ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Primaria Guerrazzi di Castelfranco di Sotto (PI) - 5C

L’importanza di ricordare L’Olocausto e la Memoria

La memoria collettiva come vera cura contro la dimenticanza dei fatti accaduti dal 1938 al 1945

Ogni anno il 27 gennaio si celebra il «Giorno della Memoria». Come classe quinta abbiamo deciso di conoscere in modo più approfondito cosa è accaduto e perché è importante ricordare e commemorare questa giornata.

Abbiamo scoperto che in questa occasione si ricordano i tragici eventi dell’Olocausto, cioè lo sterminio degli Ebrei ad opera dei nazisti, avvenuto tra il 1943 e il 1945.

L’Olocausto ebbe inizio nel 1933 dopo che i nazisti presero potere in Germania, con l’emanazione delle leggi di Norimberga, che privavano gli Ebrei dei loro diritti. Nel 1938 iniziarono le deportazioni verso i vari campi di concentramento dislocati in varie zone della Germania e dell’Europa.

Nel 1938 anche in Italia furono promulgate le leggi razziali mediante le quali gli Ebrei venivano prima relegati in ghetti e poi deportati nei campi di sterminio.

Abbiamo esaminato alcuni articoli delle leggi razziali, confrontandoli con quelli principali della nostra Costituzione e abbiamo capito che gli Ebrei erano stati privati dei diritti fondamentali della persona.

Ci siamo resi conto che anche molti bambini come noi erano stati privati dei loro diritti come lo studio, il gioco, la famiglia, l’alimentazione e le cure. L’articolo 3 della Costituzione ci ha fatto capire che quanto avvenuto è frutto di odio e discriminazione poiché gli uomini sono tutti uguali e meritano rispetto e dignità indipendentemente dalla razza, dalla religione, dal sesso e dalle condizioni sociali.

Abbiamo letto alcune pagine significative del diario di Anna Frank, la storia di Otto l’orsacchiotto, del pediatra Janusz Korczak, dell’infermiera Irena Sendler che ha salvato tantissimi bambini, ascoltato le testimonianze delle sorelle Bucci e di Liliana Segre, la storia del gelataio Tirelli, di Gino Bartali e Giorgio Perlasca. Inoltre abbiamo letto e riflettuto sulle poesie «Le farfalle» di Pavel Friedman e «Se questo è un uomo» di Primo Levi. Testi che ci hanno molto emozionato e commosso.

Al termine di tutto il lavoro svolto abbiamo racchiuso simbolicamente tutti i nostri elaborati in una valigia, contenitore di valori importanti da portare con noi durante il viaggio della nostra vita.

La riflessione è servita per ricordare questi terribili eventi e abbiamo capito che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi, rendendoci protagonisti senza volerlo di episodi di emarginazione verso i compagni.

 

Il 27 gennaio si ricordano anche tutte le persone che a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Per ricordare queste persone, nel 1962 a Gerusalemme è stato creato il Giardino dei Giusti che si trova nel Museo di Yad Vashem. E’ un giardino dedicato alle donne e agli uomini non Ebrei che, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, battendosi per i diritti, la dignità della persona e le discriminazioni durante i genocidi. Per ogni Giusto è stato piantato un albero simbolico con incisa una targa in memoria. Il promotore fu Moshe Lejski, salvato da Oskar Schindler, che ha dedicato la propria vita a cercare nel mondo i Giusti. Ad oggi si contano circa trentamila Giusti nel mondo, circa 500 sono italiani e 107 toscani. Il toscano più famoso è stato Gino Bartali, che durante la guerra fu una delle staffette in bicicletta che portavano ordini, documenti falsi e informazioni per permettere di spostare o nascondere gli Ebrei in difficoltà. Già insignito della Medaglia d’oro al merito civile nel 2005 dal presidente Carlo Azeglio Ciampi per aver salvato circa ottocento cittadini ebrei, nel 2013 fu inserito nel Giardino dei Giusti, perché il suo atto umile e discreto, riconosciuto postumo, ha contribuito a salvare tante vite umane. La sua frase più significativa infatti, era «Il bene si fa ma non si dice». Una frase che racchiude il senso del coraggio e della bontà che hanno sfidato la crudeltà e le ingiustizie di quei tempi.

 

Articoli, foto e disegni sono realizzati dalla classe 5^ C della scuola Primaria «Carlo Guerrazzi», Istituto comprensivo «Leonardoda Vinci» Castelfranco: Gabriel Aliu, Gabriele Angiolini, Marta Biondi, Isabella Buselli, Andrea Caporuscio, Sofia Casalini, Mattia Centi, Chaimae Dermoumi, Matilde Diciotti, Francis Ewemade, Misia Fabiani, Adam Galati, Tommaso Gemmi, Diego Giacomin, Greta Giovacchini, Elena Lami, Davide Lombardi, Mattia Ethan Marinai, Linda Martone, Sally Mazzucca, Bianca Puccioni, Emanuel Sierchio, Alia Singh, Joele Vetshi. Docenti tutor Annantonia Maio, Adriana Liotine, Alessandra Pampana, Morella Cappelli, Daniela Ragone, Angela Tamberi, Federico Lovizio. Dirigente scolastico Sandro Sodini. 

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