E se la moda non fosse fast? I danni di abitudini troppo veloci
Cos’è davvero questo fenomeno e le iniziative per contrastarlo. L’esempio di Cascina
Il fast fashion è un modello di produzione e consumo nell’industria della moda che si caratterizza per la produzione rapida di capi d’abbigliamento, ispirati alle ultime tendenze, a prezzi molto competitivi.
Questo approccio ha rivoluzionato il settore, permettendo alle persone di acquistare abiti nuovi a basso costo, in risposta alle collezioni continuamente aggiornate.
Tuttavia, sebbene il fast fashion abbia reso la moda accessibile a milioni di persone, ha sollevato numerosi problemi etici e ambientali. Com’è noto, le aziende sfruttano il lavoro a basso costo e contribuiscono significativamente all’inquinamento, grazie all’utilizzo massiccio di materiali sintetici, il cui smaltimento impiega secoli. La sovrapproduzione, inoltre, si trasforma in discariche a cielo aperto in Paesi come Cile e Ghana. Il 1° gennaio 2025 è entrato in vigore in tutta l’U.E. un nuovo provvedimento legislativo che mira a regolamentare più severamente l’industria della moda. Questa misura, anticipata in Italia già dal 2022, si inserisce in un contesto più ampio di azioni volte alla sostenibilità e all’economia circolare; essa obbliga i comuni, con sanzioni fino a 2500 euro, ad organizzare una raccolta specifica per i rifiuti tessili, che si aggiunge a quella già esistente per carta, vetro e plastica. Tra le novi-tà principali c’è l’introduzione di obblighi per le aziende di moda riguardo alla trasparenza dei processi produttivi, all’origine delle materie prime e alla tracciabilità dei capi.
Nel contesto di questa trasformazione, siamo stati felici di constatare che il nostro Comune di Cascina ha lanciato, già dal settembre 2024, un nuovo servizio di raccolta dedicato ai rifiuti tessili: abbigliamento, asciugamani, tovaglie e altri tessuti vengono recuperati direttamente a domicilio su prenotazione. Il servizio rappresenta un passo significativo verso la promozione di comportamenti sostenibili. Nel nostro territorio, pisano e limitrofo, inoltre, ci sono molti punti vendita di abbigliamento second hand, sempre più frequentati in un’ottica di circolarità che si sta estendendo. La moda veloce facilita senz’altro noi che apparteniamo alle nuove generazioni nell’acquisto di abiti che spesso ci sono necessari per distinguerci dal gruppo, per affrontare le sfide dell’autostima o semplicemente per raccontare chi siamo. Di sicuro, però, oggi sappiamo che ognuno di noi può fare piccoli gesti per contrastare gradualmente il consumismo irresponsabile e per diventare protagonisti felicemente attivi della moda sostenibile.
È incredibile che un piccolo gesto, come uno scambio di vestiti, possa trasformarsi in un’occasione per fare concretamente qualcosa contro l’impatto ambientale. La nostra classe ha organizzato uno swap party: gli invitati ad una “festa dello scambio” mettono a disposizione abiti o accessori in buono stato e che non indossano più, evitando sprechi e dando una seconda vita ai capi. Questo evento è stato organizzato nel corridoio della nostra scuola e ognuno di noi si è impegnato per rendere la festa un momento indimenticabile. Abbiamo progettato e realizzato inviti, distribuiti poi ad altri alunni della scuola, decorato pareti e finestre con cartelloni colorati, allestito un buffet e preparato volantini informativi sulle criticità legate al fast fashion. Gli abiti sono stati sistemati in base al materiale di composizione e un cartellino ne definiva il tipo. Le aule sono diventate camerini e lo spazio, di giorno destinato alla didattica, ci ha accolti in un pomeriggio di febbraio con musica e divertimento. I vestiti rimanenti sono stati donati in beneficenza alla sede locale dell’Associazione San Vincenzo de’ Paoli. La festa è stata la parte conclusiva di un percorso di ricerca: le fonti analizzate in classe e i documentari, come “Junk. Armadi pieni” di Matteo Ward, sono stati utili per elaborare un nuovo pensiero della moda usa e getta. Il nostro swap party ci ha permesso di riflettere su un consumo più consapevole in modo divertente e in compagnia. Visto il grande successo, chissà… magari questo sarà solo il primo di una lunga serie nella nostra scuola!
Questa pagina del campionato di giornalismo è stata realizzata da Alberti Isabella, Boutahar Aya, El Azhar Safae, El Idrysy Omar, Fabbri Giovanni, Fatticcioni Filippo, Fogli Luna, Giorgi Marco, Massai Tommaso, Mattolini Diletta, Montana Samuele, Montini Anita, Nannipieri Rachele, Nuti Matteo, Paddeu Linda, Palushi Fabiano, Panicucci Emiliano, Peccerillo Giacomo, Rocchi Giorgio, Scotini Aurora, Scotini Federico, Shamas Imtasal. Docenti tutor: Roberta Piviero, Giusella Laiezza, Giusi Di Pietro. Con la partecipazione delle docenti: A. Arena, A. Tauro, S. Barsotti.
Dirigente scolastica: Cristina Amato.