ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado A. Frank di Pistoia (PT) - 1D

La Toscana riparte dal teatro L’emozione di un’arte condivisa

Dalle scene del passato alle proiezioni del futuro: il nostro Manzoni tra storia e innovazione

Il 6 marzo le porte del Teatro Manzoni di Pistoia si sono aperte per noi, ragazzi del 2024, proiettandoci in un viaggio verso la Toscana del 2050. Accolti da Elisabetta Barbini dell’ufficio attività per le scuole di Teatri di Pistoia, abbiamo potuto conoscere la storia e scoprire i segreti di questo ambiente magico. Dopo essere entrati nel foyer e aver attraversato la platea, abbiamo appreso che questo luogo, nato nel 1694, un tempo era un «tiratoio della lana», poi trasformato in teatro e ristrutturato più volte nel corso dei secoli, fino all’ultimo intervento importante del 1926. Ma è quando siamo saliti sul palco che è accaduto qualcosa di inaspettato. Sotto i nostri piedi, ben mimetizzate, si nascondono delle botole, aperture che permettono agli attori di comparire in scena in modo spettacolare.

Abbiamo così scoperto l’esistenza di un mondo sotterraneo: il sottopalco, un ambiente percorribile e invisibile agli spettatori, ma importante per la messa in scena di uno spettacolo. Il teatro, infatti, non è solo ciò che vediamo dalla platea, dai palchi e dalla galleria, ma anche ciò che non si vede, il lavoro nascosto delle tante persone che operano dietro le quinte, rendendo possibile con il loro contributo lo spettacolo. Questo ci ha fatto riflettere su come poter rendere ’visibile’ ciò che spesso non lo è anche nella vita di tutti i giorni, ad esempio in termini di opportunità per tutti, di accesso alla cultura senza alcun tipo di barriera, di sostenibilità delle nostre azioni. Così, quando Elisabetta Barbini ci ha chiesto come ci immaginiamo il teatro del futuro, noi abbiamo pensato che sicuramente nei prossimi decenni le nuove tecnologie arricchiranno sempre più gli spettacoli: scenografie digitali, ologrammi, realtà aumentata che trasporterà il pubblico dentro la scena e sicuramente intelligenza artificiale, ovviamente a basso impatto ambientale.

Nessuna tecnologia però, per quanto avanzata, potrà mai sostituire lo scambio di sguardi tra artista e spettatore, l’energia e l’emozione condivisa di un applauso, che rende il teatro uno spazio che, come la nostra Regione fin dai tempi del Granduca Pietro Leopoldo, contribuisce a diffondere valori importanti, come la libertà di espressione e di pensiero. Proprio per questo ci auguriamo che esso diventi sempre più un luogo di incontro e scambio, uno spazio di condivisione accessibile a tutti e di esercizio di democrazia, proprio come la Toscana del 2050, dove ogni cittadino possa contribuire alla messa in scena del futuro.

 

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Pietro Leopoldo, che è stato il Granduca della nostra Toscana, primo Stato ad aver abolito grazie a lui la pena di morte nel 1786. Ci ha colpito molto il suo coraggio nell’andare controcorrente, ad esempio abolendo la pena di morte.

Che cosa l’ha spinta a fare ciò? «Innanzitutto errare humanum est. Ho sempre pensato che lo Stato, che per anni io ho rappresentato, non debba uccidere per punire, perché non darebbe il buon esempio».

E quali difficoltà ha incontrato? «Non tutti erano ovviamente d’accordo con questa mia decisione. Ho avuto molto coraggio e ho creduto nelle idee che avevo: compito di un buon governante è costruire una società più umana».

Qual è l’aspetto più crudele della pena di morte? «Sicuramente porre fine ad una vita umana, senza dare alla persona un’altra possibilità. Tutti dovrebbero avere l’opportunità di dimostrare di aver capito lo sbaglio e di cambiare». Eppure ancora oggi, in molti Paesi, la pena di morte viene applicata.

Secondo lei, questa potrebbe tornare in vigore in Italia? «Spero proprio di no. L’Italia ha sempre avuto un grande potenziale e la Toscana sarà sicuramente d’esempio a tutto il Paese, come luogo in cui giustizia e tolleranza. Non dimenticate le vostre origini. Così facendo, nel 2050 renderete la Toscana un faro di progresso per tutti».

 

Questa pagina è stata scritta dagli alunni della classe 1° D della scuola Anna Frank di Pistoia.

Ecco tutti i loro nomi: Zeno Bruno Balli, Duccio Bartalesi, Lorenzo Bartolini, Alice Bellandi, Irene Dolfi, Mattia Gavagni, Diletta Gentili, Giulio Giovannini, Arsjena Hyseni, Emilia Magazzini, Giulia Manzari, Lucilla Manzo, Sara Mastromarino, Tessa Meini, Duccio Meli, Mariah Melo Ferraro, Carolina Monterastelli, Alissia Mottola, Cristiano Pellegrini. Dirigente scolastico: Margherita De Dominicis. Professori referenti: Sara Lenzi e Marco Fontani.

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