ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

English Primary School - Esedra di Lucca (LU) - 5°

Farfalle, la natura grida aiuto «Si stanno estinguendo»

Gli studenti spiegano come fermare questo processo: «Un prezioso tesoro per la biodiversità»

A poche ore dall’inizio della primavera ci chiediamo quante farfalle vedremo quest’anno. I lepidotteri svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi e sono molto di più che semplici creature belle da osservare. Le farfalle, come le api, sono impollinatori essenziali.

Trasportano il polline da un fiore all’altro mentre si nutrono del nettare, facilitando la riproduzione delle piante. Molte specie, infatti, dipendono dalle farfalle, contribuendo così alla biodiversità vegetale.

I lepidotteri, poi, sono una fonte di cibo fondamentale per molte specie di animali, tra cui uccelli, rettili e piccoli mammiferi. Le larve (bruchi) sono particolarmente appetibili per molti predatori.

Le farfalle sono molto sensibili ai cambiamenti climatici e la loro difficoltà a sopravvivere è un chiaro indicatore della situazione di pericolo della salute del nostro Pianeta.

Alcuni sottovalutano questo aspetto, non sapendo che, la scomparsa dei lepidotteri, mette a rischio gli equilibri naturali degli ecosistemi.

Noi uomini abbiamo creato le condizioni per cui la sopravvivenza è diventata difficile: tagliamo i boschi, i prati, impedendogli di nascondersi dai predatori o di nutrir-si; usiamo i pesticidi in agricoltura intensiva, l’inquinamento dell’aria stessa, favoriscono le condizioni di spopolamento di questi insetti.

Anche in Italia la situazione è critica e, secondo una ricerca stilata dall’IUCN, dei “Ropaloceri Italiani” sono specie a rischio d’estinzione, calando la popolazione intorno al 1- 2% all’anno.

La “Lycaena”, detta anche “licena delle paludi”, è considerata ormai estinta nel nostro paese; sappiamo inoltre che ben diciotto specie, cioè il 6% di tutte quelle valutate, sono minacciate dall’estinzione.

Non ci resta che intraprendere azioni semplici, ma efficaci, come creare giardini con fiori che attraggono le farfalle, evitare l’uso dei pesticidi, partecipare a programmi di monitoraggio e osservazione, come il butterfly watching, una disciplina in forte crescita che consente di apprezzare la bellezza e la grande varietà di questi insetti senza recare nessun danno.

Sensibilizzare l’opinione pubblica al valore che apportano le farfalle alla salvaguardia del nostro Pianeta è un dovere di tutti, esse, con la loro delicata bellezza e le loro funzioni vitali, sono vere e proprie gemme della natura che dobbiamo proteggere e valorizzare.

 

Abbiamo incontrato la dottoressa Malayka Picchi, biologa, entomologa, insegnante ed esperta dei comportamenti degli insetti.

Qual è la specie più rara di farfalle? «Purtroppo sono molte le specie di farfalle che sono a rischio di estinzione, ma, in particolare nella zona di Lucca, si trova la specie chiamata “Cassandra”, che ha il suo habitat naturale allago della Sibolla ad Altopascio, perché in questa zona cresce una pianta di cui i bachi ne sono ghiotti: l’Aristolochia. Sempre in questo luogo, si trova “Liycaena della Palude”, proprio perché ama luoghi paludosi».

In città ci sono ambienti che possono attirare le farfalle? «Certamente, innanzitutto lasciare zone verdi più possibile naturali, poi piantare delle piante che attirino i bruchi per cibarsene: ad esempio la farfalla “Cavolaria” ama tantissimo le brassicacee, cioè i cavoli, perciò mettere le piante di cavolo anche come ornamento fa in modo da attirarle. Le farfalle, inoltre, essendo grandissime impollinatrici, amano le piante dal nettare “dolce” , per questo per le specie che impollinano soprattutto in primavera, danno un “servizio ecosistemico”».

Qual è la farfalla più strana che abbia mai visto? «La “Kallima , che assomiglia ad una foglia secca per mimetizzarsi e la “Greta “ , un lepidottero dalle ali trasparenti!»

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