ll progetto de La Nazione per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Paolo Uccello di Firenze (FI) - 3C

Giornale: un amico dimenticato Un nuovo inizio per i quotidiani

Il contributo dei giovani per l’editoria del futuro. Analisi e proposte

«Noi giovani di oggi leggiamo il giornale?». Questa è la domanda che la nostra classe si è posta in occasione di questa iniziativa. Per tentare di darci una risposta abbiamo realizzato un sondaggio con le 6 classi terze della nostra scuola.

Analizzando le risposte delle classi abbiamo visto che solo il 37% degli studenti legge il giornale. La maggior parte di loro legge articoli sportivi e i meno letti sono gli articoli di politica, mentre le altre tipologie non sono tanto popolari. Le persone che non leggono il quotidiano lo fanno principalmente per mancanza di voglia e di tempo oppure perché non amano leggere, perché guardano il telegiornale, guardano il telefono o perché non ce l’hanno a portata di mano. Nel sondaggio abbiamo inserito anche dei suggerimenti per rendere più accattivante il giornale: parlare di argomenti come per esempio auto e motori, maggior numero di immagini e linguaggio più semplice. Gran parte degli adolescenti non legge più il quotidiano, ma ci siamo resi conto che in realtà ci informiamo su fatti di attualità in altri modi: per esempio, tramite genitori, guardando il telegiornale che da tempo è uno dei metodi più usati per l’informazione; un altro metodo con cui è possibile informarci è l’uso del cellulare. Anche in questo ambito il processo tecnologico ha dato i suoi frutti, infatti le più importanti redazioni di giornali si possono trovare anche sui loro siti online. Perciò ci siamo posti la domanda: ma leggere il giornale serve davvero? Partiamo dai pro: innanzitutto si può leggere dove e quando si vuole, non necessita di Internet ed è quindi più versatile; un altro vantaggio è la possibilità di un’analisi personale approfondita impossibile nelle tempistiche del telegiornale.

Riguardo ai contro abbiamo rilevato che il giornale fornisce informazioni in modo meno immediato e che richiede un’attenzione maggiore rispetto al telegiornale, essendo più impegnativo leggere che ascoltare. Altra considerazione: il prezzo è un po’ alto per l’acquisto quotidiano da parte di un pubblico giovanile. Per renderlo più attrattivo servirebbero: semplificazione del linguaggio, tematiche più giovanili e maggiore presenza di immagini e giochi. Ma la proposta che riteniamo maggiormente significativa potrebbe essere l’istituzione di una rubrica fissa tenuta da un gruppo di giovani, in modo da rendere più coinvolgente il giornale. Ci auguriamo che i nostri consigli possano risultare utili e rendano la lettura del quotidiano più popolare tra i ragazzi.

 

Pietro Coccoluto Ferrigni, nostro compagno di classe, è uno dei discendenti del famoso Pietro Coccoluto Ferrigni, pioniere del giornale La Nazione. Abbiamo cosìpensato di immaginare una conversazione tra il nostro Pietro e il grande giornalista, Pietro Francesco Leopoldo Coccoluto Ferrigni, figlio di emigranti napoletani dediti al commercio e vissuto nel XIX secolo.

Innanzitutto mi tolga una curiosità: è vero che è stato un garibaldino? «Sì, dopo la pace di Villafranca sono diventato segretario di Garibaldi e nel 1860 ho partecipato alla spedizione dei Mille, poi però sono stato ferito a Milazzo».

Signor Coccoluto, so che ha collaborato con La Nazione a più riprese; qual è il suo rapporto con la scrittura? «Ho sempre cercato di pormi in modo umoristico evadendo nello scherzo e nel sarcasmo per parlare di problemi morali anche seri».

Quanto era importante il giornale ai suoi tempi rispetto ad oggi? «Ovviamente era molto importante. A quei tempi non c’erano altri mezzi di informazione come oggi».

Perché si faceva chiamare Yorick? «Data la mia forte passione per il teatro, in particolare per William Shakespeare, ho preso il nome Yorick dal personaggio della sua opera Amleto».

Era favorevole al progetto di rinnovamento del quotidiano La Nazione? «Ovviamente sono stato favorevole a questo progetto visto che rispecchiava i miei interessi e le mie idee: un quotidiano nuovo, più leggero nella forma, più accessibile nella sostanza e vario negli interessi, in una parola più moderno, come vuoi fare con la tua classe».

 

Ecco la redazione della 3C della scuola Paolo Uccello che ha curato la redazione della pagina: Marco Barbacci, Giada Biffoli, Gabriele Carella, Xinyi Chen, Lorenzo Chiti, Pietro Ferrigni Coccoluto, Rebecca Collini, Doaa El Badoui, Gabriele Fabbo, Jhon Dave Gutierrez, Eva Ibro, Barbare Janeldze, Aliou Kante, Daisy Palumbo, Flavio Pescari, Iacopo Qiu, Maia Rovigo, Braian Ujka, Marco Yang, Angelina Zhou, Chenxi Zhou.

I docenti che hanno fatto da tutor ai ragazzi sono la professoressa Tiziana Degl’Innocenti ed il professor Giovanni Sallustio.

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