ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado A. Paoli di Signa (FI) - 2A

Perché la violenza sulle donne? Stop alla violenza di ogni tipo

A lezione riflettiamo sull'uguaglianza di genere diventando consapevoli delle nostre emozioni

Il problema della violenza sulle donne sembra esploso negli ultimi anni. La donna è sempre stata assoggettata, nel corso del tempo, all’uomo, e considerata inferiore.

Già in tempi preistorici l’uomo cacciava e stava perlopiù all’aperto svolgendo lavori dove era necessaria la forza, mentre la donna si dedicava alla casa, accudiva ed allattava. Ne è derivato nel corso della storia un appiattimento di «stereotipi» a varie figure, alla figura maschile e a quella femminile, tanto che l’uomo ha iniziato ad acquisire diritti molto più privilegiati rispetto a quelli della donna, che è divenuta a lui sottomessa e subordinata.

L’uomo ha sempre detenuto il potere culturale. Struttura patriarcale dunque che varia poi in base alle società del mondo. L’emancipazione femminile in Italia è iniziata solo dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946, quando le donne poterono votare per la prima volta per scegliere fra Monarchia e Repubblica e per l’elezione dell’Assemblea Costituente. A noi ragazzi viene insegnato ad uscire da qualsiasi stereotipo che ci possa etichettare fin da piccoli per relazionarci in maniera sana ed egualitaria nei confronti dell’altro sesso.

Quando si nasce siamo tutti buoni. Come è possibile che «i nostri genitori» si possano macchiare di crimini così orribili uccidendo non solo le loro compagne ma talvolta i loro stessi figli? Seguiti dai nostri professori, abbiamo affrontato il problema sia dal punto di vista maschile che da quello femminile. Conoscere è sinonimo talvolta di risolvere.

I casi di femminicidi sono aumentati ancor più durante il periodo dell’emergenza sanitaria da Covid e questo perché l’era digitale ha reso gli adulti ancor più soli, sono venuti meno i contatti fisici e tutto ciò non ha fatto che accrescere l’aggressività di determinate situazioni che è sfociata più facilmente in violenza. La violenza non è solo fisica ma anche psicologica. Quest’ultima è più subdola e nascosta e non per questo meno pesante per colei che la subisce. Lo stalking, ovvero un insieme di atti persecutori, ne costituisce un esempio. La violenza psicologica si manifesta con la denigrazione della donna per renderla dipendente dall’uomo. Nel 2023 in Italia ci sono stati 103 femminicidi quasi tutti dovuti alla gelosia. Qualora una donna si trovi in una situazione del genere deve subito denunciare alle forze dell’ordine o rivolgersi ad uno dei tanti centri antiviolenza telefonando al numero verde 1522.

Tornare a vivere serenamente la propria vita è possibile perché le donne non devono mai più avere paura.

 

Abbiamo intervistato la dottoressa Maria Cecilia Monge, psicologa presso la nostra scuola.

Quali sono per una donna i primi segnali che una relazione non è sana, ma tossica? «Quando in una relazione ci si isola e non c’è più spazio per gli amici, la famiglia e il lavoro; quando l’altro si adopera affinché non si possano più incontrare persone che ci vogliono bene. Se sono sola nel giorno in cui la relazione sfocia in una situazione di violenza non saprò più a chi rivolgermi o chiedere aiuto».

E quando un uomo deve rendersi conto che il suo non è amore sano? «Se vede che il proprio atteggiamento è troppo possessivo nei confronti della fidanzata e che ha bisogno di tenere sotto controllo la sua vita perché non si fida, pensando che se lui non c’è o non la controlla lei possa lasciarlo. «Innamorarsi» è un qualcosa di più e non è mai una privazione o una perdita».

La gelosia è la causa principale di queste tragedie o ne esistono altre? «Gli uomini hanno a che fare con una difficoltà incredibile ad elaborare la frustrazione che segue l’essere stati lasciati. Pensano di esistere solo in quella relazione e dicono «la mia vita non ha più senso». Si tratta di imparare a gestire le emozioni».

Cosa s’intende per relazione sana? «Una relazione sana è una relazione in cui dall’incontro con l’altro viene fuori qualcosa che da solo non avrei potuto fare. Quando all’interno di quella relazione nascono cose belle che ci aprono al mondo».

 

Alla pagina hanno lavorato i ragazzi della classe II A della scuola secondaria di primo grado Alessandro Paoli di Signa in provincia di Firenze.

Ecco tutti i nomi dei giovani protagonisti: Diletta Bartoloni, Zoe Bogani, Gabriel Cercel Angelo, Antonino Demma, Elisa Hyra, Erison Kallorica, Melissa La Marca, Izet Pashja, Marta Pini, Melissa Trinci. Docente tutor: professoressa Franca Marchese.

Dirigente scolastica: professoressa Francesca Bini.

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