fossero comprese soluzioni intermedie e personalizzabili.

 

La redazione.

Classe 3B scuola “Simone Martini” di Rapolano Terme: Bismilja Balje Senija Balje Niccolò Batti Marina Bordoni Azzurra Cenni Lorenzo Corradeschi Tommaso Cresti Gaia Dei Melania Frullanti Nizar Gouda Pietro Landi Suela Koqinaj Klara Kroni Adele Marcocci Arianna Mori Alberto Nika Klea Preci Giacomo Roncucci Tommaso Seri Ludovico Vanni Alessandro Venuti.

Docente tutor: Ruben Francischiello.

Dirigente: Luca Guerranti.

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