ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Vanghetti di Empoli (FI) - 2F

Il Congo e le sue guerre Coinvolti anche se non lo sappiamo

Nel Paese africano si trovano minerali molto importanti per la tecnologia di oggi: cobalto, coltan e terre rare

La repubblica democratica del Congo si trova in Africa centrale. È un Paese molto grande, attraversato dall’Equatore e ricco di foreste tropicali, montagne e fiumi. A ovest si affaccia sull’Oceano Atlantico. È uno dei Paesi con più risorse naturali al mondo, come il cobalto, il coltan e altri minerali preziosi.

Prima dell’arrivo degli europei, il territorio del Congo era abitato da popolazioni indigene con culture e tradizioni molto diverse. Nel 1885, il re Leopoldo II del Belgio prese il controllo della zona e la dichiarò sua proprietà personale, chiamandola «Stato Libero del Congo». In quel periodo ci furono molte violenze e sfruttamento della popolazione locale. Dal 1960 in poi la repubblica democratica del Congo diventa indipendente dal Belgio, ciò nonostante il Paese si trova ad affrontare dittature e altre guerre per il controllo delle preziosissime materie prime, di cui il Congo è molto ricco.

Nel Congo, infatti, si trovano minerali molto importanti per la tecnologia di oggi: il cobalto (è un metallo di colore bluastro, usato per fare le batterie dei cellulari, dei computer e delle auto elettriche), il coltan (insieme di minerali usati per fabbricare componenti elettronici, come gli schermi dei nostri telefoni, tv, pc ecc), le terre rare (sono elementi chimici preziosi, usati anche per costruire dispositivi elettronici moderni). Questi materiali fanno parte della nostra vita di tutti i giorni, ma spesso vengono estratti in modo pericoloso e sfruttando il lavoro dei bambini. Molti poi sono i Paesi occidentali e orientali a combattersi per il possesso di queste risorse.

Per questo la guerra in Congo non è una guerra come le altre. Non si combatte solo per motivi politici, ma soprattutto per controllare le zone ricche di minerali.

Un gruppo armato chiamato M23, appoggiato dal vicino Ruanda, ha preso le armi per conquistare territori pieni di coltan. Questi ribelli devono il proprio nome all’accordo firmato il 23 marzo 2009 tra il governo congolese e il Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), un altro gruppo armato attivo all’inizio degli anni Duemila.

M23 dichiara come obiettivo la protezione delle minoranze Tutsi e di lingua Kinyarwanda in Congo. Lo stesso Ruanda confinante con il Congo è coinvolto direttamente (soprattutto dopo il genocidio del 1994 dove partecipò anche la repubblica democratica del Congo) nella guerra perché vuole ottenere vantaggi economici dai minerali estratti ai confini dei due Paesi.

Anche grandi potenze come la Cina, l’Unione Europea e gli Stati Uniti sono interessate a quello che succede nella zona, per motivi politici e commerciali.

Perché tutto questo ci riguarda? Molti degli oggetti che usiamo ogni giorno, come cellulari, tablet e videogiochi, contengono materiali provenienti dal Congo. È importante sapere da dove vengono e in quali condizioni vengono estratti. Essere informati è il primo passo per cambiare le cose. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza scegliendo di informarci, parlare e sostenere chi combatte per i diritti dei bambini.

 

In tutto il mondo, milioni di bambini sono vittime di sfruttamento. Questo significa che sono costretti a lavorare, invece di giocare o andare a scuola. Le forme più comuni sono lavoro minorile (i bambini lavorano in miniere, campi o fabbriche in condizioni molto difficili), traffico di minori (bambini venduti o trasportati illegalmente per essere sfruttati) e niente scuola (molti bambini non possono studiare perché devono aiutare la famiglia a guadagnare soldi). Organizzazioni come l’Onu (Organizzazione nazioni unite) e molte associazioni internazionali stanno cercando di fermare lo sfruttamento minorile, ma è una battaglia difficile. La situazione in Congo. Nel Congo, molti bambini lavorano nelle miniere di cobalto e coltan, dove trascorrono fino a 12 ore al giorno, trasportando carichi pesanti e rischiando la vita. Le miniere sono scavate a mano e non sono sicure. A parte i rischi immediati, il trasporto di carichi pesanti può avere gravi effetti a lungo termine, come deformazioni ossee e articolari, lesioni della colonna vertebrale, lesioni muscolari e muscolo-scheletriche. Oltre che in miniera, il lavoro si svolge anche a cielo aperto, indipendentemente dalle piogge o dalle temperature elevate. Più della metà della fornitura mondiale di cobalto proviene dalla Repubblica democratica del Congo. Ci sono tra i 110.000 e 150.000 minatori. Tra il 2014 e il 2015 ci sono stati più di 80 incidenti mortali, ma il numero vero potrebbe essere molto più alto.

 

Articoli, foto e disegni sono realizzati dalla 2^ F della Secondaria di primo grado Vanghetti Istituto comprensivo Empoli Est: Fabrizzio Asanza, Giorgia Bani, Bernardo Barbaria, Lorenzo Cerratelli, Gregorio Checcucci, Riccardo Cioffi, Emma D’auria, Diego Demrozi, Eleonora Diricatti, Matteo Fontanelli, Valentino Gaetano, Ji Ya Shi (Monica), Andrea Lucii, Viola Margiotta, Lorenzo Niccolai, Aurora Rebecca Pepe, Lorenzo Primo, Eleonora Salvini, Pietro Scali, Oscar Tinti, Gabriele Tozzi, Tommaso Trapani, Leonardo Volpi, Giovinco Ye Bo En, Pietro Zichella.

Docente tutor Mirco Di Giorgio.

Dirigente scolastico Marco Venturini. 

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