ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Madonna delle Grazie di Grosseto (GR) - 1A, 2A, 3A

Uniti contro tutte le mafie Noi stiamo dalla parte giusta

Studenti orgogliosi di aver preso parte alla «Giornata della memoria e dell’impegno»

Venerdì 21 marzo abbiamo partecipato con la nostra scuola a un’importante manifestazione per le vittime delle mafie, nel trentennale della «Giornata della memoria e dell’impegno». Le nostre scuole «Chelli» e la primaria «Sant’Anna», insieme all’associazione «Libera» e al Comune di Grosseto, sono state promotrici della giornata e noi alunni delle scuole medie siamo stati davvero orgogliosi di partecipare, di ricordare le vittime della mafia, di agire nel nostro piccolo per difendere i valori della legalità, perché vogliamo essere la voce che denuncia l’ingiustizia e non il silenzio che l’alimenta.

La manifestazione è iniziata alle 10 circa. Ci siamo riuniti in piazza Stammati, da dove è partito il corteo. Durante la marcia verso il Duomo, abbiamo portato con onore lo striscione delle nostre scuole con scritto «Stiamo dalla parte giusta» e alcuni cartelloni preparati da noi, dove abbiamo rappresentato il nostro desiderio di ricordare e lottare per la giustizia. È stato emozionante soffermarsi nel corso della marcia per le leggere frasi, le riflessioni, gli slogan che abbiamo scritto in classe coi nostri professori. Ci siamo sentiti uniti nel condividere valori comuni e più speranzosi verso il futuro: se continueremo a lottare così, insieme, contro l’indifferenza, la paura e il silenzio, potremmo costruire un futuro finalmente privo della criminalità organizzata.

Il nostro cammino è proseguito fino a piazza Dante, dove ci siamo uniti a oltre 300 studenti provenienti da altre scuole. Abbiamo riposto sui gradini del Duomo i nostri cartelloni, striscioni e abbiamo ascoltato con partecipazione gli interventi delle autorità presenti, tra i quali il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, il prefetto Paola Berardino, il presidente della Provincia Francesco Limatola. Poi, il raggruppamento Carabinieri Biodiversità ha donato alle scuole le gemme del ficus che cresce nei pressi della casa del compianto giudice Giovanni Falcone, oggi duplicate nel Centro Nazionale Carabinieri di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Alla conclusione della giornata, alcuni di noi hanno avuto l’importante compito di leggere i 1081 nomi di uomini, donne, giovani e bambini uccisi delle mafie.

Nome dopo nome, abbiamo realizzato con forza quanto male abbia compiuto la mafia e quanta sofferenza abbia causato alle famiglie delle vittime.

Da quest’evento siamo usciti ancora più consapevoli e coraggiosi.

Abbiamo compreso che la mafia non è invincibile, lo è solo quando lasciamo vincere l’indifferenza e il silenzio e noi venerdì abbiamo gridato libertà e scelto di «stare dalla parte giusta».

 

La marcia di 800 ragazzi che ha attraversato il cuore della nostra città è stato un momento importante per ognuno di noi, abbiamo agito! Non abbiamo solamente ascoltato, parlato, scritto seduti in una classe, ma abbiamo marciato, cantato e gridato insieme. Abbiamo partecipato attivamente perché il ricordo di tanti innocenti non si perda e perché le nostre voci, insieme a quella di tanti altri giovani possa aiutare a far diventare il mondo migliore. Noi siamo molto giovani, ma sappiamo dai libri, dalle parole degli insegnati, dalle notizie quotidiane che cosa è un fenomeno sociale come quello della mafia ed abbiamo riflettuto, con i nostri strumenti, su questa realtà. L’elemento che inizialmente ci ha più colpito è stato che anche gli animali lottano tra sé ed uccidono, ma lo fanno per la sopravvivenza, non per il loro potere e profitto. Ci siamo chiesti se soldi sporchi danno poi un potere felice… sicuramente ti rubano l’anima. Si parla di una società criminale fatta di accordi segreti, di vittime, di dolore continui. Ma la mafia non è solo questo, è anche la convinzione che chi è più forte può schiacciare il più debole, ne può approfittare e può farlo soffrire. Un atteggiamento simile si può nascondere dovunque, anche tra noi ed infatti è necessario lottare contro questo modo di pensare, non con le armi, ma con la quotidianità. Non bisogna arrendersi, la mafia non è invincibile e se tutti si impegnano, ci si può fare.

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