A scuola anche di domenica Accadde 70 anni fa a Barbiana
Il messaggio della scuola di Barbiana attraverso la «scrittura collettiva». La nostra gita
Il 13 marzo di quest’anno siamo andati a visitare la scuola di Barbiana. Per raggiungerla abbiamo percorso un sentiero nel bosco lungo il quale erano dislocati alcuni pannelli che illustravano i fondamentali articoli della Costituzione. Questa scuola è stata fondata nel 1954 da Don Lorenzo Milani che dedicherà la sua vita all’istruzione dei ragazzi di Barbiana. Era frequentata tutti i giorni della settimana da figli di contadini, di pastori, di boscaioli, gente semplice e umile.
Senza Don Milani quei ragazzi sarebbero rimasti a lavorare i campi come i loro genitori. I ragazzi di Barbiana erano chiusi e diffidenti e si sentivano inferiori rispetto alle persone che potevano studiare.
Lui gli voleva «dare la parola», renderli «cittadini sovrani», cioè cittadini responsabili, consapevoli e informati, in grado di capire il mondo in cui si trovavano. In questa scuola la Costituzione era alla base degli insegnamenti.
Don Milani era un maestro esigente, lavorava sul significato delle parole e si arrabbiava se i suoi ragazzi non gli dicevano di non aver capito; utilizzava il metodo della «scrittura collettiva» affinché tutti potessero esprimere e condividere il loro pensiero in un lavoro comune; si studiavano tutte le materie e si imparava facendo. Per imparare a sciare costruirono gli sci; per imparare a nuotare costruirono una piscina; per poter conoscere e osservare le stelle costruirono un astrolabio. Parteciparono anche alla costruzione di un piccolo ponte per permettere a un loro compagno di arrivare a scuola. Imparavano tutto ciò che poteva servirgli nella vita, come le lingue. I ragazzi si interessavano a tutte le attività e i più grandi aiutavano i più piccoli; si procedeva «con il passo dell’ultimo», nessuno doveva rimanere indietro.
Nella scuola di Barbiana non c’erano voti, non si bocciava e non c’era il migliore o il peggiore. Uno degli insegnamenti di Don Milani è«I CARE» che vuol dire «mi sta a cuore», «mi interessa». La sua ragione di vita era rendersi utile agli altri, aiutare gli ultimi. Per noi, essere stati a Barbiana, non è stata una semplice gita ma un viaggio pieno di emozioni, di presa di coscienza dell’importanza di stare a scuola. Noi pensiamo che, oggi, per mettere in pratica l’insegnamento di Don Milani potremmo renderci utili agli altri aiutando chi è in difficoltà, non escludendo nessuno e soprattutto non rimanendo in silenzio se una cosa non ci sembra giusta. Barbiana è un puntino nell’universo e nel suo piccolo ha insegnato tante cose grandi.
A che età è arrivato alla scuola di Barbiana? «Sono arrivato a 8 anni e sono il primo bambino che Don Milani incontra quando arriva a Barbiana in una sera piovosa d’inverno, il 7 dicembre del 1954».
Come si svolgeva la giornata? «Durava dodici ore, dalle 8 del mattino alle 8 di sera. Fino alle 12:30 studiavamo, poi avevamo una pausa di un’ora per poter pranzare: chi abitava vicino alla scuola tornava a casa mentre chi abitava lontano si portava il pranzo. Alle 13:30 ricominciavamo a studiare e più tardi, nel pomeriggio, facevamo merenda con pane e marmellata o pane e formaggio. Ogni giorno Don Milani ci faceva leggere tre giornali diversi. Lui diceva che era molto importante perché potevamo farci un’opinione personale dei fatti che accadevano, crearci un pensiero critico, imparare a ragionare con la nostra testa».
Perché Don Milani decise di aprire questa scuola? «Non c’era una scuola a Barbiana, quella più vicina era a Vicchio. Io ero stato bocciato in prima elementare e frequentavo la pluriclasse in località Padulivo dove c’era una sola maestra che spesso, in inverno, non riusciva ad arrivare a causa della neve. Così Don Milani decise di aprire prima un doposcuola e poi l’avviamento professionale».
Perché ancora oggi si parla di Barbiana? «Per gli insegnamenti e gli ideali che lui ci ha dato, come la solidarietà, l’uguaglianza, l’inclusione. La società, oggi, ha bisogno di questi valori».
Ecco la redazione della classe 5B Scuola Primaria Rossini , Istituto Comprensivo Verdi di Firenze. Le docenti tutor: Maria Costanza Catalano, Anita Longhi, Stefania Jordan, Lumini Luisa, Patrizia La Ferla.
Dirigente scolastico: Giacomo Forti. Alunni partecipanti: Argentiero Diletta, Bisha Redisa, Boschi Gerard, Cani Bruno, Ciotola Claudia, Del Testa Marta, Costa Giulia, Eliseo Zeno, Fusari Dario, Gomez Viola, Kumar Eshaan, Mohamed Shazad, Mone Jui, Niccolini Sofia, Pacini Mirko, Palomino Luciana, Pareja Jannelle, Pavel Iulia, Pessa Arianna, Raymundo Thiago, Salviati Matteo, Somigli Niccolò.