ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Murlo di Murlo (SI) - 1A, 1B, 3°

Ascoltiamo le urla che pochi sentono Ricette per relazioni sane

Per aprire gli occhi sulle diverse forme di violenza nella vita di coppia

La nostra scuola ha aderito al progetto «Ma tu mi ami?» promosso da Terrecablate con l’associazione «Donna chiama donna», per sensibilizzare noi ragazzi sul tema della violenza di genere. Un avvocato e una psicologa ci hanno raccontato storie vere, approfondendo sia la parte psicologica che quella legale. È violenza contro le donne ogni atto «fondato sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà» (Art.1 Dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne).

Ci ha colpito un video su un esperimento sociale: in un parco una coppia simulava un litigio che degenerava in aggressione fisica e verbale. È stato triste constatare che solo un quinto delle persone si sono fermate ad aiutare la donna e le altre hanno ignorato la scena. Se sei vittima o testimone, puoi chiamare il numero 1522, fare uno specifico gesto con la mano o rivolgerti a un centro di assistenza.

Per farci riflettere sulle differenze tra amore sano e amore tossico, ci è stato chiesto di produrre un elenco di “ingredienti” che secondo noi caratterizzano le due forme di relazione. Le esperte si sono complimentate perché non abbiamo inserito la gelosia come ingrediente dell’amore sano: comunemente si ritiene che un po’ di gelosia serva in una relazione, ma viene confusa con la protezione e rischia di privare l’individuo della libertà di scegliere; è dovuta a mancanza di amor proprio, di fiducia in se stessi e nel partner.

Abbiamo capito che la violenza sulle donne non è solo sessuale, ma anche fisica, psicologica e addirittura economica quando la donna è dipendente dal partner.

La violenza fisica porta a danni come percosse, lesioni personali anche permanenti o addirittura induzione all’aborto. Questo rende la donna vulnerabile psicologicamente: diventa così vittima di minacce, diffamazione e ingiurie. La violenza sessuale può avvenire sotto forma di stupro, costrizione al matrimonio o ’revenge porn’. Tutti questi sono reati intenzionali e possono portare a pene fino all’ergastolo in caso di femminicidio.

Abbiamo rivisto queste forme di violenza nel film «C’è ancora domani» di Paola Cortellesi, ambientato nel ‘46. Questo film, che parla di una donna vittima di violenza domestica, nonostante il successo non ha cambiato la mentalità di molte persone.

Ricordiamoci che siamo essere viventi e dovremmo essere liberi di fare ciò che vogliamo senza privare gli altri di questo diritto.

 

Nei giorni scorsi abbiamo portato in classe situazioni di violenza di genere ispirate alla realtà, rappresentando tre storie di donne intrappolate in relazioni tossiche che, a causa della gelosia e del possesso del partner, sono costrette a difendere la propria libertà e a vedersi sottomesse dalla prepotenza dell’uomo. Dopo aver scritto e messo in scena i copioni, abbiamo raccolto le nostre sensazioni su alcuni post-it per poi condividerli collettivamente, riflettendo sulle emozioni emerse.

Tra queste c’era la vergogna per l’essere umano, in particolare per l’uomo che ancora oggi nega la libertà alla donna. La seconda emozione più provata è stata la rabbia, perché il comportamento dell’uomo ci è sembrato aggressivo, possessivo e ingiusto, al punto che, guardando le scene, alcuni di noi hanno avuto l’istinto di avvicinarsi per aiutare la vittima.

In molti post-it era presente la parola tristezza; in particolare, ci ha colpito la scena che si chiude con il pianto della protagonista, obbligata a non poter scegliere per se stessa. Abbiamo provato anche paura, specialmente quando l’uomo, con violenza, togliendo di mano il cellulare alla donna, ha portato via anche la sua privacy, umiliandola. Tutte queste emozioni ci hanno indotto a riflettere sulle nostre scelte: è importante conoscere bene le persone e saper leggere i segnali di pericolo. Non tutti gli uomini sono violenti; la maggior parte sono persone rispettose. Lo dimostra il fatto che un nostro compagno, non condividendo queste forme di violenza, ha trovato difficoltà nel recitare la parte di un uomo prepotente.

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