ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria San Giustino di San Giustino (PG) - 5A, 5B

Se fossi: potenza dello sguardo Le parole sono importanti…

Gli studenti alle prese con le sfumature dei diversi vocaboli. E viene fuori un bel dibattito

Ci piace sperimentare e scrivere di svariati argomenti, ora ci siamo voluti cimentare in questa tematica per certi aspetti un po’ filosofica, ma più vicina di quanto si pensi. Abbiamo voluto suddividere il lavoro seguendo una scaletta. Differenza fra: vedere, guardare, osservare secondo il mio punto di vista. Il significato di queste parole secondo il dizionario. Cos’è per noi lo sguardo. Il significato della parola sguardo secondo il dizionario. Contesti in cui possiamo usare la parola “sguardo”. Perché lo sguardo ci aiuta ad esser più empatici. Se fossi … e perché… Spesso, quando si parla o si scrive usiamo le parole “vedere”, “guardare” ed “osservare” come sinonimi, senza porre la giusta attenzione a quanto invece sia diverso e importante il loro significato. Ultimamente ci siamo più volte soffermati su quelle che sembrano sottigliezze, abbiamo analizzato queste parole prima secondo il nostro punto di vista, con un brainstorming, con dei testi narrativi, descrittivi e poetici e poi attraverso il dizionario.

Dal nostro brainstorming è emerso che… Per noi vedere significa percepire con gli occhi, la semplice azione compiuta dal senso della vista. Pensando alla parola “guardare”, crediamo che indichi un vedere più attento, partecipato, forse quando la vista e il cuore iniziano a comunicare. Ed osservare? Non ci avevamo mai pensato, ma non è così semplice anche se è un’azione che, potremmo compiere tutti i giorni. Secondo noi si tratta di un guardare mirato, cioè che decidiamo su cosa o chi concentrare il nostro sguardo. Non è affatto semplice, perché è un’azione che richiede pazienza. Noi ci siamo interrogati più volte sulle differenze di queste parole, la nostra compagna di origine cinese ci ha rivelato che, nella sua lingua c’è un unico sostantivo che definisce queste azioni ed è “Kàn”.

Dal dizionario: dopo aver dato la nostra versione di queste tre parole, ci siamo concentrati ad analizzarle con il dizionario e abbiamo avuto ragione a dire che hanno significati diversi. Vedere indica percepire qualcosa o qualcuno con gli occhi, degli stimoli esterni attraverso gli occhi, cogliere qualcosa con la vista in maniera poco approfondita o involontaria. Guardare significa vedere con attenzione, fissando qualcosa o qualcuno. Osservare invece denota guardare con attenzione, esaminare anche con strumenti idonei, con il fine di conoscere meglio, rendersi conto di qualcosa, rilevare i particolari o formulare condizioni di varia natura.

Lo sguardo secondo noi… Per ultimo, ma non per importanza, lo sguardo… forse il vero protagonista di questo argomento. Tutto questo infatti ha a che fare con lo sguardo, che ci aiuta, proprio perché alcune sensazioni ed emozioni delle persone si possono capire da quest’ultimo, come: la stanchezza, la felicità, la rabbia, l’allegria, provare ad immaginare cosa pensano.

 

Quando si dice che educazione e sicurezza stradale non sono mai troppe, noi l’abbiamo prese alla lettera. Esistono varie tipologie di educazione: educazione verso sé stessi e gli altri, educazione del linguaggio, educazione stradale… Negli ultimi due anni ci siamo cimentati in svariate attività didattiche e ludiche attraverso le quali abbiamo scoperto che educazione e sicurezza stradale possono essere molto collegate. Iniziamo dal generale per poi scendere nei particolari… Cosa significa per noi la parola educazione? Dopo svariati confronti, è venuto fuori che, per noi, il significato generale di educazione è garantire protezione, uguaglianza e sicurezza; è anche correttezza, istruzione e i vari insegnamenti dati dalla famiglia in collaborazione con la scuola. È imparare a comportarsi bene verso gli altri con gesti e parole. Ad esempio, in classe, se facciamo confusione durante la lezione, non permettiamo agli altri di ascoltare. Durante la giornata, le nostre azioni devono far capire il nostro carattere, ma rispettare sempre le altre persone. Se diciamo parolacce o a tavola mangiamo a bocca aperta, siamo maleducati, perché nessuno vorrebbe sentire brutte parole o vedere gesti poco opportuni. Si tratta dunque rispetto per sé stessi e per gli altri.

Classe VA e V B scuola primaria San Giustino (direzione didattica “Francesca Turrini – Bufalini”–Citerna). Ecco i nomi degli studenti cronisti, che hanno curato l’inchiesta: Acquisti Ginevra, Aljimi Flora, Bravaccini Edoardo, Celli Ginevra, Cuccaro Elisa, Fabrizi Mya, Gennaioli Nicholas, Maestri Alice, Mattia Anita, Minciotti Alessandro, Palermo Jennifer Rosa, Paolo Niccolò, Rigucci Viola, Taurino Leo Francesco, Anita Aljii, Nilde Belloni, Aksel Bigotti, Gaia Bolgi, Viola Braganti, Lucrezia Del Bene, Asia Fabbri, Amin Mohamed Lahiba, Davide Meloni, Isabella Moretti, Andrea Moschini, Adhurim Musliaj, Angela Su. Docente coordinatrice del lavoro: Elisa Boncompagni. Dirigente: professor Elio Boriosi.

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