L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema Testimonianze per non dimenticare
Parco Nazionale della Pace, il luogo mantiene viva la memoria storica del massacro del 1944
Quest’anno stiamo affrontando la storia del Novecento, un secolo molto complesso, ma fondamentale per capire le cause e gli effetti della realtà odierna. Un capitolo particolarmente doloroso è quello della Seconda Guerra Mondiale e delle stragi che ne sono conseguite. Per approfondire questa tematica, abbiamo avuto l’opportunità di fare un’uscita didattica organizzata dal Comune di Pisa. Il giorno 3 dicembre, infatti, accompagnati dai nostri insegnanti e dall’assessore Riccardo Buscemi, ci siamo recati a Sant’Anna di Stazzema, piccolo paese in provincia di Lucca, noto per il tragico evento che ha segnato profondamente la memoria collettiva italiana: l’eccidio avvenuto il 12 agosto 1944.
Siamo arrivati in una mattina fredda e piovosa, che sembrava leggere il nostro animo predisposto al raccoglimento e alla riflessione e, dopo una toccante commemorazione all’interno della piccola Chiesa, ci siamo recati in quella che un tempo era stata la scuola del paese e in cui, adesso, è stato allestito un museo multimediale. Qui, abbiamo ripercorso le tappe della storia dall’armistizio del settembre 1943 fino ad arrivare al giorno dell’eccidio, quando, per mano dei nazifascisti morirono circa 560 persone, di cui 130 bambini.
Tra il 1943 e il 1945, lungo l’Appennino Tosco Emiliano le armate nazi-ste avevano allestito la Linea Gotica, che divenne teatro di numerosi scontri tra le truppe tedesche e quelle alleate. Queste ultime erano aiutate dai partigiani, i quali, lottando lungo le impervie montagne, cercavano di organizzare la resistenza contro l’occupazione nemica. Sullo sfondo di continui scontri sanguinosi, Sant’Anna era stata dichiarata zona bianca, con la possibilità di accogliere la popolazione civile sfollata dalle zone limitrofe. Ciononostante, il paese subì quello che è stato definito come un vero e proprio atto terroristico premeditato, vòlto ad annientare ogni cosa e a distruggere tutti i collegamenti con i combattenti partigiani. Per comprendere questi fatti sono state preziose le immagini e le didascalie del museo, ma ancora di più, la ricostruzione cinematografica dell’accaduto, con le interviste alle poche persone superstiti e a quelli che a noi viene spontaneo chiamare eroi, perché capaci di salvare altre vite umane, pur trovandosi a lottare in un inferno di dolore e violenza.
Non dimenticheremo mai la loro voce rotta dal pianto e i loro occhi carichi di lacrime, segno della memoria indelebile di una profonda ferita storica, per sempre onorata nell’imponente Sacrario sul monte e ricordata nel Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna.
La mostra «Dalla guerra alla liberazione. Pisa 1940-1945», allestita presso il Palazzo Blu ci ha offerto una preziosa opportunità di riflessione sulla storia locale. Lunedì 4 novembre abbiamo avuto il privilegio di visitare questo percorso espositivo, che si snoda attraverso diverse sezioni, ognuna dedicata a un aspetto cruciale di quel periodo storico: dai bombardamenti che devastarono la città, alla vita quotidiana sotto il regime fascista, fino alla Resistenza e alla Liberazione. La mostra presenta numerosi pannelli con linee del tempo, immagini di quotidiani dell’epoca e fotografie. In particolare, ci hanno colpito le foto prodotte dall’esercito americano, tuttora conservate dai National Archives di College Park, nel Maryland. Sono state scattate dai soldati che stavano intraprendendo la campagna d’Italia tra il giugno 1943 e il maggio 1945, per liberare il nostro Paese dal nazifascismo.
Profondamente toccanti sono le immagini dei bombardamenti che hanno distrutto interi quartieri di Pisa. Si possono osservare famiglie di sfollati che fuggono dal centro, soldati che offrono pezzi di pane ad anziani e bambini, l’arcivescovo G. Vettori che accoglie i bisognosi negli edifici religiosi. Abbiamo contemplato con ammirazione anche le immagini dei Monuments Men, gruppo di esperti interalleati addetti al recupero e al salvataggio delle opere d’arte, che hanno duramente lavorato per salvare il Camposanto Monumentale di Pisa. La visita alla mostra è stata, dunque, un’esperienza formativa e coinvolgente, che ci ha fatto addentrare nella storia della nostra città e apprezzare di più il valore della pace e della democrazia.
Questa pagina del Campionato di giornalismo de La Nazione di Pisa è stata realizzata: Beshiri Ersilia, Bonaccorsi Samuele, Conti Ginevra, Di Pede Asia, Favilli Anna, Genco Thiago, Haskurti Entoni, Leonardi Ambra, Macelloni Miriam, Marianini Letizia, Massai Stefano, Micheli Andrea, Monari Azzurra, Mouhtaji Nadia Rachida, Otay Jamila, Rrustemi Aurela, Santus Diego, Sbrana Valentina, Scimeca Ginevra, Sela Samuel, Stefanini Edoardo, Turini Argiolas Cristian.
Dirigente Scolastica: prof.ssa Oriana Carella Docente: prof.ssa Chiara Cassiani.